Cattivi odori: Il Sindaco Ghinelli e l’assessore Sacchetti confermano l’impegno per risolvere il problema

“Più di 400 rilevazioni e controlli, stanziate risorse per il potenziamento dei biofiltri"

Massima attenzione da parte dell’Amministrazione al problema dei cattivi odori che insistono su alcune zone alla porte della città, impegno che il sindaco Alessandro Ghinelli e l’assessore all’ambiente Marco Sacchetti confermano in una nota congiunta.

“Siamo pienamente consapevoli della problematica che viene quotidianamente monitorata ed è nostra volontà porre in atto ogni soluzione per risolverla, ma occorre innanzitutto fare chiarezza rispetto ad alcune affermazioni che si leggono sui social e che a volte vengono riportate anche dalla stampa, la prima delle quali è che non si sarebbe fatto nulla in questi mesi. Ricordiamo che dalla scorsa estate Arpat e Asl hanno effettuato più di 400 rilevazioni a seguito di sopralluoghi e ripetuti controlli su tutta l’area interessata dalle segnalazioni e presso l’impianto di recupero integrale dei rifiuti di San Zeno, e lo scorso fine settimana nelle notti di sabato e di domenica i tecnici comunali hanno fatto dei sopralluoghi nelle aree limitrofe all’impianto per rilevare la presenza o meno di emissioni odorigene nelle ore notturne quando il fenomeno si manifesta con più frequenza ed intensità. La stessa azienda ha eseguito i controlli previsti per individuare tutti i propri emissivi”, precisano sindaco e assessore. “Riguardo invece la natura delle emissioni odorigene viene lamentato frequentemente “odore di spazzatura”: si tratta esclusivamente di odori generati dai processi di trasformazione della materia organica provenienti dalla raccolta differenziata e non dalla termovalorizzazione. Su questo punto infatti è di fondamentale importanza essere chiari altrimenti si generano solo confusione ed allarmismo.
Fino all’arrivo del grande caldo però l’esito dei riscontri degli organi di controllo riferiva di un problema estremamente discontinuo e transitorio, tanto da poter essere riscontrato poche volte a seguito delle segnalazioni. Nonostante ciò abbiamo chiesto ad Aisa Impianti di attivarsi per comprendere se la linea di compostaggio dell’impianto potesse essere una causa delle maleodoranze e l’Azienda, per quanto tutte le analisi effettuate continuassero a confermare il rispetto dei limiti sulle emissioni imposti dall’autorizzazione regionale, ha comunque deciso di investire altri 2 milioni di euro nel potenziamento dei biofiltri e dei sistemi interni di monitoraggio su altri punti dell’impianto potenzialmente in grado di emettere cattivi odori”, continuano Ghinelli e Sacchetti. “Anche la messa in funzione dell’impianto di digestione anaerobica previsto per il prossimo mese di settembre concorrerà all’abbattimento degli odori, riducendo drasticamente il quantitativo di rifiuti introdotti nella linea di compostaggio aerobica e dei sovvalli che attualmente vengono trasferiti verso altri impianti. Gli interventi strutturali come il potenziamento dei filtri però richiedono del tempo, non possono essere realizzati dall’oggi al domani, quindi non è pensabile che possano produrre un beneficio immediato. Va sottolineato che dai controlli che Arpat ha effettuato presso l’impianto non è emersa nessuna criticità imputabile a una cattiva gestione, gli impianti sono stati realizzati conformemente a quanto autorizzato e l’azienda rispetta tutti i limiti emissivi imposti con le autorizzazioni in suo possesso, e cogliamo l’occasione per esprimere la nostra più completa fiducia nell’operato dell’azienda. Il Comune dal canto suo considerato che ad oggi le cause dei cattivi odori deve essere ancora individuata con certezza, di concerto con Arpat ed Asl, commissionerà ad una società specializzata uno studio olfattometrico di area vasta con l’obiettivo principale di definire in termini quantitativi la natura del fenomeno, la sua diffusione, la sua intensità e persistenza oltre ad indagare la presenza di ulteriori fonti emissive odorigine della zona qualsiasi esse siano che di fatto complicano la situazione. Il quadro delle segnalazioni è cambiato molto con l’arrivo del caldo ed in particolar modo con il caldo torrido degli ultimi giorni. Sono aumentate nel numero denotando un aggravamento della problematica caratterizzata da un incremento dell’estensione, e della durata e dell’intensità. A questo proposito però è importante capire che ci troviamo di fronte a circostanze climatiche eccezionali, che si verificano con sempre maggiore frequenza e pongono enormi sfide di adattamento. Purtroppo il grande caldo oltre al disagio che provoca è in grado di intensificare enormemente gli odori, perché da una parte inibisce alcuni processi di trasformazione della materia organica, dall’altra, grazie all’aumentata umidità dell’aria è in grado di trasportare un carico maggiore di composti odorigeni. E’ un problema con il quale dobbiamo fare i conti tutti insieme – concludono Ghinelli e Sacchetti – perché da una parte i cambiamenti climatici non possono essere imputati alla responsabilità di singoli soggetti, e dall’altra è bene ricordare che i rifiuti che vengono gestiti nel nostro impianto li produciamo noi tutti, ed è impensabile limitare la capacità di trattamento di un impianto strategico non solo per il territorio di Arezzo ma per tutta la provincia perché così facendo andremmo a determinare problematiche di carattere igienico sanitario ancora più grandi e forse con l’effetto che i rifiuti produrrebbero il loro odore per strada”.

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