Da domenica la mostra “Il disegno fu lo imitare il più bello della natura”

Dagli affreschi ai decori fino agli arredi, durante gli anni trascorsi nella città natale Giorgio Vasari plasma la sua storica dimora rendendola non solo un inestimabile gioiello d’arte, ma anche un vero e proprio manifesto del nuovo ruolo sociale dell’artista e dell’architetto, intellettuale e cortigiano.

L’inaugurazione de “Il disegno fu lo imitare il più bello della natura” si terrà sabato 7 settembre alle 10.00 con un momento istituzionale presso il Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna, e a seguire visita guidata.

La mostra sarà visitabile fino al 2 febbraio 2025 (info: www.vasari450.it). Il percorso si articolerà in nuclei tematici, strettamente connessi e dialoganti, con disegni, manoscritti, modelli e opere significative in rapporto con le decorazioni pittoriche della Casa e la poetica vasariana.

La genealogia artistica di Vasari sarà approfondita nella Camera della Fama e delle Arti, dove l’importanza dell’architettura per l’artista verrà evocata dal modello di uno dei capitelli del loggiato degli Uffizi, appositamente realizzato per l’esposizione, mentre i significati simbolici degli affreschi della Camera di Apollo e delle Muse e il rapporto con Cosimo I saranno enfatizzati dalla presenza dell’Apollo di Willem van de Tetrode dalle Gallerie degli Uffizi, prezioso esempio del collezionismo mediceo. Proseguendo, nella sala detta della Cucina, verrà presentato un approfondimento sulla fortuna novecentesca di Vasari pittore/architetto, attraverso i disegni di Vincenzo Fasolo (1885-1969) e un approfondimento sul rapporto fra alcuni dei grandi maestri del Moderno e le loro abitazioni-manifesto.

Infine, la Sala del Trionfo e della Virtù ospiterà la splendida Diana Efesina dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, messa in relazione con la rappresentazione della stessa divinità che Vasari dipinse al centro della parete d’ingresso alla sala, riprendendo un tema iconografico che si afferma nel Cinquecento e che si identifica con la forza creatrice della Natura.

“Casa Vasari rappresenta uno dei tesori più preziosi custoditi dalla nostra città – dice il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli – straordinaria testimonianza del valore artistico del Maestro e del suo rapporto sincero con Arezzo. Nell’anno a lui dedicato la sua dimora, che lo vide architetto e pittore, è a pieno titolo protagonista quale testimonianza privilegiata del suo talento e, per l’occasione, sede di una mostra che ne evidenzia e valorizza la poliedricità”.

“In questo 450/mo anniversario è evidente che un’attenzione particolare andava messa sulla dimora del grande artista – spiega Lorenzo Cinatti, direttore di Fondazione Guido d’Arezzo – e proprio per questo la Fondazione ha lavorato insieme al museo di Casa Vasari destinando risorse importanti per lo sviluppo di un progetto originale realizzato insieme all’Università di Firenze. Siamo certi che questo sforzo consentirà a tutti i visitatori di apprezzare un percorso di visita pieno di nuovi spunti e suggerimenti per una migliore comprensione di questo luogo così particolare”.

Stefano Casciu, Direttore regionale musei, afferma: “La Casa del Vasari ad Arezzo è un luogo dove si concentrano simbolicamente sia i valori legati al ruolo pubblico dell’artista nella società e nel contesto della corte granducale toscana, che quelli più privati espressi comunque in forme auliche ed altamente significative. Questa mostra li evidenzia in modo sottile e ricco di rimandi”.

“La curatela di una mostra è un’attività che si basa sulla collaborazione e la condivisione – approfondisce la co-curatrice Emanuela Ferretti – mettendo a frutto l’integrazione fra saperi, competenze e sensibilità diverse.

Questo progetto espositivo è stata una occasione importante sia per tornare su temi di ricerca consolidati, sia per approfondire aspetti significativi del mondo di Vasari relativamente all’architettura. Non meno rilevante è stata l’esperienza formativa che ha permesso di coinvolgere attivamente le allieve e gli allievi del Master Museo Italia”.

 

INFO

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Ufficio stampa Fondazione Guido d’Arezzo

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