Grazia a Fauci, Biden chiude la porta a possibili indagini sulla gestione della pandemia

Poco prima di lasciare la Casa Bianca, Biden ha concesso la grazia a Fauci, a suo figlio Hunter e ad altri funzionari. Una decisione che solleva interrogativi e polemiche

A poche ore dal passaggio di consegne alla nuova amministrazione Trump, il presidente uscente Joe Biden ha firmato una serie di grazie preventive, suscitando un acceso dibattito. Tra i nomi più discussi spiccano quello di Anthony Fauci, figura chiave nella gestione della pandemia di COVID-19, e quello di Hunter Biden, figlio del presidente coinvolto in procedimenti legali per evasione fiscale e possesso illegale di armi. Oltre a loro, la grazia ha riguardato anche altri funzionari di rilievo, tra cui Liz Cheney e Mark Milley, nel tentativo, secondo la Casa Bianca, di proteggerli da possibili azioni giudiziarie politicamente motivate da parte della nuova amministrazione repubblicana. (New York Post

Fauci: protezione o ammissione di responsabilità?

La grazia concessa a Anthony Fauci ha generato numerose polemiche, poiché nei suoi confronti non risultano procedimenti giudiziari formali. Fauci, che ha ricoperto il ruolo di direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, è stato spesso accusato da esponenti della destra di aver gestito in modo discutibile la pandemia, con posizioni ambigue sull’uso delle mascherine, sulla teoria della fuga del virus da un laboratorio e sui finanziamenti ai laboratori cinesi di Wuhan. La decisione di Biden di concedergli una grazia preventiva appare come un tentativo di metterlo al riparo da future indagini. Il diretto interessato ha dichiarato alla CNN: “Mi fa stare bene e sono grato al presidente per averlo fatto”, ribadendo di non aver commesso alcun crimine. Tuttavia, la scelta di Biden ha fatto emergere il dubbio: se Fauci non è colpevole, perché proteggerlo con una grazia preventiva? (New York Post)

Hunter Biden e la grazia al figlio del presidente

Altro caso eclatante è quello di Hunter Biden, figlio del presidente, che ha beneficiato di una grazia piena e incondizionata per due procedimenti legali in corso:

  • Evasione fiscale per 1,4 milioni di dollari tra il 2016 e il 2019.
  • Possesso illegale di armi, avendo mentito sull’uso di sostanze stupefacenti al momento dell’acquisto di una pistola nel 2018. (Rai News)

Se da un lato Joe Biden ha sempre difeso il figlio, sostenendo che fosse vittima di un accanimento politico, dall’altro aveva più volte ribadito che non avrebbe interferito nei suoi procedimenti legali. La concessione della grazia rappresenta quindi un’inversione di rotta, interpretata da molti come un abuso di potere e un atto di nepotismo. (Il Post)

Una prassi pericolosa?

L’uso della grazia preventiva in assenza di condanne ufficiali è un’arma a doppio taglio. Se da un lato può essere vista come una protezione da possibili ritorsioni politiche, dall’altro rischia di creare un pericoloso precedente: concedere l’immunità a funzionari e parenti prima ancora di un’indagine potrebbe infatti trasformarsi in un modo per coprire eventuali responsabilità. (The Guardian)

Il paradosso della grazia preventiva: se una persona è innocente, perché proteggerla da accuse inesistenti? Se invece esistono prove di reati, la grazia diventa un modo per sottrarsi alla giustizia, danneggiando la credibilità del sistema legale.

La concessione della grazia da parte di Biden a Fauci, Hunter e altri funzionari solleva molti dubbi quindi viene da domandarsi è stata una protezione necessaria per evitare persecuzioni politiche o un tentativo di evitare future inchieste scomode?

Se l’amministrazione Trump deciderà di indagare su alcuni aspetti della gestione della pandemia e sulle attività finanziarie di Hunter Biden, questa grazia sarà vista come un atto difensivo. In caso contrario, resterà il dubbio che questa mossa sia stata un’operazione di insabbiamento politico che ha segnato l’ultimo atto della presidenza Biden.

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