La prima interrogazione è stata presentata dal consigliere comunale Michele Menchetti che ha lamentato la mancata attuazione da parte della giunta di un elenco di mozioni e atti di indirizzo “alcuni peraltro approvati in Consiglio Comunale all’unanimità: su Giulio Regeni e l’intitolazione di una strada al giovane ricercatore ucciso, sulla piantumazione di un albero per ogni deceduto a causa del Covid, sulle casette dell’acqua e la relativa richiesta di ulteriori tre postazioni, sullo studio del territorio per individuare porzioni adatte a ospitare impianti di produzione di energia eolica, sul divieto di fumo nella aree giochi destinate ai bambini nei parchi, sul percorso degli alberi monumentali. Perché sono rimasti lettera morta”?
L’assessore Giovanna Carlettini ha ricordato che “un atto di indirizzo è una sollecitazione di tipo politico, non una delibera che vincola la giunta. Quand’anche decidesse di dare seguito al dispositivo, non ci sono tempi e termini obbligatori”.
Sempre Michele Menchetti ha ricordato la presenza di gruppi musicali cover e tribut band attivi in provincia e ha chiesto di concedere loro spazio sia nel periodo estivo che nel periodo invernale “perché richiamano in genere un pubblico numeroso e anagraficamente composito”.
L’assessore Federico Scapecchi ha ricordato che “solo prendendo nota del calendario degli eventi musicali programmati in questi mesi, ci accorgiamo di quanto siano diffusi e capillari, ogni settimana, in centro come in periferia. Il bando per i progetti destinati ai giovani è oramai articolato in una sessione estiva e invernale, abbiamo eventi musicali a Castelsecco, a San Zeno, in via Malpighi, al Pionta, a Villa Severi, per non parlare della Fortezza dove ospitiamo artisti in attività come Massimo Ranieri che ci ha appena lasciato una testimonianza canora strepitosa. La scelta di fondo è quella di non organizzare gli eventi direttamente ma lasciare spazio a tutte le associazioni culturali e giovanili attraverso il filtro di un bando pubblico”.
Donato Caporali e Marco Donati sono tornati sul problema dei cattivi odori diffusi nel territorio. Il consigliere comunale del Pd ha chiesto “cosa intende fare l’amministrazione comunale per ridurre entro agosto il problema, come era nei propositi sbandierati da Aisa impianti, e per fare in modo che non si ripresenti nei mesi e negli anni a venire. A quanto ammonteranno gli investimenti di Aisa impianti? Viso che il Comune lascia a questa società partecipata i dividendi che invece gli spetterebbero, perché questi non sono dirottati da Aisa nella direzione auspicata”?
Il consigliere comunale di Scelgo Arezzo ha rilevato che “la comunicazione istituzionale si è caratterizzata per contraddittorietà: la cosa ci ha lasciato perplessi. Come gruppo consiliare, ad esempio, non avevamo tirato in ballo il termovalorizzatore nelle nostre precedenti interrogazioni ma visto quanto emerso dalle varie dichiarazioni adesso chiediamo chiarimenti anche sull’impianto. Vogliamo capire come sarà trattato l’organico, quante tonnellate sono transitate fino a oggi e quali previsioni ci sono per gli anni a venire”.
Il sindaco Alessandro Ghinelli: “la prima cosa che intendo ribadire è che gli odori non sono riferibili solo ad Aisa impianti. Per avere contezza dell’origine e della diffusione degli odori è stata commissionata dal Comune una indagine olfattometrica a vasto raggio, che potrà darci notizie qualitative e quantitative su questo problema ricorrente. Non c’è dubbio comunque che il conferimento di organico a San Zeno incida e questa incidenza aumenta, evidentemente, con l’innalzamento della temperatura e dell’umidità dell’aria, esperienze che tutti abbiamo vissuto nelle ultime settimane. Soggetti terzi e deputati al controllo come Asl e Arpat sono attivi da tempo, con sopralluoghi puntuali che non hanno riscontrato irregolarità nella gestione del sistema e, ribadisco, la non riconducibilità del problema solo ad Aisa impianti. Tuttavia l’azienda non sta con le mani in mano e sta facendo tutto quanto è in suo potere: 2.000.000 di euro, ad esempio, sono stati investiti per implementare gli attuali bio-filtri e renderli più efficienti. C’è poi il tema delle quantità di rifiuti in arrivo: attualmente a San Zeno giungono 900 tonnellate di rifiuti organici alla settimana, l’origine è aretina, di tutta la sua provincia, per oltre il 50%, ma la restante parte proviene dalla provincia di Siena in quanto attualmente ci sono problemi impiantistici da risolvere. Aisa impianti, a tal proposito, ha chiesto ad Ato Toscana sud di ridurre i flussi di organico verso il proprio impianto come prima azione di mitigazione. Ancora non abbiamo risposta ma da quello che si evince sembra che Ato Toscana sud al momento non abbia alternative a San Zeno. La situazione potrebbe cambiare, è stato paventato sempre da Ato, a fine agosto quando torneranno in pieno esercizio alcuni impianti della Toscana del sud che dovrebbero garantire a San Zeno l’alleggerimento della situazione. Concludo ricordando che quando per il nostro impianto sarà in esercizio, presumibilmente a settembre, il nuovo bio-digestore le emissioni odorigene diminuiranno sensibilmente e insieme con l’abbassarsi delle temperature il problema di questi giorni dovrebbe scomparire”.
Ancora Donato Caporali ha chiesto chiarimenti sulle linee sperimentali di trasporto pubblico urbano introdotte per garantire servizi adeguati alla zona di via Fiorentina e delle frazioni a ovest della città auspicando che vengano implementate e rese stabili.
L’assessore Alessandro Casi ha ribadito che in vista del piano invernale del Tpl “ho chiesto di mantenere i servizi tra Pratantico e l’ospedale San Donato e il centro”.
Alessandro Caneschi è tornato sull’utilizzo da parte del Comune di Arezzo del posto auto riservato in piazza del Praticino. “A una nostra precedente interrogazione ci è stato risposto dal sindaco in una maniera che ci ha lasciato perplessi. Abbiamo così chiesto agli uffici chiarimenti e le copie di eventuali ordinanze che disciplinassero tale stallo di sosta e sia la PM sia l’ufficio mobilità sia l’ufficio urbanistica ci hanno detto che per i parcheggi riservati all’amministrazione comunale non esistono provvedimenti specifici, trattandosi in pratica di parcheggi di cortesia al pari dei parcheggi rosa. Chi decide, quindi, dove e quando individuare questi posti di cortesia? Chi ha ordinato quello in piazza del Praticino? Quali esigenze istituzionali lo hanno giustificato? Chi lo utilizza”?
Il sindaco Alessandro Ghinelli: “in centro storico c’è un numero di posti riservato ai mezzi dell’amministrazione comunale dove possono essere lasciate le auto da parte dei dipendenti per ragioni di servizio o dagli amministratori che fruiscono di un regolare permesso. In merito a quel posto specifico, uno dei tanti, l’ho chiesto io e lo uso per un motivo ben preciso e noto a tutti: il sindaco svolge funzioni istituzionali e di rappresentanza. Spesso e volentieri nel fine settimana e in orari serali. Il Comune ha due auto ufficiali di rappresentanza guidate da altrettanti autisti che sono anche dipendenti comunali a cui mi legano sentimenti di affetto oltre che di stima e amicizia. Non posso sempre costringere questi due autisti, a cui affido la mia vita molto spesso, a sostenere orari e impegni lavorativi anche di sabato e di domenica e spesso nelle ore notturne. Ecco perché ho deciso di usare la mia macchina personale in queste circostanze, per liberare gli autisti, di sera, dopo cena, nei weekend. Per questo è nato quel posto e talvolta ne faccio uso. Ponendo peraltro nella mia auto, il permesso rilasciato dalla Polizia Locale agli amministratori, perché ribadisco che se in certe occasioni uso la mia auto lo faccio non come Alessandro Ghinelli ma come sindaco della città”.
Giovanni Donati ha chiesto chiarimenti sui campi da gioco storicamente utilizzati dall’Arezzo calcio come terreni di allenamento e intitolati a Lebole e Zampolin. “Sono campi privati, sembra che l’Arezzo da ottobre non li userà più, poterli trasformare in pertinenza dello stadio comunale sembrerebbe il loro naturale destino. Il Comune ha progetti in merito e l’intenzione di intraprendere trattative per un eventuale acquisto”?
“Al momento – ha precisato l’assessore Federico Scapecchi – la questione riguarda due soggetti privati: i proprietari e la società calcistica. Il mio auspicio è che restino campi da gioco dentro una cittadella dello sport. Mi prendo l’impegno di interloquire con l’Arezzo calcio per sapere come stanno le cose e qualora gli impianti diventassero liberi da qualsiasi vincolo giuridico valuteremo l’eventuale fattibilità di un acquisto”.
Alessandro Caneschi è tornato sulle problematiche che coinvolgono il cantiere di via Filzi destinato “alla realizzazione, così sembrava, della nuova sede della polizia municipale. Quanto è costato a oggi quell’intervento all’amministrazione comunale e come pensa la stessa di venire fuori dalla palude in cui si è cacciata”?
Il sindaco Alessandro Ghinelli: “rifarei questa scelta? Sì. Perché nel momento in cui è maturata, i criteri usati per l’individuazione del sito e poi quelli per la procedura progettuale sono stati adeguatamente soppesati. Parliamo del sito: la nuova sede è interna a un quartiere che merita attenzione specifica. In secondo luogo sarebbe praticamente in centro: gli agenti potrebbero presidiarlo anche a piedi senza necessariamente usare l’auto come accade ora. In merito alla procedura, essa dava garanzie di rapidità adeguate. Quest’ultima fattispecie, purtroppo, non si è concretizzata. Intanto rassicuro che l’amministrazione comunale per le opere materiali non ha pagato alcunché. Se siamo arrivati a questo punto, i motivi sono vari, su tutti l’aumento dei prezzi e i rincari energetici: mentre per gli appalti ordinari il governo ha pensato a qualche forma di ausilio, in casi come questo abbiamo un regime giuridico che non consente al Comune di venire in soccorso all’impresa. Il problema economico è dunque tutto in capo all’azienda che si è fatta carico di questa trasformazione urbanistica. Non possiamo non sederci a un tavolo per cercare di trovare una soluzione extragiudiziale”.
Giovanni Donati ha ricordato lo stato critico della strada che conduce alle Pietre soprattutto per il fondo disconnesso all’altezza di due piante le cui radici debordanti rendono pericoloso percorrerla specie per i mezzi a due ruote.
Marco Donati ha chiesto chiarimenti sull’accordo tra Alia servizi e Coingas teso a costituire un patto societario per il controllo di Estra e prefigurare un ingresso nella multiutility toscana. “Le cose stanno in questi termini? Ci sfugge il progetto industriale sulla gestione dei servizi pubblici in Toscana. Oggetto peraltro di prese di posizione politiche contraddittorie a livello locale e regionale, ad esempio di Fratelli d’Italia. Quali vantaggi avranno i cittadini di Arezzo da questa operazione”?
“La multiutility – ha ricordato l’assessore Alberto Merelli – esiste già a seguito della decisione presa da 65 amministrazioni comunali del bacino fiorentino-pratese. Il sistema aggregativo è in moto e riguarda tante società di gestione di vari servizi, dall’acqua ai rifiuti. Non stiamo dunque parlando del nostro ambito geografico, la Toscana del sud. L’unico anello di connessione che ha il territorio aretino, attualmente, con la multiutility è la partecipazione di Coingas in Estra. La strategia della multiutility, infatti, è coinvolgere Estra nel disegno. Ecco da dove nasce l’interesse dell’aggregato fiorentino-pratese per un’interlocuzione con Arezzo che è socio di maggioranza di Coingas. La questione che ci attiene non riguarda servizi pubblici quali acqua e rifiuti ma la nostra partecipazione indiretta in Estra, Siamo veramente agli albori di un eventuale percorso che avrebbe in questo Consiglio Comunale un interlocutore necessario e imprescindibile. In Italia si sono formate grosse società di gestione dei servizi che generano economie di scala e la multiutility toscana s’inserisce in un trend che non sembra arrestabile. Credo che dinanzi a un percorso simile, distante soltanto 60 chilometri da Arezzo, le strade si limitino a due: subirlo o gestirlo”.
“Politicamente – ha aggiunto il sindaco Alessandro Ghinelli – è importante mantenere un ruolo attivo dentro ai processi decisionali e se decideremo di entrare nella multiutility lo faremo cercando di garantirci una posizione rilevante. Sono le considerazioni, ad esempio, fatte anche dal sindaco di Pistoia, nel suo caso è il servizio idrico e non quello del gas a dover essere oggetto di una sua riflessione ma, verrebbe da dire, cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia: non possiamo restare ai margini. La Toscana, semmai, si è svegliata da un letargo ventennale, verrebbe da dire finalmente, perché ricordo che all’inizio degli anni 2000 processi di accorpamento simili erano già in essere in Emilia-Romagna”.
Egiziano Andreani è tornato sulla Fraternita dei Laici: “nella scorsa consiliatura la maggioranza aveva fatto sì che questa antica istituzione smettesse di occuparsi dei migranti e tornasse alla sua tradizionale missione. Decidemmo altresì che non avrebbe più partecipato ai bandi per l’accoglienza. Lo scorso 18 luglio la Fraternita dei Laici ha inviato una manifestazione d’interesse per ospitare 14 migranti nelle sue strutture. Chi ha dato l’input? Non è venuto meno in questo modo l’accordo politico sancito nel precedente mandato”?
Il vicesindaco Lucia Tanti: “la prima considerazione mi porta a ringraziare la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni che sta affrontando con grande senso di responsabilità il tema degli sbarchi, che non si risolve se non attraverso accordi bilaterali tra l’Italia e le altre nazioni sulle quali impattano importanti flussi migratori. Se comparo i dati attuali con quelli dell’agosto 2022, mi accorgo che gli sbarchi sono quintuplicati e che di conseguenza dobbiamo prendere atto di un’emergenza nazionale che deve spronare tutti gli amministratori, regionali, provinciali, comunali. Non a caso l’esecutivo vuole coinvolgerli e lo fa sulla base di un coefficiente di attribuzione che tiene conto di popolazione e ampiezza del territorio. Non stiamo dunque parlando di un evento aretino ma nazionale, sul quale si susseguono le sollecitazioni della prefettura quale organo periferico del governo centrale. Non abbiamo modificato un accordo politico ma risposto a una richiesta emergenziale e umanitaria determinata dalla situazione internazionale. I Comuni devono sentire anche il dovere di rispondere a tali sollecitazioni con atteggiamento istituzionale”.
Anche il sindaco Alessandro Ghinelli ha ricordato che “è stata la prefettura a richiedere se potevamo verificare la disponibilità di Fraternita. Ho fatto un giro di opinione sull’argomento, con la lista Ora Ghinelli, con Forza Italia e con Fratelli d’Italia. Da tutti questi gruppi, anche dopo una dialettica di vedute, ho ricevuto altrettanti ‘sì’. Dalla Lega è invece arrivato un ‘no’. Al prefetto ho dunque risposto che non essendoci unità d’intenti all’interno della maggioranza non potevo dare risposta positiva. Dopo di che mi è arrivata una comunicazione scritta in cui mi veniva dato disco verde. È solo a quel punto che ho dato il via libera al magistrato di Fraternita”.