L’ultima Giostra del Saracino ha avuto come evento collaterale l’aver ospitato i proprietari di una fabbrica di produzione di calzature brasiliana che porta il nome diArezzo & Co. L’azienda sud americana ha un fatturato di quasi un miliardo e mezzo di dollari, è presente in tutti i paesi del sud America, ma anche del Nord America. In tempi recenti ha acquisito la maggioranza di una azienda milanese del fashion Paris, Texas, e di un’altra dal nome Vicenza.
Arezzo, per mano di altri, ha comprato Vicenza, il sogno erotico degli orafi aretini.
Siamo di fronte ad un colosso. Il nome Arezzo dato al brand è stato del tutto casuale. In portoghese questa doppia zeta e la A iniziale e finale sembra abbiano un sound fico. Nulla è un caso, Arezzo è la patria di Guido Monaco l’inventore della notazione musicale.
Lo politica nostrale si è mossa a colpi di viaggi, e pasticcini. Quest’ultimi sia in forma zuccherina, che in forma del Fare Pasticci. Il sindaco di Arezzo è andato in Brasile – necessario? – poi ha invitato ad Arezzo i facoltosi proprietari dell’azienda, con relativi ricevimenti ed onorificenze. Sin qui, non so quanto è costata, è una cosa…carina, che non ha però alcun ritorno per Arezzo Città.
Operazione similare a quella di aver fatto il Sisteraggio con la città californiana di Anaheim. Utilità? Zero. Spese Varie.
Un mio amico ebreo di NY analizzava ogni cosa con la frase, Se non vi è profitto, vi è sicura perdita.
A cui si aggiunge una scritta che trovai in una parete di un ufficio, sempre di NY, e sempre di un ebreo,
Agire tanto ed in un modo frenetico senza pensare al ritorno,
è come mangiare la minestra con una forchetta,
tanto lavoro ma la Fame rimane.
Queste operazioni sono care non solo alla città di Arezzo, che ha altri esempi in governi precedenti, ma pressoché alla maggioranza delle città italiane che per darsi toni di internazionalità fanno connessioni con altre parti del mondo incartate di entusiastici futuri rapporti commerciali o promozionali. Generalmente l’operazione finisce con l’ultimo pasticcino al tavolo della cerimonia dei grandi discorsi tra i rappresentanti entusiasti delle due città.Nulla succede dopo. Un altro evento nuovo soppianterà l’attuale, ed il popolo forse avrà la sensazione del Gran Fare.
Spesso anche queste operazioni hanno il profumo del far viaggi da parte dei politici. Turismo politico con spese giustificate.
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Sarebbe meglio che un Comune, attraverso persone competenti, e che abbiano una visione internazionale, e che abbiano visto il mondo, pianificasse in modo più redditizio queste attività. Non è un lavoro da impiegato comunale, e neppure dall’infiltrato politico del proprio partito a cui si fa una convenzione, spesso tali personaggi al massimo hanno fatto incursioni con le infradito a Cesenatico, e non parlano alcuna lingua straniera.
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Le occasioni potrebbero essere molte oltre a questa dell’azienda brasiliana di scarpe.
Potrei citare una ventina di casi nel mondo dove è presente il nome Arezzo, uno che mi ricordo al volo Arezzo Jewellers della mia Chicago, ora trasferitasi a Elmwood Park, Illinois. Un ristorante Arezzo è in Irlanda, un altro in Ohio, esiste un real estate Arezzo in oriente.
Ecco il personaggio sopra menzionato potrebbe costruire con tutti questi Arezzo nel mondo una sorta di Arezzo Ambassadors, studiando con ognuno di questi le azioni da fare.
Con la brasiliana Arezzo & Co potrebbe mettere dentro le scatole delle scarpe un coupon di un Visit Arezzo – da creare – a prezzo promo, tipo vieni in due ed uno non paga l’alloggio, oppure di settimane di degustazione di cibi ad Arezzo.
Nei loro negozi potrebbero ospitare un corner di assaggio di prodotti di Arezzo, così
vendiamo un po’ di cibo. Quel corner magari andrebbe sintonizzato col loro marketing e riportare una immagine di Arezzo. Vendendo loro milioni di scarpe forse qualcuno lo accalappiamo a venire. In questo momento la parola Arezzo per quella azienda è solo un bel suono di vocali/consonanti, coniugandolo ai valori storici e di cibo di Arezzo acquisirebbe un sapore più gourmet.
Quel coupon potrebbe essere anche per far partecipare clienti esteri estratti a sorte alla Giostra del Saracino. La filastrocca promozionale potrebbe essere molto lunga se in mano a persone capaci.
Idem ripetere con la gioielleria in Illinois, come pure col ristorante in Irlanda, e gli altri. Diventa un format che studiato una volta, basta poi ricercare nel mondo tutti gli Arezzo, e creiamo un network di utenti, amici, spenditori in Arezzo.
Una nota a conclusione della operazione del Comune con la città di Anaheim, California.
Dopo la cerimonia del sorellaggio – Sister City -, vi era l’occasione di iniziare a concretizzare qualcosa attraverso la Fondazione Arezzo Wave che ha portato questo marchio per alcune sere durante un evento mediatico in quella città. L’infaticabile sherpa bullizzato dalla politica, Mauro Valenti, ha ripetutamente invitato il Comune a fare azione…comune. Niente. Valenti è andato col suo evento, ha portato in degustazione cibi di Arezzo, ed il sindaco dopo averlo lungamente disdegnato ed ignorato, è apparso magicamente all’ultimo minuto a quella cerimonia, apparizione col sapore dell’imbucatura.
Alla faccia del Fare Sistema di cui la politica ci ha lucidato le rotonde parti intime senza mai realmente attuare la cosa in pratica. Si empiono la bocca di parole e pasticcini.
Ogni euro speso deve essere un investimento di un Vero Progetto Promozionale – non quelli fatui dei grandi progetti che durano il tempo di un convegno.
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L’ennesima occasione persa? si ma la si vuole perdere e su questo la città è abilissima! Concordo in pieno su tutto. Unico problema? trovare chi davvero è capace di fare comunicazione, da milanese e aretina adottata mi ci tufferei subito in un progetto del genere portando le miei competenze da città nordica con vedute sicuramente più aperte! D’altronde…il pensiero è quello di farsi un viaggetto in Brasile. Niente di più.
L’ennesima occasione persa? si ma la si vuole perdere e su questo la città è abilissima! Concordo in pieno su tutto. Unico problema? trovare chi davvero è capace di fare comunicazione, da milanese e aretina adottata mi ci tufferei subito in un progetto del genere portando le miei competenze da città nordica con vedute sicuramente più aperte! D’altronde…il pensiero è quello di farsi un viaggetto in Brasile. Niente di più.