Insomma, gli studi scientifici sulle infezioni da Coronavirus SARS e sulle cure sono presenti in letteratura scientifica ormai da oltre 20 anni.
Fin dall’epidemia di SARS del 2002-2004, comunemente indicata come epidemia di SARS, una malattia respiratoria causata dal coronavirus SARS CoV, iniziata nel novembre del 2002 in Cina e successivamente diffusasi in 26 nazioni del mondo.
Ne è un esempio lo studio dal titolo “La clorochina è un potente inibitore dell’infezione da coronavirus SARS e della diffusione” pubblicato il 22 agosto 2005 sul Virology Journal a firma del dr. Martin J. Vincent (Special Pathogens Brach, Division of Viral and Rickettsial Diseases, Centers for Disease Control and Prevention, Atlanta, Georgia, 1600 Clifton Road, 30333, USA).
Occorre evidenziare che il dr. Martin J. Vincent lavora presso la Divisione delle malattie virali dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC), l’Ente americano che pubblica i dati dal mondo sull’efficacia dei vaccini mRNA Covid-19.
L’Ente che soltanto i 23 agosto 2023 ha dichiarato all’Agenzia Reuters che “la variante Covid-19 denominata BA.2.86 potrebbe essere più capace delle varianti precedenti nel causare infezioni in persone che hanno precedentemente ricevuto il vaccino“.
Leggi anche:
BA.2.86: la nuova variante COVID potrebbe causare infezioni in individui vaccinati
L’ente di Controllo che nell’ottobre 2022 evidenziava che il sistema di monitoraggio V-Safe aveva ha già registrato che oltre 10 milioni di americani avevano segnalato reazioni avverse ai vaccini mRNA Covid-19.
https://www.arezzoweb.it/2022/v-safe-oltre-10-milioni-di-americani-hanno-segnalato-reazioni-avverse-ai-vaccini-covid-19-540008.html
Torniamo però allo studio pubblicato il 25 agosto 2005.
Si legge nelle conclusioni che “la clorochina è efficace nel prevenire la diffusione di SARS CoV in coltura cellulare. Un’inibizione favorevole della diffusione del virus è stata osservata quando le cellule sono state trattate con clorochina prima o dopo l’infezione da SARS CoV. Inoltre, il saggio di immunofluorescenza indiretta qui descritto rappresenta un metodo semplice e rapido per lo screening dei composti antivirali SARS-CoV“.
Scarica al link sotto lo studio integrale in formato pdf:
Virology Journal 22 agosto 2005
Scrive il dr. Martin J. Vincent che ” la clorochina ha forti effetti antivirali sull’infezione da SARS-CoV delle cellule dei primati. Questi effetti inibitori si osservano quando le cellule vengono trattate con il farmaco prima o dopo l’esposizione al virus, suggerendo sia un vantaggio profilattico che terapeutico“.
Il nuovo coronavirus denominato SARS–CoV–2 e già denominato 2019-nCoV appartiene alla stessa famiglia di virus della Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS).
Scrive il Ministero della Salute del nostro Paese che “il nuovo coronavirus rilevato in Cina nel 2019 è strettamente correlato geneticamente al virus SARS-CoV-1 che provoca la SARS, emersa alla fine del 2002 in Cina“.
https://www.salute.gov.it/portale/nuovocoronavirus/dettaglioFaqNuovoCoronavirus.jsp?id=257&lingua=italiano#:~:text=Il%20nuovo%20coronavirus%20%C3%A8%20lo,non%20%C3%A8%20lo%20stesso%20virus.
Chiaramente molti contestano lo studio affermando che “l’articolo è del 2005 e il virus in questione è il SARS-CoV, che non è quello che causa il covid, ma era quello che causava la SARS” non preoccupandosi neppure di comprendere che la clorochina può “influenzare negativamente il legame virus-recettore e abrogare l’infezione, con ulteriori ramificazioni dovute all’innalzamento del pH vescicolare, con conseguente inibizione dell’infezione e diffusione di SARS CoV a concentrazioni clinicamente ammissibili” come evidenziato chiaramente dal dr. Martin J. Vincent.