bLanco, PecoLa NeLa

Tento di modernizzarmi, ed anche io metto nei titoli la " L" da aspirante fico.

Tento di modernizzarmi, ed anche io metto nei titoli la ” L” da aspirante fico.
Avverto. Non sono tatuato.
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I tempi di Vasco Rossi quando invocava una Vita Spericolata sono ora puri come i canti di un vergine chierichetto con immacolate mutande Cagi.
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Oggi siamo molto oltre.
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Se la Vita Spericolata di Vasco Rossi invocava mostri sacri dell’avventura, come Steve McQueen, oggi questi ragazzi invocano il Dio Caos, che porta al Nulla.
Vero anche che Nietzsche disse che Bisogna avere del Caos Dentro di sé per partorire una Stella Danzante.
  • Mettiamo un po’ d’ordine.
Uno il Caos è libero di organizzarselo privatamente, ed ai massimi livelli, sino alla Morte, se lo desidera.
Quando vai in un palco e distruggi la scenografia fai un’altra cosa.
Un palco sotto gli occhi di una nazione, e di quelle collegate.
Quello che ha fatto il signorino Blanco, purtroppo lo stanno facendo da anni i ragazzi il sabato sera.
Distruggono, eradicano fiori dalle fioriere fuori dei negozi, dai giardini in preda all’alcol nei week end dove le loro tribù si radunano per trovare il brivido dell’onnipotenza.
Sono quelle tribù che buttano, in questi giorni, un motorino elettrico addosso ad un altro ragazzo qualunque, ora in fin di vita all’ospedale.
Quelli dai sassi sulle auto di passaggio dal cavalcavia.
Quelli che prendono sessualmente una coetanea brilla di alcol, ed imitando i film, la violentano.
Quelli che sparano in questi giorni, pure erroneamente, ad un ragazzo e lo uccidono.
Quelli che prendono a calci i box di paste lasciate dal forno fuori del bar nella notte, distruggendo un incasso del giorno dopo.
Quelli che…
…se fosse vivo Jannacci, dovrebbe fare la Parte Due di quella canzone.
  • Il signorino Blanco dice che si è innervosito perché non sentiva l’audio.
Se fosse un professionista, ed avesse visto anche altri Sanremo, avrebbe visto che è già successo, il cantante ferma l’orchestra, si aggiusta l’audio e si riparte.
No, il signorino Blanco ha detto che ormai era lì, lui si voleva divertire.
Se in Italia in ogni locale dove il cantante non sente la propria voce dovesse sfasciare il palco, l’Italia assomiglierebbe al Donbass.
Se si vuol divertire sappia che i Comuni in Italia lo accoglierebbero volentieri per il taglio delle siepi,
si mette una maglietta di chiffon trasparente con il logo dei trattori John Deere,
tacchi a spillo per far presa sulle zolle e potrebbe coltrare i campi.
Lui in quel palco ha creato e incitato all’esempio migliaia di ragazzi.
Finimola con l’uso buonista del termine RAGAZZATA valevole molti decenni fa, oggi buona forse per bambini di 5 anni, sopra sono REATI.
Poi ha anche il coraggio di tatuarsi un santo nel petto, ed una croce sul collo. Tutti simboli che qualcosa dovrebbero valere.
Ma ormai oggi se vai a fare il musicista senza avere il 50% del corpo tatuato sei un diafano, un’acciuga insapore, un indeciso.
  • Chissà come sarà contento il Vaticano di questo suo apostolo, che fu invitato Il 18 aprile 2022 in Piazza San Pietro, scelto dalla Conferenza Episcopale Italiana per introdurre l’incontro di Papa Francesco.

    Il santo tatuato sul petto
Nei giorni precedenti all’esibizione, la sua presenza era stata criticata dal vescovo di Ventimiglia – guarda caso a pochi km da Sanremo, un Veggente – Monsignor Antonio Suetta, che aveva ritenuto il messaggio veicolato dalle performance del cantante non idoneo a un contesto cattolico. Tuttavia, negli stessi giorni il responsabile della CEI, Don Michele Falabretti, aveva risposto alle perplessità, rinnovando le motivazioni della decisione di invitare Blanco all’evento.
Amen, Cosi Sia, ma non so ora se Deo Gratias.
  • Se Blanco avesse le palle si offrirebbe di rifondere i danni all’organizzazione.
I divertimenti si pagano. Faccio sommessamente presente che non erano solo fiori, ma il simbolo stesso della riviera ligure, sede famosa di vivaisti.
In tal senso l’Associazione Noi Consumatori ha sporto querela contro il signorino evidenziando il cattivo esempio, e concludendo…
….occorre invertire la rotta.
  • Era preparata?
Se lo fosse giro tutto quello che ho scritto ad Amadeus. Si sarà ispirato a Pippo Baudo e l’uomo della balaustra che si voleva gettare giù?
Di questo passo, tra qualche hanno si farà esplodere una Bomba Carta.
Due sono gli indizi.
La prontezza della gag di Gianni Morandi con la scopa, troppo pronta, ed il clip originale della canzone dove il signorino si butta su di una montagnetta di rose.
Clip ben fatto con tutti i crismi del grande investimento hollywoddiano. Veramente bel film.
Spesso però questi clip, nella loro spettacolarità coprono il niente che contengono.
  • Emulazione?
La storia del rock è costellata da distruggi-palco. Jimi Hendrix fece un falò con la Fender, un’altra volta la tirò contro gli stupendi amplificatori Marshall, gli Who ed i Clash distruggevano strumenti, ed altri rottamatori seguirono, emulati da un fiorentino in politica.
Il signorino, forte dei successi repentini già pensa di entrare a quei livelli. Ha scambiato Sanremo per Woodstock?
Studi, si applichi, ed aspetti qualche anno.
  • La citazione dell’Isola delle Rose
Un caso? Se fosse vero sarebbe l’unico colpo di genio di questa sofferta canzone.
Utopia fatta realtà.
da Wikipedia
L’isola delle Rose -in esperanto: Insulo de la Rozoj-, nome ufficiale Repubblica Esperantista dell’Isola delle Ros, fu il nome dato a una piattaforma artificiale di 400 m² che sorgeva nel mare Adriatico a 11612 m al largo della costa tra Rimini e Bellaria-Igea Marina e 500 m al di fuori delle acque territoriali italiane; ideata dall’ingegnere bolognese Giorgio Rosa nel 1958 e terminata nel 1967, il 1º maggio 1968 autoproclamò lo status di Stato indipendente, ma di fatto fu una micronazione.
L’Isola delle Rose, pur dandosi una lingua ufficiale – l’esperanto- , un governo, una moneta e un’emissione postale, non fu mai formalmente riconosciuta da alcun Paese del mondo come nazione indipendente. Occupata dalle forze di polizia italiane il 26 giugno 1968 e sottoposta a blocco navale, l’Isola delle Rose fu demolita nel febbraio 1969. L’episodio venne lentamente dimenticato, considerato per decenni solo come un tentativo di “urbanizzazione” del mare per ottenere vantaggi di natura commerciale. Solo a partire dal primo decennio del 2000 esso è stato oggetto di ricerche e riscoperte documentarie imperniate invece sull’aspetto utopico della sua genesi.
La piattaforma sorse in prossimità di Torre Pedrera, nel comune di Rimini, 6,27 miglia nautiche al largo della costa italiana, dunque 500 metri al di fuori delle acque territoriali italiane.
L’Isola confinava esclusivamente con acque internazionali, a eccezione del lato sud-ovest dove avevano limite le acque territoriali italiane. La superficie dell’Isola delle Rose era di 400 m² , mentre quella delle sue “acque territoriali” di 62,54 km². vicino a dove si trovano le piattaforme metanifere dell’Eni “Azalea A” e “Azalea B”.
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Questa te la sei persa eh? Oppure non eri nato.
L’unica cosa positiva della canzone.
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A mio avviso il signorino dovrebbe essere espulso da Sanremo.
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Vuoi essere ribelle?
Prendi Jimi Hendrix,
prendi l’Inno Nazionale USA,
e trasformalo in un bombardamento in Vietnam
tutto con una sola chitarra.
A Woodstock 1969,
quando Blanco era ancora uno spermatozoo
che nuotava a rana nei testicoli di suo babbo.
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Piero ROSSI
Aretino Turista ad Arezzo,
itAlien Immigrato in Italia
info@pierorossi.it
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Tutto il resto sono pubbliche relazioni.
George Orwell

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