La moglie di Aleksej Navalny, ieri, ha accusato senza mezzi termini Putin per la morte del marito. E ha detto anche in che modo il dissidente russo, da fine dicembre trasferito nella colonia penale ‘Lupo Polare’ in Siberia, sarebbe stato ucciso: avvelenato con il Novichok, un letale agente nervino che non lascia traccia.
COSA È IL NOVICHOK E COME FUNZIONA
Ma esattamente che cosa è il Novichok? È una sostanza massimamente tossica, che di fatto interrompe la comunicazione tra nervi e muscoli o nervi nel cervello. In pochi minuti, quindi, i muscoli responsabili della respirazione si paralizzano e il cuore si ferma. Inoltre provoca convulsioni, nausea e paralisi. Per stare sul più complesso piano tecnico, il Novichok il è un inibitori degli enzimi dell’acetilcolinesterasi, che va a impedire il metabolismo del neurotrasmettitore acetilcolina. A livello di esito, la morte per avvelenamento da Novichok può apparire compatibile a quella per infarto, quindi a posteriori può essere diffilicmente dimostrabile che non sia stato così.
QUANDO È STATO CREATO
Questa potentissima neurotossina sarebbe stata messa a punto, insieme ad altre, nell’Unione Sovietica tra gli anni ’80 e gli anno ’90, durante la Guerra fredda. Il loro studio farebbe parte del ‘programma Foliant‘, con cui la Russia decise di rispondere alla progettazione di armi chimiche negli Stati Uniti. Il Novichok è stato prodotto in forma liquida, come polvere (finissima) e come aerosol. Può essere assorbito per via cutanea, per bocca oppure respirandolo, in forma di gas.
IL CASO SKRIPAL
Nel marzo del 2018 una sostanza analoga al Novichok fu utilizzata per tentare di avvelenare l’ex spia russa Sergei Skripal, nel quartiere londinese di Salisbury. Non è certo però che si sia trattato, in quel caso, di Novichok. L’uomo riuscì a sopravvivere. Per quanto riguarda Navalny, sul suo corpo vennero identificati chiari segnali di avvelenamento da Novichok anche l’oppositore russo quando venne ricoverato a Berlino, nel 2020, in condizioni gravi. Navalny impiegò molti mesi a riprendersi dopo questo tentativo di avvelenamento.
FONTE
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