Immatricolazioni autobus e autocarri: Arezzo tira il freno  

Continental ha realizzato anche quest’anno l’Osservatorio sui macro-trend del mercato dei veicoli pesanti per il trasporto di merci e persone, giunto alla sua quarta edizione. Lo studio fotografa lo stato del settore nelle province italiane nel 2023, dopo un 2022 caratterizzato da un rallentamento seguito alla ripresa post Covid-19, e prova a tracciare la direzione verso la quale questo comparto si sta dirigendo attraverso l’analisi dei dati sulle immatricolazioni, i tipi di alimentazione, l’anzianità, la categoria euro del parco circolante.

Ad Arezzo calano le immatricolazioni di autocarri, stabili gli autobus

Il trasporto merci oltre le 16t nel 2023 in Italia ha registrato 22.999 nuove immatricolazioni, con un aumento del 6,9% rispetto al 2022. In Toscana non si registrano variazioni: sono 1.088 le targhe immatricolate nel 2023, soltanto otto in più rispetto ai 12 mesi precedenti (+0,7%). Arezzo fa registrare un piccolo calo dell’8,1% (da 86 a 79 immatricolazioni). 

Il mercato italiano degli autobus, indipendentemente dalla capienza, registra un +45,8% con 5.434 immatricolazioni tra trasporto pubblico locale, regionale, nazionale e noleggio da rimessa. La Toscana fa registrare una variazione negativa del 12,8%: le nuove targhe passano infatti in un anno da 273 a 238. Situazione stabile ad Arezzo, che passa da 17 a 18 nuove immatricolazioni (+5,9%).

Ad Arezzo dominano ancora le forme di alimentazione tradizionali

La situazione italiana per alimentazione del parco merci circolante nel 2023 (relativa agli autocarri di ogni peso totale a terra) rimane quasi invariata rispetto al 2022: il gasolio continua ad essere predominante (90,3%) seguito da benzina e metano (a 4,5% e 2,1%). Timidissima crescita per le alimentazioni alternative: i veicoli a GPL segnano un +1,5% contro l’1,4% del 2022, così come gli elettrici (0,4% contro lo 0,3%); crescita più sostenuta per gli ibridi (0,5% se con motore termico a gasolio e 0,6% a benzina). 

In Toscana si segnala un lieve calo del gasolio, che rimane comunque preponderante e copre l’87,9% del parco (-0,5 punti percentuali rispetto al 2022), e del metano che passa da 2,5% a 2,3%. La crescita interessa il comparto degli ibridi (+0,5 punti percentuali) che, tra benzina e gasolio, si attestano ora a quota 1,3%. L’elettrico aumenta di poco e rimane ancora sotto l’1% (passa dallo 0,5% allo 0,7%). 

Ad Arezzo il gasolio cala dello 0,3% e si attesta a 90,8%. Il metano rimane quasi stabile (da 4,6% a 4,3%) e cresce poco l’ibrido, che raggiunge lo 0,7%. Del tutto marginale l’elettrico (0,1%). 

 

Il parco autobus nazionale (di tutte le dimensioni) vede una lenta transizione verso le alimentazioni alternative, dovuta essenzialmente ai cambiamenti in atto nelle flotte di TPL urbano e interurbano a breve raggio: la maggioranza del circolante rimane a gasolio (91,1%), il metano è al 6,1% e le quote di elettrico e ibrido diesel raggiungono il 2,2% (rispettivamente 1,3% e 0,9%). 

In Toscana si registra un leggero calo del gasolio da 94,4% a 93,3% a fronte di piccole crescite dell’ibrido (ora all’1,1%), del metano (dal 4,4% al 4,6%) e dell’elettrico (ora allo 0,6%). 

Il gasolio domina il mercato anche ad Arezzo, dove arriva al 93,2% di copertura (ma con trend in discesa: -1,8%). Cresce invece dell’1,8% il metano, attestandosi al 6,1% (il valore più elevato della regione). L’alimentazione ibrida ed elettrica sono del tutto assenti in provincia.

Euro 6 categoria più diffusa

Nel comparto degli autocarri per trasporto merci nel 2023 prevalgono a livello nazionale gli Euro 4, 5 e 6 che, insieme, raggiungono il 55,5% del totale. I dati di Euro 0, 1, 2 e 3 (pari al 44% complessivo) necessiterebbero di analisi approfondite in quanto potrebbero essere viziati da iscrizioni al PRA di veicoli non più circolanti. 

Situazione più rosea in Toscana, qui le categorie più virtuose, dalla 4 alla 6, raggiungono assieme una quota del 64,3%, con l’Euro 6 al 38,8%.  Per contro le classi più basse, dalla 0 alla 3, fanno segnare piccole diminuzioni nel corso del 2023 e si attestano complessivamente al 35%. 

Ad Arezzo le classi migliori insieme raggiungono quota 55,3%, con l’Euro 6 al 27,3%. Anche qui sono tutte in calo le classi più inquinanti: la più rappresentata nella parte bassa della classifica è l’Euro 3, con una quota del 16,4% (-0,7%).

 

In Italia, la percentuale di autobus Euro 4, 5 e 6 rappresenta il 59,3% del parco. Anche in questo caso la quota degli Euro 0 e 1 potrebbe non riflettere puntualmente i bus realmente in circolazione, mentre i veicoli Euro 2 ed Euro 3 passano al 39,9% sul totale. 

In Toscana lo scenario è simile a quello nazionale. Le classi Euro 4, 5 e 6 raggiungono insieme una quota del 61,4%, con gli Euro 6 al 40,1% e in crescita del 2,6% in un anno. Tra le classi più inquinanti, la più rappresentata è l’Euro 3 con il 20,9%, in calo dell’1,4% rispetto al 2022. 

Ad Arezzo le classi più virtuose assieme raggiungono quota 59,8%, con l’Euro 6 protagonista al 32,2%. Tra le classi più inquinanti, la più popolata è l’Euro 0 con una quota del 17%, in calo dello 0,6% in un anno. 

 

Anzianità: risultati migliori sul fronte autobus

L’età degli autocarri in circolazione in Italia rispecchia a grandi linee la loro classe ecologica; la percentuale di veicoli con meno di un anno aumenta dal 3,6% al 4,4% ma allo stesso tempo invecchiano quelli seminuovi, con un calo di 0,7 punti percentuali dei veicoli tra uno e cinque anni. I dati dei più anziani potrebbero essere anche qui viziati dal permanere sui registri di veicoli non più circolanti, tanto che la fascia oltre i 20 anni risulta la più diffusa con il 35,3% del circolante. 

In Toscana la fascia più rappresentata è quella di autocarri tra 5 e 10 anni, che raggiunge il 18,7% del totale circolante. Soltanto il 10,5% dei veicoli ha più di 30 anni (15,8% in Italia) e quelli sotto i 10 anni sono il 46,9% (35,2% Italia). 

Ad Arezzo situazione meno brillante, da questo punto di vista, rispetto alla media regionale: il 21,4% degli autocarri ha tra i 20 e i 30 anni (fascia maggiormente popolata) e il 13,9% supera i 30 anni. La fascia sotto i 10 anni coinvolge il 34,6% del parco circolante.

 

Gli autobus italiani risentono positivamente dei contributi per le flotte di TPL e generalmente i mezzi più vecchi registrano dati più aderenti alla realtà rispetto agli autocarri di pari età. Aumentano i veicoli con meno di due anni (da 3,7% a 5,5% quelli fino a un anno) e in generale il 38,6% ha meno di dieci anni (contro il 36,2% del 2022).

La Toscana mostra dati migliori della media nazionale: la fascia più diffusa è quella tra i 5 e i 10 anni (23,3%). I veicoli sopra i 20 anni sono il 23,5% (vs 27,5% dell’Italia) e quelli sotto i 10 anni il 44,5%. 

Ad Arezzo gli autobus nella fascia 5/10 anni raggiungono il 17,4%. Inoltre, il 32,7% dei veicoli ha più di 20 anni, mentre il 39,5% ne ha meno di dieci.

4° Osservatorio Continental sui macro-trend del trasporto pesante

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