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A volte anche l’economia insegue chimere: lo ha spiegato ad Arezzo Carlo Cottarelli

Carlo Cottarelli, Borsa Merci Arezzo

Siamo abituati a pensare l’economia come una “scienza”. Precisa, pragmatica, razionale. Fatta da certi scienziati, gli economisti, che difficilmente sbagliano. Dunque infallibile? La realtà è che non è esattamente così. E che sono molte le volte in cui proprio gli economisti hanno sognato troppo, inseguendo delle chimere. E noi con loro.

Lo ha spiegato bene l’onorevole Carlo Cottarelli ieri pomeriggio presso la Borsa Merci di Arezzo, la città delle chimere per eccellenza. Raccontando il suo ultimo libro “Chimere, sogni e fallimenti dell’Economia“, edito da Feltrinelli, il professore (anche se a lui non piace troppo essere appellato così) ha delineato i 7 grandi temi che negli ultimi decenni promettevano di rivoluzionare il mondo, di portare benessere e prosperità a tutti. Ma qualcosa nel percorso fra sogno e realtà è andato storto.

Si tratta delle criptovalute, dell’indipendenza delle banche centrali, della liberalizzazione del sistema finanziario. Dello sviluppo tecnologico, paventato come destinato a liberare l’uomo dal peso del lavoro. Infine della globalizzazione e del mito della crescita senza limiti.

L’onorevole Cottarelli ha approfondito con il pubblico soprattutto le chimere della globalizzazione, dello sviluppo tecnologico e della crescita. Tutti e tre i temi sono stati poi allacciati al macro-tema che oramai da un po’ fa da stella guida sia per la politica che per l’economia: il cambiamento climatico.

Noi – ha detto Cottarelli – pensiamo oggi di vivere in chissà quale rivoluzione tecnologica con Google, gli smartphones, l’intelligenza artificiale. Ma in confronto a ciò che hanno fatto i nostri bis nonni a cavallo fra ‘800 e ‘900 e poi i nostri nonni dopo la seconda guerra mondiale, vi assicuro è poca cosa. Questo è uno dei motivi per cui la crescita non è aumentata, nonostante i tanti progressi tecnologici, ma è via via diminuita“.

E nel suo libro, ai capitoli 5, 6, e 7, il professore lo spiega in dettaglio. Ma il “simposio” di ieri è stato anche l’occasione per parlare di fatti, non solo di chimere. Di quelli che smontano alcune delle nostre convinzioni.

Dobbiamo ridurre a zero le emissioni di CO2 entro il 2050 – ha ribadito Cottarelli – e abbiamo iniziato a farlo noi “occidentali”. Ma non basta. E perché? Spesso si sente dire perché Cina, India, Russia, i famosi “Brics”, di converso non fanno che aumentarle. Se parlaste con loro vi direbbero si, è vero, loro producono molta CO2, ma gran parte di quella che già è nell’aria (55%) è responsabilità del 15% del mondo: cioè di noi occidentali”.

“E poi c’è la questione delle emissioni pro capite. Sapete quanta CO2 produce all’anno un americano? Otto tonnellate. Quanta invece un indiano? Tre tonnellate. L’occidente, pur diminuendo progressivamente le emissioni totali, continua ad essere in testa per le emissioni della singola persona”.

All’evento, organizzato dalle Acli di Arezzo ed inserito nella cornice dell’Acli Life Festival, presenti molte personalità ed istituzioni cittadine. Dall’assessore al Bilancio Alberto Merelli che ha portato il saluto del Sindaco Alessandro Ghinelli e del Comune di Arezzo, a Giuseppe Giorgi, consigliere dell’assemblea PD Toscana.

Assieme a Carlo Cottarelli sono intervenuti Stefano Ciuoffo (assessore regionale a infrastrutture digitali, rapporti con gli enti locali e sicurezza), Giuseppe Salvini (segretario generale della Camera di Commercio di Firenze), Marco Randellini (segretario generale della Camera di Commercio di Arezzo-Siena), Cesare Ciabatti (Fondazione Next Generation EuroPA) e Silvia Russo (segretaria generale della Cisl di Arezzo), mentre i saluti iniziali sono stati affidati a Massimo Guasconi (presidente della Camera di Commercio Arezzo-Siena.

Questa mattina l’onorevole Cottarelli incontrerà gli studenti dell’ITIS Galileo Galilei di Arezzo, per parlare loro delle prospettive dell’economia.

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