di Stefano Pezzola
Il consigliere della Casa Bianca Anthony Fauci ha pubblicamente ammesso mercoledì scorso che i vaccini COVID-19 non proteggono “eccessivamente bene” contro il virus.
Parlando durante un’intervista Fox News (vedi link in fondo all’articolo), Anthony Fauci ha ribadito al conduttore Neil Cavuto che “una delle cose che è chiara dai dati è che i vaccini, a causa dell’alto grado di trasmissibilità di questo virus, non proteggono eccessivamente bene, per così dire, dalle infezioni“.
Ma Fauci ha tenuto a ribadire in seguito che i vaccini “proteggono abbastanza bene contro gravi malattie che portano al ricovero in ospedale e alla morte“.
“Alla mia età, essendo vaccinato, anche se non mi ha protetto dalle infezioni, sono fiducioso che il vaccino Covid-19 abbia un ruolo importante nel proteggermi dal progredire verso una malattia grave“, ha confermato Fauci, che ha 81 anni e ha lavorato in vari ruoli nel governo federale dalla fine del 1960.
Ha anche diretto il National Institute of Allergy and Infectious Diseases dall’amministrazione Reagan.
I commenti di Anthony Fauci arrivano pochi giorni dopo che uno studio molto circostanziato (https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.07.06.22277306v1) ha rivelato che l’immunità naturale, o l’immunità conferita tramite una precedente infezione da COVID-19, fornisce una protezione superiore contro il virus rispetto ai vaccini.
I ricercatori in Qatar hanno affermato che le persone che hanno superato un’infezione da COVID-19 e non sono state vaccinate hanno una protezione molto elevata contro malattie gravi o fatali.
“L’efficacia dell’infezione primaria contro la reinfezione grave, critica o fatale da COVID-19 è stata del 97,3%, indipendentemente dalla variante dell’infezione primaria o della reinfezione e senza evidenza di declino. Risultati simili sono stati trovati nelle analisi di sottogruppo per quelli ≥50 anni di età“, ha confermato il dottor Laith Abu-Raddad di Weill Cornell Medicine-Qatar.
Durante un’intervista con il Washington Post, Anthony Fauci ha invece suggerito agli americani di età compresa tra 5 e 50 anni di sottoporsi ad una ulteriore dose aggiuntiva/booster.
Il governo federale ha infatti sostenuto che “bisogna consentire alle persone che hanno meno di 50 anni di ottenere la loro seconda dose di richiamo, dal momento che potrebbero essere passati mesi da quando molti di loro hanno ricevuto il loro primo booster“.
Chissà se anche questo ulteriore “colpo” – come viene chiamato negli States l’inoculazione del farmaco mRNA di Pfizer BioNTech – avrò una efficacia nell’ordine del non “eccessivamente bene”.
https://www.foxnews.com/media/fauci-admits-covid-19-vaccines-protect-overly-well-infection