Emmaus Arezzo chiude: un colpo al cuore dell’economia circolare e dell’accoglienza sociale

La chiusura di Emmaus Arezzo è una perdita dolorosa per tutta la comunità, non solo per chi ha avuto la fortuna di frequentare e collaborare con questa realtà, ma per l’intero territorio aretino che si ritrova oggi senza un presidio fondamentale di solidarietà e economia circolare. Da più di mezzo secolo, Emmaus rappresentava un punto di riferimento per il recupero e il riutilizzo dei beni usati, dimostrando come il riuso e la rigenerazione possano generare un impatto positivo sull’ambiente e, al contempo, offrire un’occasione di riscatto e sostegno alle persone più fragili.

Emmaus Arezzo ha incarnato il principio fondante dell’economia circolare: niente viene scartato, tutto può essere trasformato e rigenerato per tornare a nuova vita. Questa logica virtuosa, però, non si fermava ai soli oggetti, ma si estendeva anche alle persone. Attraverso progetti di accoglienza e inserimento lavorativo, Emmaus offriva un’opportunità concreta a chi si trovava in difficoltà, creando un ambiente di sostegno e integrazione. Ogni persona accompagnata verso un futuro migliore e ogni oggetto salvato dall’oblio erano testimonianza tangibile di come un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo potesse fare la differenza.

Oggi, la chiusura di questa esperienza lascia un vuoto difficile da colmare. Viene meno un tassello importante della rete solidale che cercava di contrastare le disuguaglianze sociali e l’isolamento, mostrando concretamente che un’economia più giusta e sostenibile è possibile, e che essa può andare a braccetto con la cura e l’attenzione per il prossimo.

Legambiente Arezzo, insieme a tante altre realtà locali come Acli ,ARCI, ARCI servizio civile, Caritas diocesana Arezzo-Cortona -Sansepolcro, Fraternità Federico Bindi ODV, Obiettori per la pace – Arezzo, Oxfam Italia , vuole sottolineare quanto questo modello integrato di economia circolare e solidarietà sociale sia necessario e urgente. In un’epoca in cui il cambiamento climatico e le emergenze sociali sono all’ordine del giorno, esperienze come quella di Emmaus rappresentano un baluardo da difendere e promuovere.

L’auspicio è che la chiusura di Emmaus Arezzo non rappresenti una fine, ma un momento di riflessione e rilancio per nuove iniziative che sappiano raccoglierne l’eredità. È essenziale che le istituzioni, le associazioni e i cittadini facciano fronte comune per costruire un futuro in cui l’economia circolare non sia solo uno slogan, ma una pratica quotidiana che metta al centro il rispetto per l’ambiente e la cura delle persone.

L’esperienza di Emmaus ci lascia un insegnamento prezioso: il cambiamento è possibile solo quando si uniscono solidarietà e sostenibilità. Non possiamo permetterci di perdere questo spirito, e siamo chiamati a fare in modo che il suo esempio non sia dimenticato, ma diventi il punto di partenza per nuove e rinnovate forme di cooperazione.

Ufficio Stampa
Legambiente Arezzo

© Riproduzione riservata

Condividi articolo:

I più letti

ARTICOLI CORRELATI
RELATED