Ci scrive E.N., cittadina russa residente ad Arezzo, in risposta ad un articolo pubblicato dal quotidiano La Repubblica il 12 dicembre 2023 a firma di Rosalba Castelletti dal titolo “In coda per le uova come ai tempi dell’Urss. A rischio l’insalata russa di Capodanno“.
Ecco il testo integrale della lettera della sig.ra E.N. nata a San Pietroburgo:
“Vivo da molti anni ad Arezzo ma i miei familiari risiedono a San Pietroburgo e si spostano nel weekend nella bellissima dacia che abbiamo nelle campagne limitrofe.
Amo il mio paese ed adora l’Italia dove vivo e lavoro.
Un giornale italiano scrive che nel mio paese sarebbe difficile reperire uova, farina e carne nei supermercati.
E che molti clienti farebbero la fila per acquistare uova il cui prezzo sarebbe aumentato del 50% mettendo a rischio il Natale.
Tutte bugie.
“Mi sono fatta inviare con messanger da mia madre le foto dei prezzi nei supermercati anche di alcuni prodotti italiani.
20 uova: 124 rubli (1.25€)
Zucchero, 1 kg: 109 rubli (1.10€)
Pasta De Cecco: 99 rubli (1.02€)
Pasta Molisana: 179 rubli (1.85€)
Pesce vario, da 340 a 700 rubli/kg (3.5-7.20€)
Carne: 350-390 rubli/kg (3.6-4€)
Pane confezionato: 50-60 rubli (0.5-0.6€)
Mele 100-130 rubli/kg (1.03-1.3€)
Banane 124 rubli/kg (1.3€)“
“E’ possibile naturalmente trovare prodotti ancora più economici, acquistando per esempio marche di pasta nazionali e non straniere o carne di pollo invece che carne di maiale o manzo“.
“Chi parla di mancanze alimentari in Russia sta mentendo.
Chi parla di prezzi alle stelle sta mentendo.
Chi parla di razionamenti sta mentendo.
Non capisco come un giornale italiano possa inventare notizie.
Sono mesi che leggo cose non vere sul mio paese”.
Peccato che proprio il tiranno Putin si sia scusato del problema in questione durante la recentissima conferenza stampa di fine anno: https://www.businessinsider.com/putin-apologizes-for-egg-prices-as-russian-inflation-soars-2023-12?amp
“Tutte bugie”. Certo certo, come no.
Gentilissimo Lettore,
ci siamo limitati a pubblicare la lettera di una lettrice, circostanziata e completa di fotografie, dalla quale si evince in modo inequivocabile che il titolo del quotidiano La Repubblica “”In coda per le uova come ai tempi dell’Urss. A rischio l’insalata russa di Capodanno” non risponde a verità, tutt’altro.
Non Vi è carenza di cibo nei supermercati della città di San Pietroburgo (dove abita la mamma della lettrice) e i clienti non debbono mettersi in fila per acquistare le uova.
Il prezzo delle uova verificabile dal cartellino fotografato sugli scaffali del supermercato ammonta a 124 rubli (1.25€).
Preme tra l’altro segnalarLe che nell’ultimo mese l’andamento dei prezzi delle uova, a livello europeo, è risultato al rialzo su tutti i mercati considerati.
In rialzo anche il dato italiano (+8,9% la variazione congiunturale), che è stato fissato a 199,008 €/100 kg, che rappresenta il prezzo più alto da aprile del 2020.
La ringraziamo per il Suo intervento.
Beh, con tutto il dovuto rispetto per la signora, dovremmo però fare alcune considerazioni:
1-Lei parla di San Pietroburgo. Mosca e San Pietroburgo sono realtà molto diverse dalla maggior parte della Russia, non lo scopriamo oggi
2-Che il prezzo delle uova sia aumentato enormemente in Russia nell’ultimo anno, di oltre il 40%, non lo dice la stampa italiana… Lo dice l’ente di statistica russo
Un rialzo del costo delle uova, a causa di certe condizioni veterinarie (non entro nel merito, sarebbe lunga) era già nell’aria in certe parti d’Europa prima dell’inizio del conflitto in Ucraina, che non c’entra davvero. Si noti, tuttavia, che in Italia l’aumento è stato dell’8,9%, in Russia di oltre il 40% (statistiche LORO, ribadisco).
Questo solo per fornire dati, corretti, sul problema specifico. Poi, per carità, ognuno può pensare quello che vuole sul conflitto o su come far fronte all’aumento dei prezzi, ma se ci fermiamo alla (pur corretta ma limitata) esperienza di una lettrice che si è fatta mandare qualche foto da un supermercato di una città russa privilegiata, abbiamo certamente una visione alterata della situazione.
Il paese della lettrice è il più vasto al mondo. Il fatto che a San Pietroburgo si trovino comodamente i prodotti nei supermercati non significa che lo stesso accada ovunque.
Infatti proprio in questi giorni si stanno verificando altri problemi di tipo correlato (mancanza di pezzi di ricambio e blocco di centrali di riscaldamento) in interi quartieri in varie zone dell’”impero” russo, peraltro non troppo distanti da Mosca. I russi vivono mediamente molto male, e ne vanno fieri. Gli abitanti delle due principali metropoli fingono di non saperlo, del resto per loro da sempre la Russia è Mosca e San Pietroburgo. Il resto taccia e vada a morire in una delle tante guerre imperialiste e coloniali (non a caso l’invasione ucraina avviene sulle gambe dei russi non metropolitani, bensì provenienti dalle tante regioni interne dell’”impero” profondo).