di Stefano Pezzola
Il Presidente del prestigioso marchio italiano di caffè Hausbrandt, Martino Zanetti, è stato lasciato fuori dal Sigep di Rimini perché non in possesso del Super Green Pass.
“Abbiamo semplicemente seguito la legge” la replica di Italian Exhibition Group, organizzatore della Fiera Sigep di Rimini dedicata al caffè.
“Non è nella nostra disponibilità contravvenire a norme vigenti su tutto il territorio nazionale”.
Si, vabbè.
L’industriale non era infatti in possesso del super green pass ma del green pass normale.
A grandi passi – in soli due anni – partendo da una epidemia, attraverso una pandemia, proseguendo con una psico-pandemia, abbiamo raggiunto in allegrezza una sindemia.
E non deve meravigliare se adesso la narrazione sta virando velocemente verso nuove paure e psicosi.
Fa tutto parte del gioco.
Non deve meravigliare perché in fondo siamo di fronte ad una parte della popolazione che sta accettando di inocularsi quattro dosi di uno pseudo vaccino in meno di un anno.
Un record da inserire nel libro del guinness dei primati!
Se ci aggiungiamo che si tratta di un trattamento farmacologico con l’abito della obbligatorietà indiretta, per il quale gran parte della popolazione non ha richiesto una anamnesi iniziale al proprio medico per decidere quale fosse la tipologia di vaccino Covid-19 piu’ idoneo alle proprie condizioni cliniche e peggio nessuno ha fatto seguire un follow up di controllo per verificarne l’efficacia e l’eventuale intolleranza, è facile concludere che siamo di fronte ad un esperimento sociale di controllo delle masse perfettamente riuscito.
E come in tutte le narrazioni, ogni tanto occorre inserire il colpo di scena, la storia nella storia per dare pepe al racconto principale.
Ci ha pensato quel mattacchione di Silvio Brusaferro, direttore dell’ISS, che dopo non essersi presentato presso il Tribunale di Massa per rispondere alla convocazione del giudice Lama, ha pensato bene di dichiarare, in occasione della prima Giornata nazionale di educazione e prevenzione, nel suo intervento dal titolo “Prospettive per la sanità pubblica alla luce della pandemia Sars CoV-2”, che negli ultimi due anni non abbiamo affrontato una pandemia bensì una sindemia.
Bingo!
Ci ha ricordato che la pandemia indica un processo di diffusione di un agente infettivo, più o meno grave, che si può allargare su un territorio ampio mentre la sindemia implica una relazione tra malattia, contesto sociale ed economico.
Un approccio più ampio e inteso a risolvere il problema alla radice sociale e non solo sanitario.
In altre parole, siete pronti alla quarta dose prima dell’estate?
“Pfizer e BioNTech chiederanno l’autorizzazione di emergenza per un secondo booster, una quarta dose” a scriverlo è oggi il Washington Post.
Stai a vedere che per affrontare ad armi pari questa nuova sindemia l’unica strada percorribile – secondo l’ISS, AIFA e i virologi da salotto – ancora una volta sarà accettare amichevolmente – ma sottoscrivendo il modello di consenso disinformato – una nuovo booster del booster?
Intanto Gabriele Gori, attaccante 23enne della Fiorentina, attualmente in prestito al Cosenza, è stato colpito da improvvisa miocardite.
E sempre oggi a Torino muore un giovane ragazzo di 16 anni vittima di un malore improvviso mentre si trovava alla stazione di Rivarolo.
E come riportato da Altreconomia, il commissario straordinario Figliuolo si è opposto alla pubblicazione del contratto per la fornitura di 600 mila confezioni di Paxlovid stipulato il 27 gennaio 2022 con Pfizer.
L’accordo sarebbe sottoposto a clausola di riservatezza.
Si tratta però di 210 milioni di euro (600 mila confezioni x Euro 350,00 ciascuna), pagati ancora una volta a Pfizer con denaro pubblico.
Tutto chiaramente per il nostro bene, ci mancherebbe.