Il Colonnello Calcagni, sopravvissuto all’uranio impoverito e malato di MCS in Toscana, si racconta

Il militare atleta paralimpico che ha contratto dopo la missione in Bosnia negli anni 90 la Sensibilità Chimica Multipla (MCS), malattia rara non riconosciuta in Italia, è stato ospite della rassegna PoggioTalks 2024. Silvia, malata di MCS del Valdarno aretino descrive la patologia di cui è affetta lei e il colonnello.

Non sempre ciò che viene enfatizzato dai media ha necessità di essere propagandato o sponsorizzato, perché spesso ciò di cui si occupa la stampa e lo spettacolo è la solita “minestra riscaldata”. Questo non significa che certi argomenti di carattere sociale e sanitario siano da escludere, ma, talvolta il rischio è quello di diventare ripetitivi trascurando, volontariamente o involontariamente argomenti che possono essere talvolta scomodi o interessano delle minoranze.

Il Colonnello Carlo Calcagni ospite di PoggioTalks 2024
Il Colonnello Carlo Calcagni ospite di PoggioTalks 2024
Il Colonnello Carlo Calcagni ospite di PoggioTalks 2024
Il Colonnello Carlo Calcagni ospite di PoggioTalks 2024 affetto da MCS
Colonnello Carlo Calcagni
Il Colonnello Carlo Calcagni ospite di PoggioTalks 2024. Testimonianza.

Due argomenti ad esempio di cui non si parla mai o quasi mai, spesso riguardanti mondi paralleli che talvolta si incrociano, sono quelli riguardanti la MCS ovvero la Sensibilità o Ipersensibilità Chimica Multipla e le conseguenze dell’esposizione all’uranio impoverito che hanno coinvolto il nostro contingente militare in Bosnia negli anni 90.
Due argomenti apparentemente diversi ma che si incrociano nella vita ad esempio di una persona come il Colonnello dell’Esercito Carlo Calcagni.

Più volte apparso in televisione, intervistato dalla trasmissione “Le Iene”, ha fatto parte anche di una commissione di inchiesta ed è stato ospitato nello scorso weekend a Poggio a Caiano (PO) nell’ambito della rassegna “Poggiotalks 2024” al teatro Ambra. Un festival culturale che ha coinvolto varie personalità del mondo della televisione, del teatro, dei social e dell’editoria. Un nome su tutti, quello del giornalista Tony Capuozzo.
L’invito all’evento ci è stato suggerito da un’aderente al Comitato Toscano MCS, Silvia Pagnini, che abita nel Valdarno aretino e che è affetta in forma piuttosto grave a questa sindrome.

Quando si viene colpiti dalla sensibilità chimica multipla – Silvia ci racconta – la tua vita viene totalmente sconvolta, compaiono sintomi che non si riescono più a controllare, odori fastidiosi, giramenti di testa, sintomi simili alle allergie, problemi intestinali, respiratori, cardiologici, reumatologici, intolleranze alimentari e intolleranze farmacologiche ecc. Il corpo non tollera più nulla, la tua vita è stravolta e non appartieni più a questa società perché non puoi più frequentare luoghi pubblici o affollati.
Il rischio è di avere crisi respiratorie, perchè inizi a vomitare, perchè puoi avere uno shock anafilattico, non puoi stare a contatto con altre persone solo perchè si sono lavate con un sapone normale che contiene odori o profumi, oppure il vestiario è impregnato di ammorbidente o detersivo. Tutto questo è qualcosa di veramente terrificante. Il fumo della sigaretta, lo smog, i gas di scarico di una macchina e tante altre esalazioni possono nella loro banalità causare uno shock. Ci sono persone che addirittura non riescono a sopportare il vestiario e quindi usano abbigliamento di materiale biologico che non dà delle reazioni allergiche; non possono fare la doccia con l’acqua normale se non è un acqua particolare, perchè magari ci sono delle sostanze al suo interno per renderla potabile che innescano delle reazioni gravi.

Questa malattia in Italia non è ancora riconosciuta. Lo Stato non si prende carico dei suoi malati ambientali (MCS), per cui non puoi più far parte della tua famiglia e del tuo giro di amicizie, non riesci a tollerare il tuo partner, i tuoi genitori, ti senti esclusa dal mondo. Nemmeno al pronto soccorso si può andare perché è pieno di odori e profumi che per questo corpo adesso sono tossici, e in più, non essendo una patologia riconosciuta, viene scambiata per una sindrome di carattere psichiatrico o una forma di ansia o fobia.
Per sopravvivere, bisogna liberarsi da tutta la chimica che ti ha fatto ammalare e andare avanti a piccoli passi, riparandosi in un posto sicuro, isolato, bonificato e adatto, che possa permettere di riprendersi.

Inutile dire che le cure sono costosissime e improponibili per un cittadino medio, le spese non sono coperte dal Servizio Sanitario Nazionale. Chi può permetterselo va all’estero. Tra le varie cose questa patologia non permette di lavorare in pubblico. Quindi si può immaginare quali conseguenze comporta tutto ciò.
La MCS dunque si sviluppa dopo un prolungato contatto con sostanze chimiche o forze elettromagnetiche, per cui poi si manifesta una ipersensibilità di tipo allergico molto aggressivo, ma ancora la vera eziopatogenesi non è conosciuta.
Una persona che è affetta da MCS è proprio il Colonnello Calcagni, che ha contratto la malattia dopo la missione militare in Bosnia negli anni 90, dove è entrato in contatto con le polveri provocate dall’utilizzo da parte del contingente USA di proiettili all’uranio impoverito.

Calcagni oltre che essere un valoroso militare con la vocazione per l’aiuto al prossimo, è stato ed è tutt’ora un grande atleta sportivo e attualmente fa parte del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, e nonostante la gravissima malattia nel 2020 ha conquistato 3 medaglie d’oro all’Europeo di canottaggio indoor.
Ha provato anche a partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 ma è stato escluso per non avere i requisiti minimi per essere considerato un atleta disabile. Un’assurdità, visto che Calcagni è stato riconosciuto invalido al 100% ed è attaccato all’ossigeno 18 ore su 24.
Il Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni, è nato il 30 ottobre 1968, si arruola nell’Esercito l’08 gennaio 1988, ha frequentato il 130° Corso Allievi Ufficiali di Complemento. Nel 1989 frequenta il 27° Corso ufficiali piloti militari di elicottero. Viene trasferito presso il 20° Gruppo Squadroni “Andromeda” di Pontecagnano (SA). Dopo aver partecipato anche a missioni internazionali prima in Turchia e successivamente in Albania, nel 1996 viene inviato in missione internazionale di pace in Bosnia-erzegovina a Sarajevo in qualità di pilota, l’unico del primo contingente Italiano; Nel 2000 viene selezionato e risulta uno dei tre candidati a partecipare al corso istruttori piloti che supererà brillantemente e che lo porterà ad essere trasferito presso il Centro dell’Aviazione dell’Esercito a Viterbo per essere impiegato in qualità di istruttore ed insegnante di volo. Nel 2002, scopre di essere malato ed inizia un lungo e sofferto calvario. Solo nel 2007 le patologie vengono riconosciute dipendenti da causa di servizio. Il 19 marzo 2009 il Ministero della Difesa dispone che il Col. Calcagni venga iscritto nel Ruolo d’Onore. Intanto si sottopone periodicamente a ricoveri presso il “Breakspear Hospital” nel Regno Unito, unica struttura europea ad altissima specializzazione nel trattamento della Sensibilità Chimica Multipla e di patologie correlate alla contaminazione da metalli pesanti. La malattia però si complica con le diagnosi di cardiopatia da metalli pesanti, encefalite demielinizzante autoimmune di tipo cronico degenerativo ed irreversibile con sindrome atassica, polineuropatia sensitivo-autonomica e sindrome da affaticamento cronico, fibromialgia, sino alla diagnosi di Parkinsonismo.

Quotidianamente il Colonnello Calcagni necessita di alimentazione priva di glutine, zucchero, latte e suoi derivati; ogni giorno deve assumere oltre 300 compresse e praticare 7 iniezioni di immunoterapia. Deve effettuare ossigenoterapia per grave ipossia tissutale, praticare ossigenoterapia in camera iperbarica, sauna ad infrarossi per almeno 60 minuti al giorno, nonché mantenere l’ossigenazione notturna con il supporto del ventilatore polmonare. Ha, inoltre, la prescrizione di praticare quotidiana terapia infusionale e di sottoporsi periodicamente a plasmaferesi, una sorta di dialisi, e trasfusioni ematiche all’occorrenza. Sono frequenti con tutti questi trattamenti anche le infezioni batteriche dato che porta in maniera permanente anche due cateteri venosi centrali.
Carlo nonostante tutto pratica il ciclismo; Ha gareggiato per la Nazionale e per la rappresentativa dell’Esercito Italiano, conseguendo importanti vittorie.
Nel 2010 deve eseguire il trapianto allogenico di midollo, per cui si vede costretto ad abbandonare l’agonismo a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute.
Nel 2014 comincia le sue attività sportive presso il Comitato Italiano Paralimpico (C.I.P.). All’inizio Calcagni poteva ancora stare su una bici “normale”, ma qualche mese dopo, causa anche una forma di sclerosi multipla, è passato a pedalare su un triciclo.
Nel 2015 ottiene con questa disciplina altri due titoli italiani, e poi podi mondiali: 2 ori agli Invictus Games di Orlando in Florida nel 2016 e 2 ori in Coppa del mondo di paraciclismo come atleta del Gruppo sportivo paralimpico della Difesa.

Insomma una forza e una voglia di vivere che supera ogni immaginazione. Calcagni combatte la sua battaglia per la vita, anche per gli altri malati di MCS, ma anche per i suoi commilitoni rimasti nell’ombra ma che come lui hanno contratto la malattia dopo l’esposizione all’uranio impoverito in Bosnia. Materia sempre tabu su tutti i media.
In quella missione sui Balcani nel 1996, ai militari di altri paesi furono fornite tute, indumenti, materiali e protocolli precauzionali per evitare la contaminazione, mentre agli italiani fu nascosto addirittura tale pericolo, procurando negli anni a venire centinaia di morti tra i nostri giovani e malattie croniche invalidanti in maniera permanente anche in forma degenerativa.

I valori di radiazioni dovute all’uranio riscontrate attualmente nel corpo di Carlo calcagni ad esempio, superano addirittura quelli riscontrati sulla popolazione di Cernobyl dopo la famosa esplosione del reattore nucleare della centrale. L’esercito USA in Bosnia nel 1996 usava regolarmente proiettili all’uranio impoverito e aveva raccomandato l’esercito italiano di usare determinate precauzioni e dispositivi di protezione. I vertici del nostro ministero della difesa non avvisò però i ragazzi partiti per i Balcani. 7000 soldati italiani respirarono le polveri d’uranio e poi si sono ammalati, In 400 hanno contratto il cancro e sono morti.
Calcagli in Bosnia era l’unico pilota di elicotteri e svolgeva voli di ricognizione, recupero armi e feriti militari e civili.
Per questo eccellente servizio l’Esercito gli aveva successivamente riconosciuto un encomio, ma tornato a casa si era ammalato e gli vennero riscontrati metalli pesanti in quasi tutti gli organi vitali.

Per questo motivo Calcagni esegue ad oggi 7 iniezioni ed assume circa 300 compresse per via orale ogni giorno. La maggior parte della giornata la passa per curarsi.
Essendo stata poi riconosciuta dopo molto tempo la causa di servizio, Calcagni da qualche anno chiede un risarcimento allo stato, e dopo ben 10 lunghi anni di attesa gli è arrivata la comunicazione scritta di rifiuto senza indicarne la motivazione. Il colonnello allora ha chiesto formalmente gli atti e la documentazione con la motivazione del rifiuto del risarcimento, ma gli è stata negata perchè sottoposta a segreto di stato. Calcagni allora ha insistito e ha fatto ricorso, lo ha vinto e finalmente dopo altro tempo di attesa, ha ricevuto la documentazione e il testo con le motivazioni. In poche parole si affermava che Calcagni non avrebbe effettuato alcuna attività di volo in teatro operativo (ovvero nei Balcani ndr) , cosa invece largamente documentata proprio dai registri dell’Esercito sul libretto dei voli o sul libretto sanitario.
Nel 2019 lo stato ha riconosciuto l’errore ma ad oggi nel 2024 nessuno ha contattato ed erogato al militare alcun risarcimento.

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