Relazioni, emozioni e servizi nelle patologie terminali saranno al cuore della quarta tappa del corso di formazione e informazione “Volontari per una vita di valore”.
Mercoledì 30 aprile, alle 17.00, prosegue il ciclo di incontri promosso dall’Avad – Associazione Volontari Assistenza Domiciliare di Arezzo per veicolare competenze e conoscenze per migliorare la qualità dei servizi di ascolto, vicinanza umana e accompagnamento nelle fasi più delicate della malattia.
L’appuntamento sarà ospitato nei locali della parrocchia di Sant’Agnese in Pescaiola e sarà aperto alla partecipazione libera e gratuita di familiari, volontari, associazioni e operatori socio-sanitari che potranno godere di un’occasione di confronto con professionisti e medici specializzati in malattie degenerative e terminali.
Tra i relatori del 30 aprile, in quest’ottica, rientrerà il dottor Marcello Caremani che condividerà un’esperienza decennale maturata all’ospedale San Donato prima come direttore dell’Unità Operativa di Malattie Infettive e di Ematologia della Asl8, poi dal 2005 al 2013 come direttore del Dipartimento di Medicina Specialistica.
“Cosa ci ha lasciato la pandemia Covid” sarà il tema trattato nel corso di un intervento che proporrà una riflessione sull’eredità umana e professionale emersa durante l’emergenza sanitaria, con un focus particolare sull’importanza della cura della relazione e della comunicazione nei contesti di sofferenza e fragilità.
L’incontro proseguirà poi con la relazione “Percorsi territoriali di assistenza e continuità” tenuta dalla dottoressa Chiara Pacifico dell’Unità Funzionale Cure Palliative dove verranno illustrati modelli organizzativi e buone pratiche sul territorio aretino per una presa in carico globale e continuativa del paziente nella fase avanzata della malattia in una rete integrata che coinvolge medici, specialisti, infermieri, volontari e familiari.
«Questo incontro – commenta Enzo Gori, presidente dell’Avad, – va a inserirsi in un percorso più ampio di sensibilizzazione e formazione che l’Avad porta avanti da anni per promuovere una cultura del “prendersi cura” che metta al centro la persona nella sua interezza, andando oltre alla dimensione della malattia.
Gli appuntamenti di “Volontari per una vita di valore” stanno fornendo l’occasione di ascoltare specialisti di diversi settori per un approccio completo e integrato volto a ribadire l’importanza della collaborazione multidisciplinare per assicurare dignità, conforto e qualità della vita ai malati e alle loro famiglie».