Cresce e si rafforza l’assistenza sanitaria in Casentino, in provincia Arezzo. Lo fa grazie al nuovo modello delle case di comunità, ‘evoluzione’ delle case della salute che già c’erano, ma anche in virtù delle risorse investite sulle nuove tecnologie.
“Vogliamo offrire ai cittadini, e soprattutto agli anziani e ai malati cronici che hanno bisogno di un’assistenza protratta nel tempo, servizi il più possibile vicino a dove abitano, ovunque le persone abitino – sottolinea il presidente della Toscana, Eugenio Giani -.
E’ la sfida della telemedicina e della nuova sanità territoriale, una sanità ancora più diffusa, e le strutture che stiamo aprendo dimostrano l’impegno che la Regione sta profondendo su questo fronte”.
In Casentino il presidente Giani ha infatti stamani, mercoledì 19 marzo, inaugurato ufficialmente le case della comunità di Stia e Poppi, strutture aperte sei giorni su sette e dove ‘integrazione dei servizi’ (vista la presenza di dodici medici di famiglia e di un pediatra) e ‘multidisciplinarietà’ sono le parole chiave, con la presenza a rotazione di più specialisti.
Dopo Stia e Poppi Giani si è recato all’ospedale del Casentino a Bibbiena, presidio con pronto soccorso, per il ‘taglio del nastro’ di una nuova Tac all’avanguardia e di ultima generazione, capace di restituire immagini ad altissima definizione per esami di più organi ma anche vascolari, su cui sono stati investiti complessivamente 358 mila euro.
“Questa sofisticata apparecchiatura è la dimostrazione – evidenzia Giani – del nostro impegno concreto affinché tutti i territori e tutti i cittadini abbiamo diritto alle stesse cure e, in questo caso, ad una diagnostica di eccellenza. Per far vivere la Toscana diffusa è fondamentale offrire servizi”.
I servizi nelle due case di comunità
Nella casa della comunità di Stia, al centro dell’abitato in piazza Pertini, sono attivi otto ambulatori distribuiti su due piani.
Ci sono anche un punto prelievi, un ambulatorio infermieristico e uno spazio destinato ai medici di continuità assistenziale.
Nella casa di comunità di Poppi, in via Nazario Sauro, gli ambulatori sono dieci, tra specialisti, medici di medicina generale e pediatra, oltre ad un locale per la continuità assistenziale.
La coabitazione porta un evidente valore aggiunto: in tutte e due le strutture infatti i medici di famiglia possono confrontarsi periodicamente con lo specialista geriatra, neurologo, pneumologo, cardiologo, nefrologo e diabetologo per una presa in cura personalizzata dei propri pazienti.
Un ruolo centrale è affidato all’infermiere di famiglia e di comunità, che nell’assistere a domicilio le persone rappresenta la sentinella di bisogni non solo sanitari ma anche socio-sanitari e interfacciarsi dunque con l’assistente sociale del territorio.
Nelle due case di comunità funzionerà anche un servizio di consultorio, delle dipendenze, della salute mentale, della prevenzione e il Punto Unico di accesso, ovvero lo sportello che con i Punti Insieme già presenti in tutti i comuni e presso il distretto di Bibbiena può raccogliere e dare risposta ai bisogni sociali e sociosanitari dei cittadini.
“Le case di comunità – riassume il presidente Giani – sono la vera rivoluzione delle nostra sanità territoriale.
Sono settantasette le strutture in tutta la regione su cui abbiamo investito, con ristrutturazioni o nuove edificazioni.
La presenza all’interno di medici di famiglia che fanno capo alla stessa aggregazione funzionale territoriale, fa sì che se un cittadino non si trova il proprio medico avrà sempre chi lo sostituisce.
A questo si aggiunte la possibilità di avere, con le nuove tecnologie, visite da remoto”. “In questo modo – conclude – le case di comunità diventano un presidio sanitario che si integra con il sistema ospedaliero offrendo la possibilità di trovare il servizio che dia risposta al proprio bisogno di salute in paese o nel territorio, senza ingolfare i pronto soccorso o sovraccaricare le liste di attesa, creando punti di riferimento importanti come le eccellenze degli ospedali che la nostra sanità può vantare”.
“Questa giornata di inaugurazioni dedicate al Casentino è molto significativa perché unisce interventi in ambito ospedaliero e territoriale – spiega Marco Torre, direttore generale della Asl Toscana sud est -. Sta proprio qui, nella forte integrazione tra questi due ambiti, ospedale e territorio, la modalità più virtuosa per assicurare un’efficace presa in carico della popolazione del Casentino, in tutti i suoi aspetti.
Per il loro significato in termini di accessibilità e cura, viviamo con grande orgoglio il potenziamento di queste strutture”.
“La nuova Tac appresenta un enorme passo avanti per la diagnostica dell’ospedale del Casentino – afferma Alessio Cappetti, responsabile dello stabilimento ospedaliero di Bibbiena–. L’obiettivo di questi investimenti è garantire ai cittadini servizi più efficienti e una risposta più tempestiva alle loro necessità sanitarie:
esami più precisi e veloci, nell’ottica di riduzione dei tempi di attesa e del miglioramento della qualità del servizio per i pazienti”.
“Il Casentino è sempre stato un territorio all’avanguardia nella sanità territoriale – commenta Marzia Sandroni, direttrice della Zona Distretto del Casentino -. Le recenti normative ci spingono a fare un ulteriore passo avanti con risposte di prossimità proattive, che vanno ad agire sul rischio e non solo sulla patologia conclamata, ma anche con la presa in cura multi professionale per le patologie a maggior prevalenza”.
“Essenziale – prosegue Sandroni – è la condivisione del percorso tra specialisti, medici di famiglia, assistenti sociali e infermieri di famiglia che, insieme, si prendono cura della salute delle persone che in queste zone periferiche rischiano di essere penalizzate. Siamo di fronte ad una sfida importante, che obbliga ognuno di noi a ripensare il proprio modo di lavorare”.
Ufficio Stampa Azienda Usl Toscana Sud Est