“Nel mese in cui le Nazioni Unite hanno fissato la ricorrenza della Giornata della Terra (che cade, più precisamente, il 22 aprile, ossia un mese e un giorno dopo l’equinozio di primavera), anche a Palomar abbiamo voluto contribuire a sottoporre al pubblico, agli utenti e alla riflessione generale il tema della salvaguardia dell’ambiente”.
Così l’assessore alla cultura del comune di San Giovanni Valdarno Fabio Franchi ha introdotto la mostra fotografica “Canopi” di Michele Lazzaro che è stata inaugurata questa mattina (mercoledì 12 aprile) a Palomar. L’esposizione, che apre il calendario di aprile delle Piazze del Sapere, è allestita nella sala grande della Casa della cultura in piazza della Libertà e resterà aperta e visitabile fino a venerdì 28 aprile. Le immagini suggeriscono comportamenti di vita rispettosi nei confronti dell’ambiente come risposta a una crisi ecologica di proporzioni enormi che è diventata fra le sfide globali più urgenti.
“Alla salvaguardia dell’ambiente – continua l’assessore Franchi – abbiamo voluto dedicare varie attività, che copriranno quasi l’intero mese di aprile, tra cui vari appuntamenti per bambini e la presentazione del libro “Prima di tagliare un albero” di Arianna Papini, autrice che sarà presente a Palomar la mattina di sabato 15 aprile per una lettura-laboratorio per bambini. E’ in questo contesto che si situa anche la mostra fotografica di Michele Lazzaro.
Una mostra di forte impatto visivo, per certi aspetti spiazzante, che vuole sottoporci l’urgenza di affrontare in modo convinto e deciso i temi della crisi ecologica e della sostenibilità ambientale. Partendo dalla convinzione (documentata, e a più riprese segnalata anche dagli scienziati) che stiamo sistematicamente distruggendo l’ambiente in cui viviamo, Michele Lazzaro con questa mostra vuole spingerci a prendere reale coscienza dei disastri che stiamo compiendo nei confronti dell’ambiente in cui viviamo, e lo fa con immagini potenti, con foto che sono un’efficace (e a volte inquietante) fusione di volti umani e contenitori di plastica, abbandonati sulla spiaggia e raccolti dall’artista.
Il messaggio? Abbiamo un solo pianeta, un solo ambiente, e siamo andati già troppo oltre nello sfruttarlo e nel violarlo. E’ necessario arrestarsi, pena la sopravvivenza delle varie specie viventi, compresa la nostra. Un messaggio importante e di valore, che ci è sembrato giusto, utile e opportuno ospitare nella nostra Casa della Cultura, nella consapevolezza che una casa della cultura deve promuovere non solo il libro e la lettura, ma anche altre forme di espressione artistica e culturale, e nella convinzione che la cultura è uno degli elementi più qualificanti per farci essere cittadini più consapevoli e migliori.”
“L’omologazione imperante che sta distruggendo sapere e sapori della nostra cultura – sottolinea l’artista Michele Lazzaro – è il frutto di una globalizzazione scellerata i cui effetti sono ormai più che evidenti. A questo sconquasso culturale è strettamente legato quello ambientale. Quella climatica, fortemente connessa, è un’altra delle emergenze più gravi dell’epoca moderna che necessiterebbe provvedimenti urgenti per fronteggiare imminenti e rischiose (anche per l’uomo) estinzioni di massa di specie animali e vegetali. La mia mostra fotografica vuole essere uno stimolo alla riflessione per accendere la curiosità di capire e approfondire le problematiche legate all’uso della plastica, attraverso un esempio di riciclo creativo”.
Le immagini dei “Canopi” (urne funerarie tipiche dell’Egitto e dell’Etruria) in concreto, se da un lato desiderano lanciare un grido d’allarme, dall’altro intendono spingere, riutilizzando adeguatamente materiali di scarto, a cambiare le abitudini e i comportamenti di ciascuno attraverso pratiche, seppur semplici ma virtuose, realmente utili e positive per l’ambiente.
La mostra “Canopi” è composta da 8 immagini, d’ispirazione etrusca, che sono state stampate volutamente in formato gigante per creare un forte impatto visivo. Il vaso cinerario era composto dal coperchio modellato a testa umana che ricordava la fisionomia dei defunti, che vivevano così, una seconda vita nell’al di là. La parte sottostante era invece destinata a contenere le loro ceneri. Per l’esattezza dei lineamenti e per la potenza espressiva, i canopi etruschi sono considerati come i primi esempi del ritratto artistico in territorio italico.
“Le immagini della mostra “Canopi” – spiega ancora Lazzaro – sono mutuate proprio da questa cultura: nella parte superiore, cioè il coperchio, troviamo il ritratto delle persone sul cui colore sono intervenuto in fase di post-produzione a suggerire l’incombente rischio di decesso. Mentre nella parte inferiore ho ancorato dei contenitori (questo ancoraggio è prassi nel momento in cui non viene ritrovato il contenitore originale delle ceneri), rifiuti di plastica che ho personalmente raccolto sulla spiaggia e volutamente riutilizzato per comporre le varie immagini”.