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Dopo mesi di silenzio Valter Magara gestore del Palazzetto del Nuoto parla ai nostri microfoni

Dopo mesi di silenzio Valter Magara gestore del Palazzetto del Nuoto parla ai nostri microfoni.

00:00 Dopo lunghi mesi di silenzio perchè ha accettato questa nostra intervista.
01:35 Si è parlato allungo che la Piscina non è un luogo sicuro lei cosa ci dice?
07:25 Ci può far capire meglio il ruolo del gestore e come è strutturato il Palazzetto del nuoto.
11:40: In questa intervista ha parlato molto di principi di diritto su chi lei appoggia tutte le sue affermazioni.
16:55 Si sente solo nel sostenere tutti questi aspetti giuridici nel piano locale/nazionale.

INTERVISTA SU FACEBBOK

Dopo lunghi mesi di silenzio qual è il motivo che l’ha portata ad accettare la nostra intervista?

Intanto Vi ringrazio perché avete sempre dimostrato una certa sensibilità su diverse problematiche. Quindi il motivo è presto detto perché in tutto questo periodo debbo dire che mi sono fatto anche un po’ di violenza a non rispondere perché sarebbe stato logico. Abbiamo subito una infinità di vessazioni attraverso interviste, attraverso giornali che praticamente avevano un solo scopo, quello di creare un danno alla struttura, nel senso che affermavano delle presunte verità, comunque le loro verità naturalmente, asserendo che la piscina non era un luogo sicuro. Questo io lo definisco un procurato allarme perché bisognerebbe farsi anche delle altre domande e non credo che un giornalista o chi fa una intervista si possa permettere di esprimere giudizi di questo livello qui quando esistono delle norme, esistono sicuramente dei documenti che attestano esattamente il contrario.

Si è parlato in questi lunghi mesi del fatto che la piscina non è un luogo sicuro. A questa affermazione che cosa risponde?

Come ho detto prima è un falso. E’ assolutamente un falso perché chiunque l’ha affermato ha detto il falso sapendo di mentire oppure per ignoranza. Non è che cambia molto la cosa. Naturalmente chi ci ascolta potrebbe pensare, potrebbe essere tentato di pensare che io sto vendendo il mio prodotto. No, io faccio tutto meno che vendere questo prodotto che è la piscina. Siamo noti per il nostro livello di qualità e di proposte da sempre, però questo reputo che tutto sommato in un momento come questo non è sufficiente. Cosa è sufficiente? La domanda che io mi faccio e che si dovrebbero fare tutti è chi è preposto a stabilire se questa piscina come altre ma a me interessa questa è un luogo sicuro? Non certo ripeto giornalisti o chi si va ad arrogare questo diritto anche non fosse un giornalista. Sono soggetti ben precisi. Questa volta mi sono preso la briga di documentare queste cose. Chi è quindi che lo garantisce? Sono i protocolli che noi abbiamo fin dall’inizio. I protocolli non sono delle scritture messe sulla carta e non seguite scritti da me. Questi protocolli sono stati fatti da medici, da un professore dell’ospedale, non solo da lui naturalmente ma anche dai responsabili della sicurezza e tutto l’altro. Quindi noi abbiamo sempre e seguiamo i protocolli, abbiamo sempre seguito questa strada anche questi non c’erano perché ce ne erano degli altri. La seconda domanda che immagino uno si dovrebbe fare è quella di dire si va bene si fanno i protocolli ma poi chi è che verifica che questi protocolli siano stati effettivamente eseguiti, rispettati, ecc. E qui la risposta è sempre la stessa, non certo chi viene a fare la propaganda ma è l’ASL che è proposta a fare questo. Bene, ecco i documenti dell’ASL, ne ho quante ne volete se è per questo. L’ultimo documento è del 13 dicembre 2021 e tutto risulta regolare. Quindi sulla base di questo posso dire che la piscina è un luogo sicuro, sulla base dei protocolli che noi abbiamo all’ingresso con accesso tramite la misurazione della temperatura, i distanziamenti, tutte queste cose che sono insite nel protocollo e perché i verificatori sono soggetti terzi. Un altro aspetto che mi interessa riprendere in questo caso è che io a settembre parlai di un concetto che riguardava la certificazione medica. Lo vorrei ribadire per la verità perché ho asserito all’epoca che l’unico che attesta lo stato di salute di frequentatori della piscina come di qualunque altra persona, è solo il certificato medico. Ed il medico ne ha la totale responsabilità di quello che attesta, di quello che certifica. Quindi ha la possibilità di fare tutti i controlli, tutte le verifiche, tutti gli esami perché conosce l’anamnesi del proprio assistito. E gli può far fare qualsiasi cosa che vuole, comprese vaccinazioni, elettrocardiogrammi, qualsiasi cosa. Mi piace parlare di questi argomenti non sul piano scientifico, lo lascio fare ad altri anche se vi assicuro potrei stati qui a parlare molto di questi argomenti, ma tutti gli argomenti li ho sempre trattati dal punto di vista giuridico, non dal punto di vista medico. E con l’occasione mi scuserete ma voglio essere molto preciso e Vi ricordo che la prescrizione medica è prevista dall’art. 91 e quindi quella dei farmaci e dall’art. 93 del Decreto Legislativo 219 del 24.4.2006. Quindi il medico è obbligato a dichiarare lo stato di salute dell’assistito alla luce di tutti gli elementi che la legge prevede. Quindi non sono io a stabilire lo stato di salute attraverso un procedimento. A me deve produrre dove previsto, non a me poi spiegherò perché, certificati medici per svolgere una attività sportiva.

Ci può far capire meglio qual è il ruolo del gestore e come è strutturato il palazzetto del nuoto?

Anche qui si è fatta molta confusione però credo che possiamo correggere un po’ quello che ho sentito in giro. Il palazzetto del nuoto nasce da un project devo dire che presentai al Comune all’epoca e poi è stato oggetto di un bando. Questo bando la società che io rappresento lo vinse, premetto che io rappresento una società di capitale, una SRL, e una volta vinto abbiamo progettato, realizzato e lo gestiamo fino al 2042. E tutto al di la delle mura, tutto quello che sta qui dentro è proprietà della società che io gestisco dal punto di vista amministrativo. Quindi questo per raccontare la storia perché c’è un opinione che spesso si pensa che sia come un piccolo campetto da calcio, si è dato una concessione….no, la cosa è molto piu’ complessa e articolata. E ripeto il livello di manutenzione che noi abbiamo sempre dimostrato, sono passati circa venti anni, i fatti parlano da soli, attestano che evidentemente noi siamo una società totalmente autonoma, non siamo una società partecipata. Noi siamo una società che investe sul proprio lavoro e da quello può andare bene, può andare male ma non c’è nessuno che viene a ripagare i debiti, a ripianare i debiti di questa società. Quindi la società che cosa fa in particolare?  Affitta alla palestra, al bar, alle varie società. Io potrei fare la mia attività soltanto io, ma per una valutazione economica e finanziaria della società e per altre motivazioni queste attività sono state affittate, si è creato dei rapporti di contratto e di convenzione, in particolare chi entra in piscina ha delle convezioni, ci sono associazioni, ma vi dirò anche che persino il Comune di Arezzo viene in piscina attraverso un bando a favore delle associazioni di disabili. Quindi le scuola, professionisti che devono fare delle attività. In sostanza io non faccio attività ma faccio attività amministrativa. La grande confusione che si è voluta fare è quella di imputare a me eventuali responsabilità di altri, ma se le avessero, ammesso che le avessero le responsabilità. Pretendere che una società che mi paga un affitto e quindi è completamente autonoma in mezzi, risorse economiche, risorse umane, debba sottostare alla mia volontà, giuridicamente chiunque può capire che non è sostenibile questa cosa qui. Quindi il mio ruolo è quello di promuovere lo sport attraverso una organizzazione. Non so che altro dire, spero di essere stato chiaro da questo punto di vista perché mi sembra che si sia giocato molto su questi equivoci.

In questa lunga intervista mi sembra abbia parlato molto di principi, di diritto su cui Lei appoggia tutte le sue affermazioni?

Io ripeto, la prima volta che avevo fatto l’intervista parlai di salute, sicurezza e diritto. Oggi è mio interesse parlare di verità e ve le ho documentate, cioè non ho parlato di opinioni. Ho prodotto delle documentazioni. Il termine in onore non è come dire una parola spesa male perché è uno dei fondamentali presupposti del diritto, soprattutto di quando si parla di commercio. E tutti nel commercio sono obbligati ad operare in onore e quindi questo è uno dei principi ai quali non si può ovviare in nessun modo. Dopo di che naturalmente bisogna capire che – mi è capitato di avere rapporti con giuristi, avvocati, con molte persone in questi ambiti per farmi chiarire molte cose – vorrei ricordare che le fonti del diritto non è una mia opinione. Ogni legge ha un valore a secondo delle fonti del diritto. La legge naturale consente alle persone di avere la libertà dalla nascita, le libertà non si chiedono , non si concedono: le libertà sono innate. Quindi al vertice di questa piramide c’è la legge naturale, subito sotto c’è la legge del commercio che è utilizzata dalle banche, dallo stato, utilizzati da tutti. Poi ci sono le leggi europee, ci sono leggi internazionali, regolamenti europei, il 953 e il 954 in particolare. C’è la Costituzione Italiana, articolo 10 comma 1 si uniforma alle norme di diritto internazionale riconosciute. Quindi evidentemente fa proprie tutto quello che sta sopra che parte dalla libertà delle persone. E’ evidente che chiedere di violare la Costituzione è improponibile per chiunque, non è sostenibile sotto nessun aspetto, nel vivere sociale se non hai dei punti di riferimento e delle certezze su delle norme, delle leggi e dei principi, i principi costituzionali, beh dico non c’è possibilità di una vota sociale in nessun modo. Io l’ho applicato semplicemente ricordando che io non ho mai parlato altro che non di diritto. Ho semplicemente sempre ricordato a chi veniva in piscina di rispettare due concetti fondamentali: rispettate le norme secondo la gradualità delle fonti del diritto e guardate che la piscina non è un servizio essenziale, le persone devono venire in piscina come andare in altri posti per il piacere di farlo, per se stessi, non è un campo di battaglia, io non sono contro nessuno assolutamente. Naturalmente rivendico il mio diritto di uomo libero. E comunque ripeto io non sono soggetto che ha trasgredito alcunchè, e non lo dico io come opinioni, lo dico perché ho documenti in mano he non è il caso che io debba presentare in questo contesto.

Si sente solo a sostenere tutti questi concetti giuridici sul piano locale o nazionale?

Nel piano locale non lo so perché non ho grandi relazioni, sul piano nazionale avrei diversi punti di riferimento perché evidentemente ho contatti con giuristi, ho contatti con avvocati, per esempio del foro romano ma non solo. Quindi evidentemente scambio opinioni, anzi non è che scambio opinioni perché io umilmente non sono un avvocato, magari ho una passione sul diritto e mi confronto con loro su questo. E posso assicurare che mi hanno tranquillizzato tutti, dicendo guarda le cose stanno in questo modo, probabilmente ci sono anche aspetti piu’ importanti di quelli che poi aver evidenziato tu. E’ cosa gradita. Quindi posso dire che nel computer ho dieci sentenze, sentenze dei tribunali. Un avvocato importante mi ha segnalato che ai suoi allievi cò che io sto evidenziando lo insegno tra il primo e il secondo anno di legge. Io sono un allievo, è vero che sono stato quaranta anni un insegnante per cui chiaramente ogni tanto posso difettare in certe cose, nel fare per così dire la lezioncina. Però io mi metto nei panni dei sul allievo che al primo anno mi insegna le basi. Al di la di questo io ho qui davanti a me una sentenza del Tribunale di Pisa, la numero 419. Leggo soltanto tre righe perché non voglio tediare oltre. “Si rileva che a causa dell’epidemia da Covid-19 sono state emanate disposizioni che hanno comportato la compressione di alcune libertà garantite dalla nostra Carta Costituzionale come previsto dagli artt. 13 e seguenti della stessa. Si tratta di libertà che concernono i diritti fondamentali dell’uomo e costituiscono il nucleo duro della Costituzione stessa tanto che le dottrine maggioritarie non sono revisionabili nemmeno con il procedimento di chi all’art. 138 “. Cioè quei diritti dell’uomo che ho detto prima, di libertà e la libertà ripeto non si concede ma si ha per diritto naturale, la Costituzione stessa e le sentenze dei tribunali la ribadiscono, ribadiscono questi concetti. Quindi evidentemente forse qualcuno dovrebbe leggersele queste cose perché non sono segreti di stato, sono atti dei tribunali. Credo di non aver tante altre cose da dire, però un’ultima cosa mi piacerebbe precisarla nell’ambito del diritto perché – sempre rispondendo alla domanda se mi sento solo – beh io sinceramente qualche volta mi sento un po’ disorientato perché qualcuno ha sempre la presunzione di avere la soluzione in tasca, io non ce l’ho però ho una linea di pensiero. La domanda che mi faccio è: se io asserisco certi principi che sono confermati dalle leggi, dalla Costituzione, che sono confermati dai Tribunali, e se altri soggetti importantissimi asseriscono quello che asserisco io piu’ cento altre cose? Ho il sindacato dell’Arma dei Carabinieri, quello della Polizia, mi dovete scusare ne ho portati soltanto due ma ho quello della Finanza, quello dell’esercito, li ho tutti e li ho letti tutti. Non solo dicono quello che dico io sulla limitazione della libertà ma dicono talmente tante cose che solo il 10% sarebbe sufficiente: Quindi quale sarebbe il mio, un reato di opinione? Mi auguro che questo serva per tranquillizzare tutti, a me preme tranquillizzare soprattutto coloro che hanno sempre avuto fiducia nella nostra attività e nel venire tranquillamente in piscina perché i documenti che ho mostrato c’erano prima, ci sono ora e fin quando ci sarà io ci saranno anche dopo. E quindi la gestione sarà sempre di questo livello. Vi ringrazio.

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