Guardando il tracciato della Direttissima Firenze-Roma, la linea ferroviaria ad alta velocità costruita tra il 1970 ed il 1992, che oggi è al centro dell’attenzione per la costruzione della stazione MedioEtruria nella località scelta di Creti/Farneta, di cui abbiamo approfondito e messo in evidenza l’inadeguatezza e l’inopportunità nella sua realizzazione in un altro articolo pochi giorni fa, si potrà notare che una stazione, l’unica sull’intera tratta, già esiste.
Ohibò! E nessuno se n’era accorto? Davvero nessuno si è reso conto che dal 1977 quella stazione sta lì, tranquilla e ancora in uso, ovvero fin dall’inaugurazione del primo lotto?
E dove si trova? Esattamente a 138 da Roma Settebagni, luogo d’inizio della Direttissima, e a 177 Km da Firenze Rovezzano, luogo terminale della linea ad alta velocità, ovvero in località Ponticelli, in Umbria immediatamente subito dopo il confine con la Toscana. E’ la “nuova” stazione di Città della Pieve.
E qui non vogliamo assolutamente pensare che sia stato l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi a chiedere la costruzione della Stazione sull’Alta Velocità per poter scendere dal treno più agevolmente per tornare a casa, rievocando la fermata a Ciampino del Ministro Lollobrigida. Meglio farsi fare una stazione che chiedere una fermata ove non prevista. Naturalmente questa è solo una battuta scherzosa. All’epoca il giovane Draghi era impegnato a conseguire gli ultimi titoli di studio oltre oceano e a conquistarsi le prime cattedre.
Scherzi a parte dunque, la stazione di Città della Pieve con i suoi 4 binari, alla periferia nord dell’abitato di Ponticelli apparirebbe come l’unica fermata sull’alta velocità, anzi, se proprio dobbiamo essere precisissimi, sulla linea lenta, dato che i primi due binari prospicenti il marciapiede dell’edificio sono quelli posti sul vecchio tracciato lento. Gli altri due binari successivi, il terzo e il quarto, invece, sono quelli che utilizza la linea veloce ove naturalmente non è prevista sosta. Chi si trova infatti a transitare con una Freccia FS o un Italo tra Roma e Firenze, se aguzza la vista ad esempio provenendo da sud, dopo aver scavalcato l’Autostrada A1, prima di Chiusi, noterà alla sua destra il cartello “Città della Pieve” posizionato su un fabbricato basso, tutto su un livello, in cemento armato e mattone rosso, pressoché identico ma leggermente più grande dei manufatti dei vari Posti di Controllo e dei Bivi nord e sud di Chiusi, Arezzo, Valdarno, Orvieto, Orte, Renacci e altri. Questa struttura era stata realizzata sul punto finale del primo lotto, in coincidenza con la reimmissione dei convogli dalla linea veloce a quella lenta e viceversa. La tratta Roma-Città della Pieve fu inaugurata il 24 febbraio 1977. I lavori successivi di completamento della linea fino a Firenze sarebbero quindi ripartiti dalla nuova stazione di Città della Pieve verso nord.
Dalle foto satellitari e locali infatti si nota molto bene il progressivo avvicinamento delle due linee lenta e veloce in località Ponticelli, e le stesse corrono parallele sullo stesso sedime e allo stesso livello per 2,3 km per poi riallontanarsi. In questo spazio è posta questa stazione di Città della Pieve. Per decenni la fermata passeggeri è stata utilizzata dai treni regionali. Dal febbraio 2017 RFI ha deciso di chiuderla, invece di potenziarla, declassandola a PM, Posto di Movimento, cioè a impianto di servizio che espleta solo funzioni connesse alla circolazione dei treni e che non effettua servizio viaggiatori e/o merci.
Certamente il manufatto attuale non è adatto ad ospitare una stazione dell’Alta velocità, ma se ricostruito o riadattato in loco, rifatti i marciapiedi e riqualificata la zona a parcheggio per transito passeggeri sicuramente non ci sarebbe da fare altro. La stazione si troverebbe a 56 km dalle porte di Perugia ovvero esattamente alla stessa distanza da Creti. Non si capisce quindi come mai l’amministrazione regionale umbra preferisca una stazione da progettare e costruire a Creti con costi enormi e decisamente proiettata a nord, quindi poco conveniente per chi si reca o arriva da sud in Umbria, piuttosto che potenziare una stazione sull’Alta Velocità già esistente.
L’eventuale utilizzo di Città della Pieve come stazione AV chiaramente sarebbe a servizio esclusivamente su gomma solamente per Perugia, e quindi in quel caso Arezzo e Siena ne sarebbero totalmente escluse. Poco male alla fine, perchè RFI probabilmente, se anche avesse considerato l’opzione Città della Pieve, avrebbe lasciato ai due capoluoghi toscani le fermate alle vecchie stazioni così come sono oggi. In ogni caso anche la soluzione Città della Pieve a conti fatti, oggi sarebbe inutile, perchè priva di collegamenti ferroviari con il resto dell’Umbria.
Non solo, ma come ha ben sottolineato qualche testata locale umbra, tra le ipotesi meno sfavorevoli per Perugia prese poco in considerazione c’è anche, oltre a Ponticelli/Città della Pieve, la stazione di Chiusi ad una manciata di Km più a nord. Ma anche qui bisogna arrivarci in auto dopo gli stessi chilometri, a meno che non si costruisse una bretella ferroviaria via Tavernelle, cosa praticamente impossibile, vista la progressiva e inarrestabile dismissione di numerosissimi tronchi ferroviari locali, che FS ha ribattezzato da tempo, impropriamente “rami secchi”. Impropriamente perchè da tempo la nostra grande rete ferroviaria che garantiva a milioni di pendolari lo spostamento sul territorio senza l’utilizzo del trasporto su gomma, ha rafforzato solo il trasporto ad alta velocità mettendosi in concorrenza con le linee aeree, penalizzando il trasporto locale ad impatto ambientale zero. Viva la coerenza!
Insomma, una situazione difficile che tende a non portare nulla di buono. In questi casi, dopo tutte le ipotesi messe in campo, dopo tutti i tentativi di mediazione, qualsiasi opera venga realizzata sembra che poi alla fine non possa portare a nessun risultato positivo. Ma mai come ora si potrebbe auspicare che in questa materia la politica rimanga inconcludente. Infondo e solo in questa circostanza è il caso di dire e sottolineare che “Chi non fa, non falla”.
Una piccola sottolineatura finale di non poco conto va fatta su queste stazioni AV. La costruzione di una struttura che favorisca una città piuttosto di un altra vicina, alimenta spesso scelte e battaglie campanilistiche. Nonostante ad esempio che la MedioPadana costruita a Reggio Emilia sia una struttura comoda, efficiente e avveniristica, ai cugini vicini di Parma, l’esistenza di questa struttura lontano dalla propria città non è andata proprio giù. Per una forma di invidia campanilistica adesso vorrebbero anche loro una stazione sull’Alta Velocità, pur trovandosi a 30 km di rettilineo in pianura su A1 a tre corsie o via ferro.
Riflettiamo quindi quanto sia utile e opportuno spendere milioni di Euro per stazioni AV, aeroporti e autostrade per soddisfare la propaganda politica di alcuni superbi amministratori e non le esigenze più essenziali dei cittadini.