In molti nelle ultime settimane, passeggiando per il centro di Arezzo, si erano accorti che via San Francesco non era più la stessa. La Canova di San Francesco, il piccolo bistrot gestito dai fratelli Sorini all’angolo con via De’ Redi, che con la sua musica e i suoi drink animava i weekend aretini, da un po’ era sempre chiuso. Qualcuno pensava il motivo fosse un momento di pausa. Magari c’era bisogno di fare qualche lavoro all’interno del locale. Oppure il personale era andato in ferie questa primavera. Ma purtroppo no.
Dopo 14 anni di attività, da un giorno all’altro, la Canova di San Francesco ha abbassato le luci ed ha chiuso, definitivamente. Sulla pagina Facebook del bistrot è ancora possibile leggere un ultimo post datato 12 febbraio scorso: un invito agli innamorati a festeggiare San Valentino con una cena alla Canova.
“Il locale è ufficialmente chiuso da marzo – ha spiegato uno dei fratelli Sorini ad ArezzoWeb Informa. “Inizialmente avevamo pensato di fare una serata di chiusura, ma poi, riflettendo, abbiamo capito che era meglio così. Abbiamo chiuso la Canova normalmente, come fosse un giorno qualsiasi, senza grandi annunci o proclami”.
Nessun grande problema alla base della decisione. Da quando era stato rilevato nel 2010, il locale era sempre stato in pari con l’affitto, così come coi fornitori. Anche con gli altri esercenti della zona i rapporti erano sempre stati buoni.
“Più che altro – ha spiegato Sorini – abbiamo sentito il bisogno di cambiare. Il lavoro alla Canova ci ha dato tante soddisfazioni, prima fra tutte la ‘famiglia’ di clienti abituali che si era venuta a creare. Ma lo stress, dopo anni di un’attività come questa, si fa sentire. Inoltre, soprattutto dal 2023, i prezzi sono aumentati molto. Difficilmente rientravamo nei costi per mandare avanti tutto. A queste condizioni non valeva più la pena”.
La Canova di San Francesco era stato uno dei primi locali in centro a proporre gin di una certa qualità, dall’Hendricks al Martin Miller’s. Ne proponeva anche uno fatto secondo la propria ricetta, prodotto in collaborazione con la distilleria milanese GinO12. I due fratelli Sorini lo avevano chiamato “La Quercia Grossa”, nome legato ad alcuni ricordi d’infanzia presso Montagnano, da cui ha origine la loro famiglia.
Il bistrot era anche uno dei pochi locali a far suonare le vie di Arezzo con un po’ di musica live, sia eseguita strumentalmente che in forma di djset. Era possibile capitarci una sera ed ascoltare rock, jazz, punk e persino rap. Thirsty Acoustic Duo, 2Kings Family, Sexypenta, sono solo alcuni degli artisti che nel corso degli anni hanno fatto vibrare di note quel vivace angolo fra via di San Francesco e via De’ Redi.
E indimenticabili rimarranno il tifo e la passione che si respiravano lì durante la Giostra del Saracino ed in manifestazioni sportive, come gli Europei di Calcio 2021. “Le notti che giocava l’Italia per gli Europei sono state fantastiche – ricorda Sorini -. C’era una baraonda da noi, e la mattina dopo finivamo sempre sul giornale con le nostre foto: facevamo più casino di tutti. Mentre per il Saracino capitava che la gente prenotasse i posti alla Canova anche 15 giorni prima della Giostra o addirittura dall’edizione precedente”.
“Il locale aveva quattro regole” ha concluso sorridendo in modo un po’ malinconico Sorini. “Uno: il cliente non ha mai ragione se non è educato. Due: non si fanno cambi sul menù. Tre: se si sbaglia a fare un cocktail lo bevi te. Quattro: se c’è Elvis alla radio si alza la musica. Elvis è Elvis. C’è la musica certo, ma poi c’è Elvis Presley“.
E proprio come quando ascoltando una canzone del grande rocker statunitense sentiamo salirci un po’ di malinconia per quei tempi d’oro della musica rock n’ roll, allo stesso modo, risalendo un giorno via di San Francesco o passando un venerdì sera con gli amici per via De’ Redi, sentiremo mancarci la Canova. Un locale che mancherà ad Arezzo tutta.