I Finanzieri dei Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Firenze e Arezzo, su delega della Procura della Repubblica di Arezzo, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Arezzo, nei confronti di un imprenditore boschivo di origine calabrese residente in provincia di Arezzo.
Il pregiudicato in questione, condannato con Sentenza definitiva dal Tribunale di Catanzaro per estorsione โaggravataโ dallโagevolazione e dal metodo mafioso, avrebbe omesso di comunicare nel tempo le variazioni del proprio patrimonio; un obbligo di comunicazione normativamente previsto dal Codice Antimafia e finalizzato a monitorare, su un arco temporale decennale, gli investimenti di coloro che sono stati sottoposti, con provvedimento definitivo, ad una misura di prevenzione o, come in questo caso, ad una condanna per uno dei delitti commessi al fine di agevolare le attivitร delle associazioni mafiose.
Sulla base di tali premesse, il Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria di Arezzo e il G.I.C.O. del Nucleo
P.E.F. di Firenze hanno riscontrato, nellโambito di specifiche indagini di polizia giudiziaria, che il destinatario del sequestro aveva acquisito un immobile e ceduto unโimbarcazione senza effettuare le previste comunicazioni alle Guardia di Finanza di Arezzo.
Pertanto, su delega della Procura della Repubblica di Arezzo, dopo aver provveduto ad individuare beni aggredibili in capo allโindagato, le Fiamme Gialle hanno sottoposto a sequestro, per un valore complessivo di circa 220.000 euro, 1 immobile, 3 terreni in Calabria, 2 autoveicoli, crediti commerciali, vantati dal medesimo quale titolare dโimpresa, e disponibilitร finanziarie. Il provvedimento cautelare emesso dallโAutoritร Giudiziaria รจ finalizzato alla eventuale โconfiscaโ di quanto in sequestro, nel caso di futura sentenza definitiva di condanna.
La diffusione del presente comunicato stampa รจ stata autorizzata dalla Procura della Repubblica di Arezzo (art. 5 del D.Lgs. n. 106/2006, come modificato dallโart. 3 del d.lgs. n. 188/2021), trattandosi di attivitร di indagine di rilevante interesse pubblico, concernente la repressione di delitti commessi da soggetti condannati in via definitiva per reati aggravati dal metodo mafioso. Al riguardo, si evidenzia che il relativo procedimento pende nella fase delle indagini preliminari e che il soggetto coinvolto deve presumersi innocente sino ad eventuale pronuncia irrevocabile di condanna.