GIOVANNI MELANI, giornalista e uomo di altri tempi

Quando scompaiono certi tipi di Persone non avvertiamo solo la loro mancanza fisica, ma evapora un patrimonio di umanità e cultura.

È come se bruciasse una biblioteca di libri unici.Il mio rapporto con lui è nato nelle strade di Arezzo, lo incontravo, sapevo chi era, e lo salutavo incrociandolo e lui ricambiava con la gentilezza di uomo di altri tempi. Direttamente non ci conoscevamo. Saluto tra sconosciuti.

Lo seguivo nel suo incedere faticoso dovuto ad un problema alle articolazioni, avanzava col passo dopo passo di un alpinista in difficoltà. Poi un giorno, dopo anni, lo vidi camminare …normalmente. Confesso che pensai ad un miracolo, ed allora non mi trattenni e mi fermai a domandare come avesse fatto a guarire, in un mondo in cui quando sei in una patologia è più facile scivolare in basso, sino al sottoterra. Lui mi spiegò, e questa fu la prima volta che gli parlai.

Da quel momento ogni volta mi fermava con desiderio di scambiare opinioni con me, su Arezzo, sul Mondo, e questo avveniva spesso al Caffè dei Costanti. Poi iniziò a commentare per scritto nel web i miei articoli, e con belle parole. La nostra amicizia crebbe, era una Intesa di Amorosi Sensi Intellettuali, condita con stima e rispetto reciproci, e tanto desiderio di scambiare.

Avevo molto piacere che lui giornalista con chilometri di parole e lavori ben più lunga della mia si fermasse a cercare il mio parere.
Parlava calmo, cercava sempre parole caute e umili, contrariamente a me che ero specialista nella mono parola tranciante. Assaporava la conversazione con lentezza, rispettava i tempi del parlare mutuale senza sovrapporsi, che per gli argomenti che trattavamo era facile, con altre persone, montare addosso all’altro senza farlo finire.

L’ultima volta che l’ho visto è durante il Fair Play a Castiglion Fiorentino per il quale curava il testo delle motivazioni ai premiati. Feci un articolo, una foto e lo citai definendolo il Bignami HiFi dello Sport.

 

Lui mi commentò l’articolo:
caro Piero, ti ringrazio per foto e parole del tuo articolo, e aggiungo mi sento anche particolarmente sorpreso perché in 19 edizioni, tu sei stato il primo a parlare di me.
Per il prossimo anno, deo adiuvante, fammi una foto di fronte, perché in questa assomiglio troppo, per postura, ad un ex-presidente della repubblica, da me non particolarmente amato.
Uomo e giornalista di altri tempi che scavava sempre l’aspetto umano a prescindere se si trattava di sport od altro.

Persone e giornalisti che oggi sono dei Panda in via di estinzione. Trovare un sostituto di penna al suo modo è tempo perso.

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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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