Come un maestro elementare ha chiuso i manicomi e difeso gli ultimi. Amministratore pubblico senza cravatta e auto blu

La storia di Bruno Benigni ricostruita in un libro edito da Clichy. Da oggi in vendita on line e dal 26 febbraio nelle librerie

Sarร  nelle librerie dal 26 febbraio e da oggi รจ anche nelle piattaforme on  line, ad iniziare da Amazon. Il libro รจ โ€œBruno Benigni, politico austero e visionarioโ€. Iniziativa del Centro Basaglia di Arezzo, autore Claudio Repek, รจ stato pubblicato dalle edizioni Clichy di Firenze. Verrร  presentato il mese prossimo, il 27 marzo, nella sala dei Grandi della Provincia di Arezzo in un evento promosso dallo stesso Centro Basaglia in collaborazione con Psichiatria Democratica, Spi Cgil, Koinรจ e la stessa Provincia di Arezzo. Interverrร , tra gli altri, Livia Turco, ex ministra e adesso presidente della Fondazione Nilde Iotti.

Bruno Benigni si colloca tra la seconda metร  del Novecento e i primi anni del nuovo millennio. Eโ€™ la storia di un politico: cattolico e poi comunista, protagonista del dialogo. E di un uomo delle istituzioni: assessore prima della Provincia di Arezzo (1970- 1980) e quindi della Regione Toscana (1980 โ€“ 1990). Impegnato poi nello Spi nazionale e nella Lega nazionale delle autonomie locali fino ad essere il fondatore del Centro Basaglia.

Il filo conduttore dei suoi 40 anni di lavoro รจ rappresentato dai diritti โ€“ quello alla salute e al sostegno sociale in particolare – degli ultimi. Regista della chiusura del manicomio di Arezzo, protagonista della fine degli ospedali psichiatrici giudiziari, accanito difensore del diritto alla salute dei detenuti. Quindi la visione della sanitร  territoriale, con il progetto delle Case della salute e poi la proposta di legge sulla โ€œresidenzialitร  sociale senza emarginazioneโ€ che avrebbe evitato le attuali Rsa di grandi dimensioni.  Battaglie che ha sostenuto non solo in Toscana ma anche in Italia con il Pds, con lo Spi Cgil e con la Lega nazionale delle autonomie locali. Bruno Benigni, politico anomalo, visionario e austero ha percorso e lasciato il segno in un lungo periodo storico che va dalla fine degli anni Sessanta alla sua morte nel 2015. Un maestro elementare senza cravatta, con  unโ€™agenda senza limiti, con il rifiuto dellโ€™auto blu e dei rimborsi spese. Un politico oggi fuori della storia. O โ€“ domanda lecita โ€“ un politico che ci interroga se sia invece una certa modernitร  politica ad essere fuori dalla storia.

โ€œBruno Benigni โ€“ ricorda Tina Chiarini, presidente del Centro Basaglia โ€“ ha fatto il suo percorso con una precisa identitร  culturale, etica e politica che lo hanno reso diverso da ogni altro politico. Oggi sarebbe considerato un alieno con i suoi rifiuti delle auto blu e la sua ostinazione a viaggiare in treno, con i suoi rifiuti dei rimborsi spese, con i suoi ritmi di lavoro estenuanti e capaci di mettere a dura prova tutti i suoi collaboratori. Sempre con la sua semplice e logorata borsa di lavoro, un uomo dedito alle istituzioni e alla comunitร  e alla famigliaโ€.

Bruno Benigni ha avuto modo di vedere lโ€™alba della stagione dei diritti ma anche il suo progressivo declinare. Ha dedicato molti anni della sua vita a denunciare le controriforme che si sono delineate a partire dagli anni Novanta: contro la legge 180, contro la riforma sanitaria del 1978, le lungaggini nella chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, le resistenze allโ€™attivazione dei servizi territoriali.

โ€œFino a quando ne ha avuto la possibilitร  โ€“ conclude Tina Chiarini –  ci ha trasmesso il suo pensiero: non desistere mai, non rassegnarsi, continuare a impegnarsi e a lottare. Benigni รจ stato un uomo giusto, uomo del Novecento per dati anagrafici e storia politica ma in realtร  un uomo senza tempo per gli ideali che ne hanno sempre guidato lโ€™azione. Il Centro Basaglia, da lui creato, รจ e sarร  lo strumento per trasmettere e portare avanti i suoi insegnamenti e i suoi idealiโ€.

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