Il Cai di Arezzo presenta la mostra sui grandi carnivori

“Uomo e lupo una convivenza possibile”  

Alle quattro del mattino scatta l’allarme, un lupo è finito nella trappola. La squadra entra in azione per dotare il lupo Sirio di un radiocollare satellitare. Non sono cacciatori ma tecnici faunistici, esperti, forestali, videomaker.

Per un anno seguiranno Sirio e la sua famiglia per conoscere tutti i segreti di questi animali attraverso un progetto sperimentale di “telemetria proattiva”  di Regione Veneto e Università di Sassari, mettendo anche in pratica nuovi sistemi per evitare la predazione degli allevamenti.

Da questo monitoraggio nasce il documentario “Lupo Uno”, premio Rai al Trento Film Festival, che verrà proiettato sabato 4 maggio alle 16 nell’auditorium Montetini di via Cesalpino ad Arezzo per iniziativa del comitato scientifico del Club Alpino Italiano di Arezzo e con gli interventi di Duccio Berzi e Luca Mattioli, esperti tecnici faunistici  e componenti della Task Force Lupo della Regione Toscana. 

Il film fa parte di una due giorni dedicata al lupo che prevede la mostra sui grandi carnivori voluta dal Cai nazionale sabato 4 e domenica 5 maggio dalle 10 alle 19 nell’atrio d’onore della Provincia di Arezzo, collegata idealmente alla mostra sulla fauna selvatica della Provincia, con inaugurazione sabato alle 11.

In diciannove pannelli espositivi il Cai vuole dare una informazione corretta sui grandi carnivori chiamati anche “presenze silenziose”: l’organizzazione sociale, gli spostamenti, le predazioni, i branchi, l’ibridazione, l’estinzione e il ritorno, e su come comportarsi in caso di incontri. A fare da guida i volontari Cai, le rappresentanti dell’associazione The Wild Side e gli studenti dell’Itis Galileo Galilei.

“La sfida – ammette Luca Mattioli responsabile per Arezzo delle attività faunistiche della Regione Toscana – è sanare il conflitto tra zootecnica, buone pratiche e prevenzione, conflitto che si è venuto a creare con l’espansione del lupo e la conseguente paura da parte della popolazione che manda continue segnalazioni.

Il nostro compito è fotografare la realtà, mettere a fuoco le problematiche, promuovere la convivenza, suggerire regole di comportamento, evitare la spaccatura tra chi lo ama e chi lo odia. Aprire un dibattito con i cittadini. L’informazione è fondamentale in un ambiente densamente abitato come la provincia di Arezzo”.

“Finora  non avevamo dati sugli spostamenti del lupo nelle Alpi  – spiega Duccio Berzi coordinatore del progetto di telemetria – è stata la prima esperienza scientifica organizzata e ora stiamo lavorando per farla in Appennino.

Sapere quanto territorio occupa il lupo ci fa capire la densità di popolazione e fare previsioni corrette su come impatta sull’ambiente. Il radiocollare invece ci ha permesso di mettere a punto sistemi di protezione degli allevamenti. Un progetto esportabile.

Ora stiamo assistendo a casi di animali confidenti che si avvicinano alle abitazioni. Un nuovo tema da affrontare visto che l’ultimo piano di gestione del lupo è fermo al 2015”.

Uff. Stampa CAI Arezzo

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