La dichiarazione di Sunia Arezzo:
Il bilancio di Arezzo Casa, l’ente che per conto dei comuni gestisce le case popolari, è stato stranamente approvato all’unanimità. La situazione della Toscana risulta tra le migliori in Italia e la nostra provincia ha dei dati tra i migliori della regione.
Va quindi tutto bene? Chi in quelle case ci abita non la pensa nello stesso modo. I pochi finanziamenti statali che in passato hanno consentito alcune limitati interventi sono chiusi. Con gli affitti sempre più bassi, con le case sempre più disastrate è impossibile garantire la decorosità degli alloggi. Per questo avevamo recentemente sollecitato i gruppi consiliari del Comune di Arezzo e la Commissione provinciale per il disagio abitativo ad un’azione condivisa che non distinguesse maggioranza e minoranza, istituzioni e sindacato. Perché il problema riguarda tutti in egual modo anche se nessuno degli interlocutori locali ha responsabilità sulla pesante situazione. Tutto inutile.
Come sindacato degli assegnatari non pensavamo ad azioni eclatanti ma almeno ad una presa di posizione che, assunta unitariamente, avrebbe un peso ben diverso da utilizzare ciascuno attraverso i suoi canali. Perché dovrebbe essere priorità di tutti rivendicare un progetto che preveda un rilancio di idee e investimenti che, nel giro di pochi anni, rianimi il settore casa. Ciò darebbe, già nell’immediato, una speranza alle famiglie che vivono in situazioni disastrate se non insalubri e che, al momento, non vedono prospettive di migliorare.
Del resto il settore casa interessa tutte le istituzioni: Stato, Regione, Comuni e, ultimo anello, Arezzo Casa S.p.A.
L’acuirsi del problema si scaricherà inesorabilmente nei confronti dei comuni che sono i proprietari degli alloggi e che, in quanto tali, hanno degli obblighi precisi che non hanno ceduto neppure dando in appalto la gestione ad una Spa di loro proprietà. Un gestore che non ha le condizioni oggettive per portare a termine quanto previsto.
Possiamo accontentarci perché ancora da noi la situazione non è esplosiva come in alcune grandi città? No. Ma anche il girarsi dall’altra parte è colpevole. Poi un bel giorno succederà qualcosa di esplosivo, forse lontano da noi. Un fatto per il quale ciascuno cercherà un colpevole lontano da sé.