di Andrea Giustini
Tutto è pronto per la 141ᵃ edizione della Giostra del Saracino. Come di consueto questa mattina si sono svolti i rituali che ne precedono la corsa in piazza Grande. Alle 10:30 i valletti e i vessilliferi del Comune, scortati dai Fanti, al passo coi tamburi dei Musici, si sono recati al Duomo, dove Mons. Alvaro Bardelli ha solennemente riconsegnato alla città di Arezzo la Lancia d’Oro, custodita nella cattedrale dopo l’Estrazione delle Carriere.
Alle 11:00, giunte in piazza della Libertà anche le rappresentanze dei quattro Quartieri, l’Araldo, dal palazzo del Comune, ha letto il Bando, annunciando a tutta la Città che questa sera, alle 21:30, si correrà la Giostra.
«Città di Arezzo: bando! Gli onorevoli messeri, reggitori della nobilissima città di Arezzo invitano tutti della Città e del felicissimo contado, nobili e popolo, gente di lettere e di toga, mercanti et artieri di ogni arte, al torneamento della Giostra del Saracino, che sarà corsa in Piazza Grande, a li ordini del Magnifico Maestro di Campo, dai cavalieri dei Quartieri, contra un simulacro che finga, tra li soldani d’Egitto, di Babilonia e di Persia, la figura di Buratto, Re delle Indie, a confusione e ludibrio grandi di tutti gli infedeli nemici di Cristianità, ed a maggior gloria et onore del Divo Donato, Patrono Nostro e del Contado, Impetratore di grazie et Benedizione».
Una piazza gremita, fra cittadini, quartieristi e turisti, ha salutato con un grande applauso le parole dell’Araldo e l’esecuzione da parte dei Musici della Giostra di “Terra d’Arezzo”.
Dopo di ché, come da programma, il corteo si è spostato a ritmo di tamburo negli altri punti della città, per ulteriori letture del Bando: prima alla Pieve di Santa Maria, poi in piazza San Michele, passando per i Portici di via Roma, fino ad arrivare a piazza San Francesco.
Infine la Lancia d’Oro è stata scortata dalla Rappresentativa Comunale in via Bicchieraia, e posta all’interno della sede dell’Associazione “Signa Arretii”, dove rimarrà fino a stasera. La sede è aperta al pubblico, di modo da dare a tutti la possibilità di ammirare quest’opera, realizzata dal Maestro Francesco Conti sul bozzetto del rettore di Porta del Foro Roberto Felici. Dedicata all’Istituto Thevenin, che nel 2020 compiva i suoi 150 anni, il trofeo rappresenta la speranza: vi è scolpita una via Sassoverde buia con quattro bambini, di nazionalità diverse. La luce proveniente dall’Istituto diventa metaforicamente un faro di solidarietà, punto di riferimento per loro e per tutta la città di Arezzo.
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