Gli agricoltori del Presidio di Bettolle protestano ad Arezzo: “Siamo allo stremo, servono soluzioni immediate”
Questa mattina, circa 30 trattori sono partiti da Bettolle per raggiungere Arezzo, dove hanno dato vita a una manifestazione per denunciare la difficile situazione in cui versa il settore agricolo. Il presidio si รจ fermato nei pressi dello stadio comunale, dove Fabio Iacomini, referente del movimento, ha rilasciato unโintervista per spiegare le ragioni della protesta.
“Se si continua cosรฌ, siamo destinati a chiudere”, ha dichiarato Iacomini, sottolineando lโimpatto devastante dellโaumento dei costi di produzione. Gli agricoltori denunciano un sistema che penalizza i produttori italiani: il grano viene pagato appena 0,18 euro al chilo, mentre nelle cittร il pane viene venduto a 7-8 euro al chilo. “Oltre ai rincari delle materie prime, dobbiamo affrontare aumenti sui mezzi, sui pezzi di ricambio e sul gasolio. Non riusciamo piรน a coprire le spese e ogni anno i debiti aumentano”, ha aggiunto Iacomini, ribadendo la necessitร di politiche a tutela dellโagricoltura italiana.
Un anno di proteste, ma nulla รจ cambiato
Gli agricoltori avevano giร manifestato nel 2024 per le stesse problematiche, ma i risultati sono stati deludenti. “Pochissime cose sono cambiate, e i prezzi sono addirittura peggiorati”, ha spiegato Iacomini. Il presidio, iniziato martedรฌ a Bettolle, proseguirร nei prossimi giorni. Gli agricoltori hanno chiesto un incontro con i sindaci della Valdichiana Senese e Aretina, oltre che con il presidente della provincia e della regione. Se non otterranno risposte, sono pronti a portare la protesta fino a Firenze.
“Senza di noi, il paese รจ destinato a peggiorare”
La richiesta degli agricoltori รจ chiara: tutela del prodotto italiano e una maggiore equitร nei prezzi di mercato. “Se la nostra agricoltura viene distrutta, il paese diventerร sempre piรน dipendente dai prodotti esteri, spesso di qualitร inferiore e con standard di sicurezza alimentare incerti”, ha avvertito Iacomini. I manifestanti chiedono provvedimenti immediati per salvaguardare un settore fondamentale per lโeconomia e il benessere del paese. “Vogliamo solo poter lavorare e far sopravvivere le nostre aziende. Cosรฌ non possiamo andare avanti“, ha concluso il referente del presidio.