Al Circolo Artistico incontro con Roberto Curtolo sull’Esodo Giuliano Dalmata

In questo momento di grave difficoltà internazionale riflettere sul tema dei Confini attraverso la storia del nostro confine orientale e delle vicende che lo hanno determinato nel tempo, fino alla seconda metà del secolo scorso, diventa un modo per leggere con altri occhi quanto sta accadendo su altri confini. 
 
Leggere l’Esodo Giuliano Dalmata, la diaspora di 300.000 anime che hanno dovuto abbandonare le loro case, la loro cultura e le loro tradizioni, e’ anche il modo per fare i conti con un periodo storico a noi vicinissimo che ancora non è entrato nella quotidianità della nostra tradizione culturale.
 
Non si tratta solo di esplorare i confini geografici attuali e di confrontarli con il passato più o meno recente, ma anche di comprendere altri confini, insiti nel coacervo rappresentato da lingue, ideologie e modi di sentire e comprendere il mondo. 
 
Diverse visioni del mondo, diverse volontà di potenza hanno calpestato centinaia di migliaia di anime, hanno costretto intere famiglie ad abbandonare case, averi grandi e povere cose, hanno ucciso migliaia di persone nelle foibe mettendo uomini contro uomini, umano contro umano, alzando barriere dentro i cuori, nei pensieri.
 
Analizzare e riflettere su queste vicende che hanno coinvolto il confine orientale d’Italia nel 900 ci può aiutare a comprendere meglio la nostra storia recente e quella del mondo attuale.
 
Per questo il Circolo Artistico il 9 febbraio alle 18.00 nelle proprie sale offre uno spazio di riflessione con uno speech di Roberto Curtolo, già dirigente dell’Ufficio Studi e supporto all’autonomia scolastica dell’USR Toscana e del Provveditorato di Arezzo, filosofo e storico e, per molti anni, dirigente di scuole nella città di Gorizia.

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