Esiste un linguaggio declinato forzatamente al maschile, non più inclusivo, universale. Un linguaggio atto ad affermare la superiorità dell’uomo sulla donna in modo innaturale, allontanandola dalla sua identità, dalla sua essenza. Oramai così pervasivo ed interiorizzato, da renderla inconsapevole complice del proprio stesso annientamento. Lo ha spiegato ieri sera al Feltrinelli Point di Arezzo la dottoressa Samantha Ghironi, durante la presentazione, la prima in assoluto, del suo libro “Il Linguaggio Svelato“.
E’ un vero e proprio linguaggio della diseguaglianza, che ha avuto origine agli albori della civiltà da uno specifico sistema di potere maschile, e che oggi giorno purtroppo perdura, esprimendosi in forme subdole, non solo linguistiche, che dobbiamo imparare a conoscere e riconoscere: per giungere davvero ad un cambiamento.
«Dobbiamo comprendere che la sistematizzazione della diseguaglianza di genere – ha spiegato Samantha Ghironi ad ArezzoWeb Informa – appartiene a tutti i tipi di linguaggio. Quello che esprime un’oggettivazione della donna, ovvero una sua riduzione ad oggetto, è una forma di linguaggio. Quello che invece esce dai mass media o dai moderni social networks è un’altra. Il mio libro cerca di affrontare tale linguaggio di dominio maschile sotto ogni punto di vista: da quello verbale a quello corporeo, fino al meta-linguaggio».
Ha aperto la serata il professor J.W. Bonner, autore del prologo al volume di Ghironi, spiegando alla sala come già gli antichi greci avessero visto lungo sulla natura del femminile e sulla diseguaglianza di genere. «Il professore ha una sensibilità veramente interessante – ha detto l’autrice ringraziandolo – che ha impreziosito il mio saggio».
La giornalista aretina Ilaria Vanni ha poi condotto la presentazione, rivolgendo a Ghironi una serie di domande su “Il Linguaggio Svelato“, guidando così il pubblico alla scoperta di concetti filosofici, autori e soprattutto donne, spesso mai raccontate, che hanno fatto la storia, lottando proprio contro quel linguaggio oppressivo.
«Oramai – ha detto Ghironi – sappiamo tutti cosa è il patriarcato, quando e come si è formato. Con questo libro ho tentato di andare oltre, mettendo l’accento su antropologi dimenticati, tacciati di romanticismo o ideologia, come Johann Jakob Bachofen, oppure come Lévi-Strauss. Ed ho citato più di 300 donne. Sì, ho voluto esagerare, quasi stancare, per far capire che di donne che hanno fatto la storia, da Flavia Giulia Elena a Simon De Beauvoir, ce ne sono tantissime: in ogni epoca».
Uno degli effetti più tremendi del “linguaggio svelato” affrontati durante la presentazione, è stato quello della “sindrome d’amore e di morte“, come la definisce Samantha Ghironi. Cioè quella condizione psicologica per cui una donna, convinta che amare troppo sia una caratteristica femminile, continua a desiderare uomini sbagliati e a vivere rapporti degradanti, fino ad alienarsi ed auto-annullarsi completamente, al servizio dei propri carcerieri. Condizione tanto subdola che a volte impedisce alle donne di percepire la violenza subita come tale, o che le convince addirittura di meritarsela.
A tal proposito è intervenuta Loretta Gianni, presidente di Pronto Donna, ricordando che ancora fino al 1981 la violenza di genere era legittimata dallo stato, tramite il diritto d’onore. Se un uomo coglieva la moglie, ma anche la madre o la sorella, in un atto di adulterio, poteva usare la violenza, vedendosi poi il reato depenalizzato. «Non si può rimanere indifferenti a tutto questo – ha detto Gianni -. Dobbiamo toglierci dalla testa che essere indifferenti significhi solo tacere. Al contrario è acconsentire alla violenza».
Ma come si combatte il linguaggio della diseguaglianza? Forse “rispondendogli” con un altro tipo linguaggio: diverso, intersezionale, e perché no, anche artistico. E’ per questo che Samantha Ghironi ha anche annunciato di star lavorando ad una “versione teatrale” de “Il Linguaggio Svelato“, affinché il messaggio del volume possa declinarsi in più forme.
«Il mio saggio – ha spiegato Ghironi ad ArezzoWeb Informa – nasce come libro, ma non è detto che debba rimanere solo libro, giusto? Per questo sto mettendo a punto dei monologhi per far come “parlare” le donne che racconto, basandomi sulla loro storia, la loro personalità, e un po’ anche immaginandomele. Permetterà alla seconda parte del libro di vivere, e di raggiungere le persone anche con un linguaggio diverso, più diretto».
La prima proposta di “Il Linguaggio Svelato” in versione teatrale è in programma per il prossimo 30 novembre 2023 a Lunigiana, terra natale dell’autrice.