di Andrea Giustini
“Arezzo 2020: per Cambiare a Sinistra” ha nei giorni scorsi rilasciato alcune dichiarazioni contrarie all’ipotesi di una Stazione Alta Velocità ad Arezzo. Il punto più importante sollevato è che il paragone con Mediopadana “non regge”, perché i numeri di una potenziale Medioetruria in Valdichiana sarebbero lontanissimi da quelli che, giornalmente, ottiene la stazione AV al nord. Per Arezzo 2020, sarebbe più opportuno concentrarsi sulle difficoltà che incontrano i pendolari della Provincia, questione spesso lasciata in ombra.
Il Comitato Stazione Alta Velocità Arezzo (SAVA), ascoltato da ArezzoWeb, commenta così le dichiarazioni di Arezzo 2020:
<< E’ vero – ammette il Comitato SAVA – un paragone con Mediopadana non è adeguato. Una stazione AV Medioetruria probabilmente non avrebbe lo stesso bacino di utenza, ma bisogna anche dire le cose più precisamente. Nessuno in realtà pretende di fare paragoni effettivi con Mediopadana. E’ anzi lo stesso Comitato SAVA a non fare questo paragone, per il semplice fatto che gli obbiettivi sono diversi. Sembra quasi che con la proposta di una Stazione AV ad Arezzo si vogliano raggiungere le 33 coppie di treni quotidiani che fluiscono nell’infrastruttura al nord: non è così.
L’obbiettivo è casomai avere 10, 11 o 12 coppie di treni alta velocità che si fermino ad Arezzo, in modo da coprire adeguatamente la fascia oraria dalle 6 del mattino alle 8 di sera. Lo stesso studio del 2015, citato da Arezzo 2020, non fa infatti il paragone con Mediopadana. La prende invece come paradigma, come modello a cui ispirarsi, in quanto in quel periodo, lo si ricorderà, proprio grazie a questa nuova infrastruttura si riaccese il dibattito su potenziali collegamenti fra territori intermedi.
C’è inoltre da dire che lo studio del 2015, anche se in modo approssimato, in realtà calcolava un bacino di utenza simile a quello di Mediopadana. Ma assumiamo pure come fa Arezzo 2020 che il bacino di utenza di Medioetruria sia inferiore. Allora, per un paragone quantitativamente più adeguato, si dovrebbe prendere una città come Ferrara ad esempio. Cittadina di circa 132mila abitanti, ha 20 corse di treno AV quotidiane, tra Trenitalia e Italo. Nessuno però si è mai strappato le vesti dicendo che far fermare quei treni AV a Ferrara sia cosa chimerica o inutile.
Il vantaggio di Ferrara inoltre è avere la stazione ubicata direttamente nella linea ferroviaria, come in teoria sarebbe anche la nuova stazione AV alle porte di Arezzo. Il Comitato SAVA vorrebbe anche ricordare che una stazione AV ad Arezzo o in Valdichiana avvantaggerebbe in particolar modo Arezzo e Perugia per ovvi motivi geografici: da Siena si continuerebbe ad andare a Firenze per prendere i treni AV verso il nord Italia.
Infine concludere il discorso, come fa Arezzo 2020, parlando delle difficoltà dei pendolari della Provincia ci sembra più uno spostare l’attenzione su problemi che sono di natura diversa, poco correlati. Qui stiamo parlando di treni per lunghe/medie distanze, e non di trasporto regionale >>.