Quasi tutte le emittenti televisive, e lo stesso vale per quotidiani e periodici, non solo di diffusione nazionale, si sono occupate in questi anni della natura originale e multiforme del parco nazionale delle Foreste casentinesi. Ma forse raramente ci si era concentrati con altrettanta curiositร e passione, prima che sulla storia e la ricchezza ambientale, sulla sua biodiversitร umana. Ed in effetti tantissimi sono i chilometri e le direzioni indagate nei 36.000 ettari protetti, il โluogoโ raccontato da Lucrezia Lo Bianco nel documentario โRosso Casentinoโ, andato in onda su Rai 5 ed in procinto di essere trasmesso anche su Rai 3.
Quel lavoro, che ha ottenuto buoni ascolti e decisi commenti di apprezzamento, verrร proiettato sul grande schermo venerdi sera al Centro creativo Casentino (via Umbro-casentinese, 1 โ Bibbiena) alle 21. Saranno presenti Luca Santini, presidente del Parco, il musicista Massimo Giuntini e Lucrezia Lo Bianco, regista ed autrice del film.
Il Parco comprende unโarea nella quale lโuomo ha sempre vissuto e lavorato, ma, a causa del massiccio esodo che si รจ verificato a partire dal secondo dopoguerra, il numero degli abitanti di quel tratto di Appennino si รจ ridotto, fino alla costituzione della riserva, a circa 1.500 persone. Lโautrice รจ andata a scovarne qualcuna che ci abita da sempre, ma ha trovato anche molti che negli ultimi dieci anni hanno deciso di lasciare la cittร e scelto di vivere nel Parco. Ed รจ riuscita a parlare anche con loro.
E le storie sono molte e si snodano, come i passi e i sentieri necessari a descriverle: la famiglia Ulivi, di Caโ di Noce (Corniolo); Antonio e Giulia, i ragazzi che hanno recuperato la tradizione della stampa a ruggine di Santa Sofia (Peromatto), il cormamusista Massimo Giuntini, con atmosfere gotiche negli antichi castagneti di Camaldoli; Marzia, aretina che ha ha deciso di vivere nel bosco ed occuparsi di ospitalitร allโImposto di Stia; Beppe โdei due mondiโ (dalla Romagna al Sudamerica), finito a gestire un agriturismo, un castagneto ed un allevamento, alle Casine San Godenzo; Lando Landi che racconta il Panno Casentino dal punto di vista di chi ha vissuto da operaio i primi straordinari opifici della vallataโฆ. Sarร un racconto corale al quale ha partecipato anche la band della Casa del vento. La sua โvoceโ, lโinsegnante di scuola primaria Luca Lanzi, รจ andato coi suoi alunni a Vallucciole, nei luoghi che ricordano le stragi naziste.
E poi il Padre guardiano della Verna, Francesco Brasa; lโavventura di Casa Santicchio, sugli antichi transiti dei pellegrini; i ricercatori che studiano le โmigrazioniโ degli alberi sulla pressione del cambiamenti climatici e la โcomunitร musicaleโ di Renate e Andreas, tedeschi del Doccione in Vallesantaโฆ Insomma un grande, imperdibile, racconto corale che parla che parla del rapporto inestricabile tra la ricchezza naturale e quella culturale.