di Stefano Pezzola
“Nuovi vaccini anti Covid pronti in meno di 100 giorni e molto efficaci. Se solo le agenzie del farmaco fossero più rapide ad approvarli” così Albert Bourla presidente e amministratore delegato di Pfizer.
Albert Bourla parla con i membri del think tank Chatham House e lancia un atto d’accusa contro quella “piccola parte della comunità scientifica che con la sua disinformazione sui vaccini ha fuorviato una limitata ma significativa quantità di cittadini. Sono criminali“.
Non contento decide poi di indirizzare il suo attacco all’Organizzazione Mondiale della Sanità affermando che “pensa più alla politica invece di preparare i Paesi in via di sviluppo ad accogliere e distribuire i vaccini: abbiamo centinaia di milioni di dosi ferme in frigo, possiamo offrirle praticamente gratis. Ma, oltre a una cultura locale più avversa ai vaccini, se l’Oms non prepara le basi, le strutture e un’informazione adeguata per i vaccini in quei Paesi“.
Aggiunge poi che il settore privato ha avuto un “successo straordinario nei vaccini mentre le istituzioni pubbliche hanno mostrato falle e impreparazione a eventi del genere. I vaccini anti Omicron stanno arrivando in autunno e il ritardo è dovuto al fatto che le agenzie del farmaco europee e americane stanno chiedendo più dati e informazioni, rispetto all’inizio della pandemia. Inoltre, i parametri richiesti dalle due sponde dell’oceano sono diversi e quindi bisogna preparare un prodotto che soddisfi tutti“.
E chiude dichiarando che “il nuovo vaccino anti Omicron sarà sicuramente molto efficace per tutte le mutazioni che verranno nei mesi successivi“.
Alla domanda se continueremo ad assumere vaccini anti Covid per i prossimi 10 anni, Albert Bourla risponde sorridendo: “SI”.
Gestisce un gigante farmaceutico americano che grazie ai vaccini e alla pandemia ha incassato enormi profitti: circa 33 miliardi di euro di entrate solo nel 2021 ma evidentemente quella montagna di soldi non gli basta, e preme per smaltire tutti i vaccini prodotti e in scadenza, spingendo i governi ad obbligare i cittadini alla quarta e quinta e chissà quante dosi.