Arezzo, 27 dicembre 2024 – Con profondo dolore e sentito cordoglio, il Presidente della Fondazione Guido d’Arezzo e Sindaco di Arezzo, Ing. Alessandro Ghinelli, insieme al Consiglio di Amministrazione della Fondazione, al Direttore Artistico del Polifonico M° Luigi Marzola, al Direttore Artistico della stagione concertistica della Fondazione Guido d’Arezzo e a tutto lo staff, annunciano la scomparsa di Slavka Taskova Paoletti, presidente onoraria della Fondazione Guido d’Arezzo e indimenticabile interprete del bel canto. La Taskova ci ha lasciato ieri, portando con sé un’eredità artistica e umana inestimabile. I funerali verranno celebrati ieri ore 15:00 presso la chiesa di Santa Maria della pieve. Nata a Sofia nel 1937, Slavka Taskova si era distinta fin dalla gioventù per il talento musicale, laureandosi in pianoforte e canto presso il Conservatorio Nazionale della capitale bulgara. Giunta in Italia per perfezionarsi all’Accademia Chigiana di Siena, aveva incontrato l’amore della sua vita, Pier Paolo Paoletti, trasferendosi ad Arezzo. Qui è diventata una cittadina illustre, amata per il suo contributo straordinario alla cultura musicale, tanto da essere scelta come prima presidente della Fondazione Guido d’Arezzo e successivamente come sua presidente onoraria.
Artista sublime, Slavka Taskova ha calcato i palcoscenici più prestigiosi del mondo, collaborando con i più grandi compositori, direttori d’orchestra e registi del Novecento. Tra questi Luigi Nono, Claudio Abbado, Pierre Boulez e Patrice Chéreau. Icona della musica contemporanea, è stata protagonista di opere celebri come “Passaggio” di Luciano Berio e “Lulu” di Alban Berg, ottenendo riconoscimenti internazionali per la sua versatilità vocale e interpretativa. Ad Arezzo, Taskova ha messo il suo straordinario talento al servizio della comunità, promuovendo il progetto “Arezzo Città della Musica” e fondando iniziative come “Le Stanze dell’Opera” e le borse di studio per giovani talenti.
“La mia Maestra”, un ricordo di Mario Cassi, vicepresidente della Fondazione Guido d’Arezzo
Conobbi la Signora, così come noi allievi abbiamo sempre chiamato la Maestra Taskova, nell’autunno 1991 a casa del Maestro Tricomi. Venne ad ascoltare i suoi allievi di pianoforte che avevano, come me, la passione del canto. Non avevo ancora 18 anni, impaurito e vergognoso, cantai un pezzo minuscolo… ero decisamente il meno dotato del gruppo, ma lei disse: “Vieni anche tu a lezione, qualcosa mi dice che potresti avere una voce interessante…” E così fu… le prime lezioni erano nei locali che oggi ospitano la Fondazione; per questo ho voluto che le prime lezioni delle Stanze dell’Opera si tenessero in quella stessa stanza. Della Signora colpiva prima di tutto l’eleganza nel vestire, da vera diva. Unita però a una semplicità tutta aretina, indimenticabile quando si metteva ai fornelli e cucinava per noi allievi il cinghiale più buono di Arezzo!
Come Maestra era davvero speciale, trasmetteva a noi allievi tutto quello che le sue grandi maestre, Gina Cigna e Lina Pagliughi, le avevano insegnato. E quello che aveva imparato lavorando con direttori d’orchestra del calibro di Claudio Abbado o Bruno Bartoletti. Ancora nel 2011, quando a Pesaro cantai al Rof Barbiere con Alberto Zedda, il Maestro aveva per la Signora un affetto e un’ammirazione speciali, come se avessero lavorato insieme fino a pochi giorni prima. Umile e preparatissima, prodigioso il suo orecchio assoluto con cui, ricercando la perfezione, correggeva ogni intonazione fallace, ma sempre con un entusiasmo quasi fanciullesco, che manifestava quando sentiva giovani voci crescere e raggiungere le vette del pentagramma grazie alla sua cura. Con umiltà e onestà, quando riteneva di averti insegnato tutto quello che poteva, ti incoraggiava ad andare anche da altri maestri per perfezionarti, senza la minima gelosia per i propri allievi. Atteggiamenti davvero inusuali nel mondo accademico musicale, ma forse non solo in esso…
Quando ho debuttato alla Scala, volle prestarmi generosamente la sua bellissima casa milanese, dove finalmente riuscii a sentire tante registrazioni, a vedere spartiti, foto, programmi della sua straordinaria carriera, che non aveva mai sbandierato a lezione. Anche in questo era una maestra davvero speciale, diva nel palcoscenico ma semplice nella vita di tutti i giorni. I suoi insegnamenti ancora oggi mi tornano in mente e mi seguono, e come lei, cerco di passarli ai tanti giovani che qui ad Arezzo hanno trovato una Casa della Musica dove perfezionarsi e iniziare una carriera in teatro. Non solo consigli tecnici ma vere e proprie lezioni di vita e di stile, consigli su come affrontare la carriera, la scelta del repertorio, e come stare in teatro. Perché se è difficile debuttare, ancora più difficile è ritornare in un teatro e durare oltre 20 anni. Questo e tanto altro ho imparato dalla Signora, e per questo le sono grato ancora oggi. Al Professore Pier Paolo Paoletti e a Riccardo, va il mio personale cordoglio e la mia sentita vicinanza nel dolore e nella preghiera, per la perdita della moglie e della madre adorata. Che è stata anche la madre della mia voce, mettendo così le ali ai sogni di un ragazzo men che diciottenne cresciuto in una città di provincia, che all’epoca ben poco aveva da offrire a chi desiderava una vita nel teatro in musica.