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All’Auditorium Ducci, Carlo Vivoli parla dei Lotteringhi della Stufa, “una famiglia di feudatari”

Martedì 26 novembre, alle ore 17,30, all’Auditorium Ducci di via Cesalpino, Carlo Vivoli parla dei Lotteringhi della Stufa, “una famiglia di feudatari”.

Curato da Luca Berti, il ciclo si propone di indagare struttura, rilevanza e consistenza dell’istituto feudale nella Toscana moderna, e in particolare nel territorio aretino, fino al termine del Settecento, prima con i Medici, poi con gli Asburgo-Lorena subentrati nel 1737 nel governo del granducato.

Marchesi dal 1632 del Calcione, feudo della Valdichiana posto tra le due comunità di Monte San Savino e di Lucignano, i Lotteringhi della Stufa forse originari della Germania risultano attivi a Firenze sin dal secolo XIII, quando sono iscritti all’arte della Lana.

Nel corso del secolo successivo la famiglia si trasferisce nel quartiere di San Giovanni dove costruisce nella piazza accanto alla chiesa di San Lorenzo il palazzo che porta ancora il loro nome, anche se non è più di proprietà degli eredi.

Proprio la vicina presenza di alcuni bagni è all’origine dell’aggiunta “della Stufa” al cognome. Tra gli esponenti più in vista, Angelo e il figlio Luigi, attivi tra la metà del Quattrocento e l’inizio del secolo successivo, diplomatici e politici, fedeli alleati dei Medici nei difficili anni tra la Repubblica e il Principato.

A loro si deve l’acquisto nel 1483 della tenuta del Calcione, che è ancora di proprietà dei Pianetti Lotteringhi della Stufa. Furono per lungo tempo commendatari della Badia di Capolona e proprietari, tra i tanti possedimenti, di beni in Valdichiana poi in parte passati ai Corsi per matrimonio nel 1684.

Già funzionario del ministero della Cultura, Carlo Vivoli ha lavorato presso gli Archivi di Stato di Firenze e di Pistoia, del quale è stato direttore dal 1992 al 2008. Docente di archivistica e di storia delle istituzioni presso la Scuola di archivistica dell’Archivio di Stato di Firenze; presso l’Università di Pisa e in altri corsi organizzati dall’Associazione nazionale archivistica italiana (ANAI) o da altri enti e istituzioni.

È autore di studi di storia degli archivi e di storia delle istituzioni del Granducato di Toscana, con particolare riferimento agli uffici che si sono occupati del controllo del territorio.

Fa parte della Deputazione di storia patria per la Toscana e presiede, dal 2016, l’Associazione di volontariato di Pistoia “Storia e Città”, che pubblica la rivista “Storia locale. Quaderni pistoiesi di cultura moderna e contemporanea”.

Il ciclo di conferenze su feudi e feudatari si concluderà il 3 dicembre, quando Luca Berti, sempre all’Auditorium Ducci, analizzerà l’atteggiamento del ceto dirigente aretino del Seicento di fronte all’ipotesi di creare nuovi feudi nel territorio più prossimo alla città.
Le conferenze della Società storica aretina sono ad ingresso libero e gratuito.

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