La diffusa mancanza di cibo nutriente, di acqua sicura e di servizi medici, conseguenza diretta degli ostacoli all’accesso e dei molteplici pericoli che le operazioni umanitarie delle Nazioni Unite devono affrontare, si ripercuote sui bambini e sulle madri, ostacolando la loro capacità di allattare i propri figli, soprattutto nel nord della Striscia di Gaza. Le persone sono affamate, esauste e traumatizzate. Molti si aggrappano alla vita.
La disparità di condizioni tra nord e sud è la prova evidente che le restrizioni agli aiuti nel nord stanno costando vite umane. Gli screening sulla malnutrizione effettuati dall’UNICEF e dal WFP nel nord del Paese a gennaio hanno rilevato che quasi il 16% – ovvero 1 bambino su 6 sotto i 2 anni – è gravemente malnutrito. Esami simili sono stati condotti nel sud, a Rafah, dove gli aiuti sono stati più disponibili, e hanno rilevato che il 5% dei bambini sotto i 2 anni è gravemente malnutrito.
Le agenzie di aiuto umanitario come l’UNICEF devono essere messe in grado di invertire la crisi umanitaria, prevenire la carestia e salvare le vite dei bambini. Per questo abbiamo bisogno di punti d’ingresso multipli affidabili che ci permettano di portare gli aiuti da tutti i possibili valichi, compreso quello settentrionale di Gaza; e di garanzie di sicurezza e di un passaggio senza ostacoli per distribuire gli aiuti, su larga scala, in tutta Gaza, senza divieti, ritardi e impedimenti all’accesso”.
L’UNICEF ha avvertito fin da ottobre che il bilancio delle vittime a Gaza sarebbe aumentato in modo esponenziale se fosse emersa una crisi umanitaria e fosse stata lasciata inasprire. La situazione non ha fatto che peggiorare e di conseguenza, la settimana scorsa, abbiamo avvertito che un’esplosione di morti infantili era imminente se la crisi nutrizionale in atto non fosse stata risolta.
Ora, le morti di bambini che temevamo sono qui e probabilmente aumenteranno rapidamente, a meno che la guerra non finisca e gli ostacoli agli aiuti umanitari non vengano immediatamente risolti”.
Il senso di impotenza e di disperazione dei genitori e dei medici nel rendersi conto che gli aiuti salvavita, a pochi chilometri di distanza, sono tenuti fuori dalla loro portata, deve essere insopportabile, ma ancora peggio sono le grida angosciate di quei bambini che lentamente muoiono sotto lo sguardo del mondo. Le vite di altre migliaia di neonati e bambini dipendono dall’adozione di misure urgenti”.