Nel suo ultimo video pubblicato su Instagram, il chirurgo plastico Roy De Vita affronta con fermezza alcuni temi legati al periodo pandemico, facendo riferimento alle recenti dichiarazioni di Mark Zuckerberg, CEO di Meta, che stanno aprendo nuove riflessioni sulle dinamiche della gestione della pandemia.
LEGGI ANCHE: Meta: Zuckerberg rimuove il fact-checking, forse un ritorno alla libertà di espressione su Facebook e Instagram
De Vita esordisce ricordando come molte tesi inizialmente considerate “complottiste” siano oggi rivalutate grazie alle ammissioni di Zuckerberg. Nel corso del video, il chirurgo sintetizza quattro domande che, secondo lui, sono rimaste irrisolte e che hanno caratterizzato le discussioni sul Covid-19 e i vaccini negli ultimi anni.
Le quattro domande di Roy De Vita
- La paura del non vaccinato
De Vita si interroga su un apparente paradosso: “Se sono vaccinato, per chi dovrei avere paura di un non vaccinato?” Con un esempio, spiega che chi è immunizzato contro malattie come morbillo o parotite può tranquillamente entrare in contatto con individui infetti. Tuttavia, nel caso del Covid-19, questa logica sembra essere stata ignorata, con l’introduzione del Green Pass, che secondo De Vita ha limitato la vita dei non vaccinati. La domanda che pone è chiara: “Perché?” - Vaccinati e guariti: chi vale di più?
La seconda questione affronta il confronto tra i guariti dal virus e i vaccinati. Secondo De Vita, un guarito sviluppa anticorpi naturali, rendendolo una sorta di “originale”, mentre il vaccinato è solo una “copia”. Tuttavia, durante la pandemia, ai guariti non è stato dato lo stesso valore dei vaccinati. De Vita si chiede: “In quale ambito la copia vale più dell’originale?” - Il vaccino e le donne in gravidanza
Una delle critiche più forti di De Vita riguarda la somministrazione del vaccino alle donne in gravidanza. Il chirurgo ricorda che, in genere, alle donne incinte non si prescrive nemmeno un’Aspirina per evitare possibili rischi. Tuttavia, i vaccini anti-Covid sono stati somministrati senza prove scientifiche sufficienti sulla loro sicurezza, per mancanza di tempo. De Vita richiama alla memoria il caso della Talidomide, farmaco approvato nel 1954 i cui drammatici effetti collaterali furono scoperti solo anni dopo. La domanda che pone è diretta: “Perché alle donne in gravidanza è stato somministrato il vaccino?” - Vaccinazione dei giovani e dei bambini
L’ultima domanda si concentra sui giovani e i bambini, che, come sottolinea De Vita, contraevano la malattia in forma lieve. Tuttavia, sono stati vaccinati, nonostante gli effetti collaterali del vaccino fossero allora sconosciuti. Citando il principio della sua professione medica, “Primum non nocere” (Per prima cosa, non nuocere), De Vita ritiene che questa fascia d’età avrebbe dovuto essere esclusa dalle vaccinazioni. E conclude: “Perché questa scelta?”
Le dichiarazioni di Zuckerberg come punto di svolta
De Vita collega queste domande alle recenti dichiarazioni di Zuckerberg, secondo cui il periodo pandemico ha visto l’introduzione di politiche di moderazione dei contenuti che hanno talvolta limitato il dibattito. Zuckerberg stesso ha ammesso che alcune decisioni prese durante la pandemia, incluse quelle riguardanti i vaccini, potrebbero essere state influenzate da fattori esterni e non esclusivamente da considerazioni scientifiche.
Indipendentemente dalle opinioni, le quattro domande di De Vita rimangono uno spunto di riflessione per continuare a discutere apertamente su come è stata affrontata una delle crisi più grandi della storia recente.