Dove vola la polvere di Phan Que Mai Nguyen

a cura di Roberto Fiorini


Phan Que Mai Nguyen
, giornalista e poetessa, è nata in Vietnam, dove ha lavorato per anni come venditrice ambulante e coltivatrice di riso.
Si è trasferita all’estero grazie a una borsa di studio che le ha permesso di dedicarsi all’analisi degli effetti a lungo termine della guerra e successivamente di lavorare per diverse organizzazioni internazionali.
Nel 2021, Nord pubblica il suo romanzo d’esordio, Quando le montagne cantano, una saga familiare che ha come sfondo il Vietnam del Novecento.

Da pochi giorni è uscito Dove vola la polvere pubblicato da Nord edizioni, un emozionante intreccio di destini, una storia di speranza e redenzione che attraversa decenni,  generazioni e continenti.

Lo scrittore vietnamita decide di scrivere sugli “Amerasians”, i figli di padri americani e donne vietnamite concepiti durante la guerra del Vietnam.
Un emozionante e talvolta drammatico secondo romanzo che intreccia tre distinte storie di guerra, dolore e speranze.

Phong, di razza mista e sicuro di essere il figlio di un soldato americano nero, cerca di ottenere un visto americano per sé e la sua famiglia ma senza prove solide, la sua richiesta viene negata.
Allo stesso tempo, Dan, un veterano, sta visitando il paese, senza dire a sua moglie, Linda, perché spera di trovare Kim, la donna vietnamita di cui si è innamorato mentre era in Vietnam nel 1969.
La terza storia è ambientate negli anni della guerra e segue Kim mentre assieme a sua sorella, Quỳnh, si dirigono a Saigon per lavorare in un bar, chiacchierando con i soldati per guadagnare soldi facendo quadrare i conti dei loro genitori.
Phan Que Mai Nguyen, cercando i bambini americani nati durante la guerra del Vietnam, è interessata a raccontare le conseguenze della presenza degli americani in quel paese.
Phong ad esempio soffre per tutta la vita, ossessionato dalla ricerca di suo padre.

Ad ogni pagina si sentono i rombi degli elicotteri che squarciano il silenzio delle risaie e le raffica di colpi con i fiumi che si tingono di rosso.
Le storie si intrecciano magnificamente con quella di Dan, il veterano tornato in Vietnam per esorcizzare i fantasmi del passato e fare i conti con un segreto che potrebbe distruggere il suo matrimonio…
È stata la guerra a segnare per sempre Phong, Quinh, Kim e Dan, a costringendoli a compiere scelte dolorosissime, che si ripercuoteranno sulle generazioni successive.
I  loro destini sono legati, e permettono loro di superare le differenze e trovare una lingua comune, nella compassione e nella speranza di un futuro di pace.

La copertina di Dove vola la polvere è stata amore a prima vista per me.
Un albero che rappresenta un antico albero che si trova di fronte a un orfanotrofio cattolico dove Phong è stato abbandonato da bambino.
Nel romanzo una suora dell’orfanotrofio ricorda a Phong: “Questo albero è un simbolo del buddismo e anche se la fondatrice del nostro orfanotrofio era cattolica, ha insistito perché ce ne prendessimo cura per dimostrare che le persone di tutte le religioni possono vivere in armonia“.

Le pagine di Dove vola la polvere sono commoventi, piene di amore e compassione, e raccontano segreti di famiglia, dolori, traumi, discriminazioni, speranza e, infine, perdono.
Tutti i personaggi sono descritti in modo straordinariamente reale.
Phong è un padre e un marito amorevole, un musicista, un coltivatore di riso e un falegname.
La vita non lo ha trattato bene: è stato appunto abbandonato da neonato davanti a un orfanotrofio nel Vietnam del Sud ed è stato vittima di bullismo crescendo.
È chiamato figlio del nemico perché le sue caratteristiche fisiche mostrano chiaramente che è figlio di un soldato americano.
Poiché è stato un senzatetto per molti anni, la gente lo chiama anche “la polvere della vita”.
Kim e Quỳnh hanno vissuto una vita difficile costrette a scelte difficili.
Ancora più importante, Kim e Quỳnh sono nate dalle molte donne forti e coraggiose che sono cresciute disposte a fare qualsiasi cosa per le loro famiglie, impegnate a seppellire molti segreti nel profondo di loro stesse per proteggere le famiglie stesse.
Il titolo del romanzo si riferisce a uno dei tanti epiteti che si sentono per strada.
Kim viene sfruttata, a volte costretta alla prostituzione e sottoposta agli umori di Dan.
Dan, da parte sua, si porta dietro il senso di colpa per aver abbandonato Kim e per aver tenuto segreta la relazione a sua moglie Linda.

Una storia scritta con una comprensione intima, compassionevole che non cede mai il passo.
Si racconta dettagliatamente il trattamento delle donne vietnamite durante la guerra e delle lotte dei giovani che cercano i loro genitori nel presente.
Una storia senza dubbio frutto di una accurata ricerca accademica che mostra grazia ad ogni pagina e fa luce su drammi familiari troppo a lungo trascurati.
Una storia indimenticabile e coinvolgente di come coloro che hanno ereditato la tragedia possono ridefinire i loro destini attraverso l’amore, la saggezza duramente conquistata, la compassione, il coraggio e la gioia.
In conclusione posso affermare che l’autrice ha utilizzato questa bellissima storia per riscrivere l’incursione statunitense in Vietnam, trasformando una tragedia insensata e brutale in un commovente racconto di amore e riconciliazione.

© Riproduzione riservata

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here

Condividi articolo:

I più letti

ARTICOLI CORRELATI
RELATED