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La Centrale Operativa Territoriale di Arezzo diventa realtà

È stata inaugurata oggi la COT (Centrale operativa Territoriale) di Arezzo. Uno stabile su un unico piano realizzato interamente ex novo dopo la demolizione di tre fabbricati fatiscenti presenti nell’area circostante, e non recuperabili, che un tempo ospitavano cucina, dispensa e docce dell’ex ospedale psichiatrico della città.

La somma complessiva impiegata per costruire la nuova struttura è di quasi 610 mila euro, finanziata quasi interamente con i fondi Pnrr – Next Generation Eu (504.661 euro) e per i restanti 105 mila euro con fondi Asl Tse. 



La Cot Aretina è stata inaugurata stamani alla presenza dell’assessore regionale al Diritto alla Salute e Sanità Simone Bezzini: a fare gli onori di casa la direzione aziendale Asl Toscana Sud Est in testa alla quale il Direttore generale Antonio D’Urso.

«La Centrale Operativa Territoriale ha una funzione strategica nell’assicurare una stretta sinergia fra rete di emergenza-urgenza, l’ospedale e i servizi territoriali e domiciliari. E’ un nuovo punto di riferimento per l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria. Con quella di Arezzo – commenta l’assessore al Diritto alla Salute Simone Bezzini – si andrà ad aggiungere un tassello fondamentale per l’organizzazione e la gestione dei servizi sanitari e socio-sanitari della città. L’implementazione delle COT – conclude – risponde all’esigenza di un modello di sanità che stiamo sviluppando in tutta la Regione, una sanità sempre più diffusa e vicina alle persone, grazie anche al supporto della tecnologia e all’integrazione tra professionisti».

Una struttura di 150 metri quadrati di superficie distribuiti su un unico piano, suddiviso in 4 uffici e una sala riunioni per un totale di 8 postazioni di lavoro, realizzata con caratteristiche antisismiche e dotata di impianto fotovoltaico che consentirà di conseguire un risparmio energetico.

La Centrale operativa territoriale (COT) è un modello organizzativo innovativo che svolge una funzione di coordinamento della presa in carico della persona raccordando servizi e professionisti coinvolti nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie, sociosanitarie e ospedaliere e rete dell’emergenza-urgenza. Una sorta di cabina di regia tra i diversi attori della rete territoriale di cui ne coordina le azioni, in particolare in merito a fragilità, prossimità e domiciliarità degli interventi, avvalendosi per la presa in carico della persona delle nuove risorse tecnologiche (come la telemedicina). Obiettivi della COT sono la presa in cura della persona assicurandole la continuità e la appropriatezza delle cure, promuovere l’integrazione tra ospedale e territorio verificando la disponibilità dei servizi al fine di consentire e facilitare l’ammissione o la dimissione del paziente verso strutture intermedie oppure verso il domicilio e, in presenza di un bisogno socio-sanitario, il suo compito è quello di attivare l’UVM (Unità di valutazione multidisciplinare) e sviluppare in maniera strutturata la presa in carico dei pazienti cronici al proprio domicilio. In sostanza la COT attiva il servizio di Telemedicina, il percorso ospedale-territorio, quello territorio-territorio e si integra con la centrale 116117.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede l’attivazione di 600 COT a livello nazionale destinandovi oltre 100 milioni di euro, con l’obiettivo di coordinare i servizi territoriali con gli altri servizi sanitari, assicurando gli standard di interoperabilità e l’interfaccia con gli ospedali e la rete dell’Emergenza-urgenza.

La realizzazione della COT di Arezzo fa parte di un progetto più ampio che grazie ai fondi del Pnrr permette di adeguare l’ospedale San Donato alla normativa antisismica e di renderlo più fruibile alle nuove esigenze sanitarie. Lavori che saranno finanziati per 19.437.770 euro con fondi Pnrr-Next Generation Eu e che sono partiti con la realizzazione di un edificio volano nel quale spostare via via le attività dei reparti interessati dai lavori.

«La Cot è la concretizzazione di un cambio di passo nel modo di concepire l’assistenza sanitaria e socio-sanitaria al cittadino –  dichiara il direttore generale della Asl Toscana Sud Est, Antonio D’Urso –. Un modo nuovo più vicino alle esigenze del paziente nell’ottica di una ottimizzazione della presa in carico grazie al raccordo fra professionisti, servizi e terrritorio. La riforma dei servizi sul territorio prevede anche la creazione delle Case della Comunità e la rimodulazione degli Ospedali di Comunità, grazie alle risorse del PNRR, che consentiranno di delineare una nuova organizzazione in rete, dove servizi e professionisti sono connessi e a disposizione della popolazione per una presa in carico multidisciplinare. Il paziente non dovrà più recarsi da una parte all’altra ma potrà seguire un percorso assistenziale definito che lo accompagna dall’inizio, a partire dal medico di medicina generale, fino alle dimissioni dall’ospedale e al post ricovero, seguendolo nel follow up e nella riabilitazione. Il nostro obiettivo è portare la sanità più vicina possibile ai cittadini».

Ufficio Stampa
Asl Toscana Sud Est

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