โDal confronto con le famiglie “pro nonni” รจ uscita una richiesta chiara: mantenere la scelta di considerare la condizione dei nonni nei nuovi criteri di accesso ai servizi educativi. E’ una posizione che mi vede, come si sa, d’accordo per due ragioni.
La prima: il carico di cura di una famiglia che deve occuparsi di un bambino piccolo e anche di un nonno disabile o malato, non รจ la stessa di chi deve occuparsi di un bambino piccolo e magari puรฒ contare sull’aiuto dei nonni. E questo รจ un fatto cosรฌ ovvio che porta direttamente alla seconda ragione: da Prato ad Empoli, da Lucca a Pistoia ci sono criteri simili perchรจ sono di buon senso e sono applicati da tutte le parti politiche.
Credo che i nonni siano parte delle famiglie e sono da tenere in considerazione non solo per l’aiuto che danno – molto – ma soprattutto per l’aiuto che possono richiedere e di cui hanno diritto. Nessuno confonde i servizi educativi con la rete affettiva, ma i criteri esistono per dare delle prioritร : una famiglia che si prende cura di una persona anziana ha un livello di criticitร maggiore di chi non รจ nella necessitร di farlo, a meno che non si ritenga che un nonno molto anziano o disabile debba essere lasciato a se stesso. Chi lo pensa si commenta da solo.
Ovviamente sono disponibile ad ascoltare chi la pensa diversamente – cosa che farรฒ domani come รจ giusto che sia anche raccogliendo suggerimenti. Del resto abbiamo tempo e modo per migliorare ancora un testo in uno dei suoi aspetti marginali e per certi versi di una ovvietร imbarazzante, testo che al momento non ha registrato nemmeno un voto contrario in commissione e questo la dice lunga sulla sua oggettiva validitร .
Ma in tutta onestร dico che considero ai limiti della irriverenza l’idea di non considerare i nonni come parte delle famiglie aretine: questa รจ una cittร che le possibili fragilitร dei nonni le tiene in considerazione”.