Un’iniziativa innovativa che, grazie alla coprogettazione con il terzo settore, punta a potenziare i servizi per i cittadini stranieri del Valdarno aretino, favorendo integrazione, supporto legale, abitativo e lavorativo, con sportelli diffusi e un rafforzato centro di ascolto
Il Comune di San Giovanni Valdarno, individuato come capofila per la Conferenza dei sindaci per le politiche di inclusione rivolte ai cittadini stranieri, ha avviato una riorganizzazione delle attività sul territorio, con l’obiettivo di rafforzare il supporto e l’integrazione delle comunità straniere.
In particolare, è stato avviato un progetto innovativo che coinvolge enti del terzo settore, a partire dal bando pubblicato nel luglio 2024 e i lavori di coprogettazione che sono iniziati nel settembre 2024.
Hanno partecipato a questo processo di coprogettazione Betadue, Fondazione Giovanni Paolo II, Oxfam e Arci.
La coprogettazione, che rappresenta uno strumento fondamentale di collaborazione tra il pubblico e il privato, ha permesso di valorizzare le competenze e la conoscenza del territorio proprie degli enti coinvolti.
L’obiettivo di questa modalità di lavoro è quello di identificare soluzioni concrete e condivise per rispondere ai bisogni sociali emergenti, favorendo l’integrazione e la coesione sociale.
“Si tratta di un obiettivo molto importante che la Conferenza dei sindaci del Valdarno aretino – ha dichiarato la presidente Valentina Vadi, anche sindaco di San Giovanni Valdarno – è riuscita a raggiungere con questo progetto di inclusione rivolto ai cittadini stranieri.
Il Comune di San Giovanni Valdarno, in qualità di capofila con delega ai servizi e alle attività per le comunità straniere, ha promosso e realizzato questo progetto basato sulla coprogettazione con gli enti del terzo settore.
È la prima volta che, nel Valdarno aretino, riusciamo a sviluppare un progetto di questa natura.
Desidero ringraziare gli enti del terzo settore che hanno lavorato con grande impegno e professionalità per il raggiungimento di questo importante risultato, che rappresenta il secondo successo dopo il progetto ‘Diritti al lavoro Valdarno’, finanziato con 800mila euro per l’inclusione sociale e l’occupazione delle persone vulnerabili.
Un ringraziamento speciale va anche agli uffici del Comune di San Giovanni Valdarno e al responsabile delle politiche sociali Gabriele Rossi, che ha saputo coordinare un progetto di così alta qualità e valore”.
Il progetto si sviluppa all’interno della cornice della riforma del terzo settore (Legge 106/2016) e pone al centro la necessità di rafforzare il coordinamento tra gli enti pubblici e privati coinvolti, così da massimizzare l’efficacia dei servizi.
Una delle principali azioni previste riguarda l’innovazione del servizio del centro di ascolto per stranieri, che verrà potenziato attraverso l’utilizzo di strumenti digitali, per rendere i servizi più capillari e facilmente accessibili.
Il progetto prevede anche lo sviluppo di servizi specifici per i migranti del territorio, come sportelli per l’informazione legale, orientamento giuridico e supporto nella ricerca di soluzioni abitative e lavorative.
Particolare attenzione è rivolta alle azioni di comunità, mirate a favorire l’integrazione delle comunità straniere nel contesto sociale e culturale locale, con il rafforzamento dei corsi di lingua italiana sul territorio.
In aggiunta, saranno promosse azioni di sensibilizzazione e informazione in ambito sanitario, per migliorare l’accesso dei cittadini stranieri ai servizi sanitari e promuovere una maggiore consapevolezza sui diritti e le opportunità disponibili.
Saranno anche avviate attività di monitoraggio e analisi dei bisogni, attraverso una reportistica strutturata che consenta di raccogliere dati utili per migliorare la gestione delle politiche sociali.
L’iniziativa nasce con l’obiettivo di unire le forze per migliorare l’efficacia dei servizi offerti alla cittadinanza straniera, rispondendo in modo integrato e sinergico ai diversi bisogni emersi. La coprogettazione tra enti pubblici e privati garantisce una risposta concreta e completa, creando un modello di inclusione che guarda al futuro.
“Il progetto, esito di un percorso di coprogettazione con gli enti del terzo settore – ha sottolineato Gabriele Rossi, responsabile dei servizi sociali del comune di San Giovanni Valdarno – ha consentito di riorganizzare i servizi rivolti ai cittadini stranieri della zona Valdarno.
Le possibilità offerte dalla coprogettazione hanno consentito di lavorare insieme per organizzare servizi innovativi e integrati. Sono stati messi a punto sportelli dedicati all’orientamento legale, uno per il supporto socio-lavorativo e uno per quello abitativo.
Inoltre lo sportello di ascolto è stato reso più capillare utilizzando anche le modalità offerte dal telefono e dalle app. Abbiamo cercato di spostare gli soportelli dai comuni ai luoghi della comunità in modo da facilitare la partecipazione dei cittadini stranieri.
Di particolare importanza l’introduzione della figura dell’operatore di comunità che ha la finalità di promuovere l’integrazione concentrandosi sui contesti e non solo sui cittadini stranieri.
Oltre alla mediazione linguistica e culturale a disposizione dei servizi, saranno attivati corsi di italiano e percorsi di formazione per gli enti pubblici e sensibilizzazione sull’educazione sanitaria.
Ancora una volta risulta di fondamentale importanza la collaborazione fra tutti gli enti pubblici afferenti alla conferenza, comuni e Asl, ed il Terzo Settore per dare risposte a bisogni complessi”.
“Vorrei ringraziare la Conferenza Zonale dei Sindaci del Valdarno Aretino – ha dichiarato Stefano Ermini della Fondazione Giovanni Paolo II – per aver avviato un percorso così bello e partecipato.
Il nostro ruolo, come Terzo Settore, è quello di analizzare i bisogni del territorio, comprendere le esigenze, in particolare delle comunità straniere, e proporre attività e servizi concreti.
L’obiettivo è avvicinare i cittadini stranieri ai servizi pubblici, creando una relazione di fiducia che permetta di avviare un vero percorso di inclusione e di cittadinanza attiva nel nostro territorio”.
“Questa esperienza – ha aggiunto l’avvocato Claudia Balocchini, che ha supportato la Conferenza dei sindaci nella procedura di coprogettazione – ha dimostrato nella pratica che modelli di co-progettazione fertile esistono e devono essere conosciuti e sviluppati.
Anche per questa ragione occorre comunicare e diffondere il più possibile le esperienze trasformative di successo, come quella della Conferenza Zonale del Valdarno, sia alla cittadinanza coinvolta, che a livello istituzionale (dalla Regione Toscana, all’Anci e fino al Forum del Terzo Settore”.
Questa mattina si è tenuto l’incontro della Conferenza integrata dei sindaci del Valdarno aretino, durante il quale sono stati presentati i servizi per l’inclusione dei cittadini stranieri della zona Valdarno ai servizi sociali della Asl Toscana sud est e dei comuni, per favorire un ulteriore scambio di idee e proposte per migliorare l’integrazione nel territorio.