«È stato un evento unico, una bella sorpresa, siamo rimasti tutti emozionati e ciò ha reso ancor più magica l’atmosfera del nostro presepe vivente. Lo abbiamo visto come un segno del destino, come a dimostrare che nella nostra rappresentazione è tutto reale. È stato un dono della natura, ora stiamo pensando di adottare questo animalino».
Così il presidente della Proloco di Gricignano, località alle porte di Sansepolcro (Ar), promotrice della sacra rappresentazione, aveva commentato la nascita di un agnellino proprio al momento dell’inaugurazione dell’evento, il giorno dopo Natale, nascita seguita anche dal sindaco Fabrizio Innocenti.
I primi santuari in Italia sono nati alla fine degli anni novanta. La Rete dei santuari di animali liberi, costituita nel 2012, ne riunisce una ventina, molti dei quali in Toscana, che ospitano più di 2000 animali salvati dallo sfruttamento dell’industria della carne, ma anche del divertimento e della sperimentazione animale. Ogni anno la Rete si occupa di portare in salvo altre centinaia di animali, ai quali vengono trovate sistemazioni per la vita. «Molti degli animali accolti – conclude Sara d’Angelo – sono proprio pecore e capre, ingravidate e sfruttate per il latte e il formaggio e i cui figli, agnelli e capretti, soprattutto se maschi e quindi scarti di questa produzione, finiscono sulle nostre tavole in particolare durante le feste natalizie e pasquali».