Si è tenuto ieri pomeriggio, giovedì 18 febbraio, l’incontro della Conferenza zonale dei sindaci del Valdarno Aretino con l’assessore regionale ai trasporti Stefano Baccelli.
L’appuntamento era stato programmato a dicembre dopo che i primi cittadini della vallata avevano lamentato un disservizio ripetuto per gli utenti e i pendolari che usufruiscono della linea ferroviaria che attraversa il Valdarno per ragioni di studio, lavoro o per semplici viaggi di piacere. Continui ritardi dei treni e improvvise cancellazioni, soprattutto nei mesi di novembre e dicembre, che hanno avuto inevitabili ripercussioni sulla vita quotidiana di chi ricorre al trasporto ferroviario per i propri spostamenti.
“Agli utenti che viaggiano sui treni – aveva scritto nella nota la Conferenza dei sindaci – devono essere garantiti gli standard di qualità che meritano. Ogni giorno raccogliamo segnalazioni, problemi, denunce e ascoltiamo l’esasperazione crescente di chi usa i regionali. Ad ogni ritardo aumentano i disagi e il malcontento di chi è costretto a pagare un servizio che, nella pratica, non è mai quello proposto e venduto sulla carta”.
Alla riunione di ieri erano presenti la presidente della Conferenza zonale dei sindaci del Valdarno e sindaco di San Giovanni Valdarno Valentina Vadi, Cristina Bucciarelli, vice sindaco di Montevarchi, Lorenzo Allegrucci, assessore di Montevarchi, Sonia Tognazzi, assessore di Cavriglia, Wanda Ginestroni assessore di Loro Ciuffenna, Sergio Chienni, sindaco di Terranuova Bracciolini e, in collegamento, Enzo Cacioli, sindaco di Castelfranco Piandiscò, Anna Maria Lamioni assessore di Bucine, Laura Castellani, dirigente della Regione Toscana e l’assessore regionale ai trasporti Stefano Baccelli.
L’incontro è iniziato con la presidente della Conferenza zonale dei sindaci del Valdarno che ha illustrato la situazione portando esempi concreti e mostrando all’assessore le decine di segnalazioni che giornalmente arrivano ai primi cittadini.
“La situazione non è più sostenibile – ha sostenuto Valentina Vadi – Studenti e lavoratori sono costretti a cambiare le loro abitudini di vita a causa dell’inaffidabilità del servizio ferroviario e devono costantemente giustificare e pagare le conseguenze di assenze e di ritardi di cui non sono responsabili. Vorremmo per prima cosa comprendere le cause che stanno dietro a questi disservizi per poter dare risposte chiare e, cosa più importante, capire la soluzione prevista dalla Regione per risolvere una situazione che, in questo momento, è critica”.
Il vice sindaco di Montevarchi Cristina Bucciarelli ha analizzato in maniera puntuale il contratto di servizio fra la Regione e Trenitalia che, nel 2018, è stato affidato con procedura diretta per 15 anni.
“A differenza delle altre volte in cui il contratto aveva una durata di 5 anni, si è deciso un rinnovo di lungo periodo. Soluzione condivisibile – ha sottolineato Cristina Bucciarelli – perché il contratto, a fronte di una durata di 15 anni, impegna il Gestore-Trenitalia a fornire una qualità maggiore in termini di efficienza ed efficacia del servizio ferroviario e di investimenti. Unitamente al contratto, Regione e Trenitalia hanno sottoscritto un Piano per il raggiungimento degli obiettivi regolatori (PRO) che prevede, proprio entro il primo quinquennio, il raggiungimento di determinati standards.
Qui non solo il servizio non è migliorato ma nell’ultimo anno e mezzo si sono raggiunti livelli di disservizio inaccettabili; non solo non si sono visti miglioramenti ma non sono stati garantiti neanche i requisiti minimi del servizio ovvero la puntualità e la regolarità del trasporto. Alla luce di questi fatti, chiedo alla Regione di sapere quali penali sono state o saranno applicate a Trenitalia?
Quali azioni sono state o saranno intraprese per il rispetto dei termini del contratto? Nel 2024, non è accettabile che non si sia in grado di garantire un servizio essenziale quale quello del trasporto pubblico su ferro; l’inaffidabilità del servizio ferroviario non provoca solo un disagio temporaneo agli utenti ma rende loro impossibile organizzare la propria vita lavorativa o di studio. Poi il pendolare può anche trovare soluzioni alternative ma davvero vogliamo aggravare ulteriormente il traffico su ruota che gravita ogni giorno su Firenze?”.
Altra questione importante sottolineata da tutti i presenti è stata quella della “inadeguata, non comprensibile o assente” comunicazione da parte del Gestore-Trenitalia quando si verificano i ripetuti disagi. “Gli utenti non possono essere lasciati soli in stazione senza sapere come comportarsi”.
L’assessore di Bucine, Anna Maria Lamioni, ha portato all’attenzione la situazione del proprio comune che non ha istituti superiori e la maggior parte degli studenti, minorenni, si sposta con il treno per raggiungere la scuola.
“Quanto da voi riferito – le parole dell’assessore regionale Baccelli – è assolutamente coerente con i dati a nostra disposizione, frutto del monitoraggio costante della struttura tecnica ma anche dalla cabina di regia costituita due anni fa e che, una volta al mese, vede la Regione confrontarsi con Trenitalia e Rfi per le 14 linee toscane.
Il tratto che collega Arezzo e Firenze presenta criticità evidenti e lo confermano i continui messaggi che giungono al numero verde o attraverso i nostri canali regionali. C’è stato un preoccupante decremento in termini di puntualità e il dato risulta particolarmente disastroso negli ultimi due mesi del 2023: 77,1% a novembre e addirittura 68,6 % a dicembre. Significa che oltre un terzo dei treni ha registrato ritardi superiori ai 5 minuti. A questo si aggiunge il report negativo delle cancellazioni dei convogli che sono state 135 a novembre e 109 a dicembre. Pretendiamo da Trenitalia e Rfi un approfondimento sulle cause perché quelle che ci vengono restituite sono troppo generiche.
Nel confronto che abbiamo avuto con i gestori è emerso un’interferenza non più sostenibile con i servizi dell’alta velocità dovuta ad un incremento dei viaggi di Italo e Trenitalia e nuovi servizi a lunga percorrenza che causano le ‘perturbazioni di ritardi’. Poi sono emerse criticità infrastrutturali ed economiche ma, mentre con Trenitalia la Regione ha un contratto di servizio, questo non accade con Rfi che gestisce la rete. Altra causa di ritardi sono gli eventi che si verificano fuori Toscana, in particolare nel nodo romano.
Per questo abbiamo istituito un gruppo di lavoro insieme alla regione Umbria per monitorare al meglio la situazione. Quali i provvedimenti da mettere in atto? Noi vogliamo ulteriormente essere rigorosi rispetto ai meccanismi di bonus e sanzioni che sono previsti da contratto ma che non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo primario di rendere efficiente il servizio e puntuali i treni. Occorre confrontarci con il settore alta velocità. Stiamo attendendo da tempo una proposta di riorganizzazione del servizio da parte di Trenitalia e Rfi che sarà valutata non solo dalla Regione ma anche dagli enti locali”.
Per questo alla prima cabina di regia con i gestori in cui sarà discussa l’ipotesi di riorganizzazione del servizio della tratta valdarnese, che sarà convocata entro 20 giorni, i sindaci della vallata hanno chiesto di poter partecipare esprimendo la loro posizione.
“La possibilità di dirottare i treni del tratto valdarnese sulla linea lenta – ha concluso l’assessore Baccelli – non credo possa essere una soluzione perché i tempi di percorrenza sarebbero doppi. Qualsiasi progetto, in ogni caso, sarà condiviso con le amministrazioni locali”.
“Un passo importante la presenza dei sindaci del Valdarno nel rapporto e nella contrattazione con Trenitalia e Rfi”, ha concluso la presidente Valentina Vadi. “Parteciperemo alla prossima cabina di regia della Regione portando le ragioni e le richieste del territorio. Trenitalia sta confezionando un’ipotesi di riorganizzazione del servizio che noi vogliamo conoscere per esprimere immediatamente il nostro assenso o il nostro dissenso. Ribadiamo, con decisione, che la soluzione non può essere l’utilizzo della linea lenta per i nostri regionali. Vogliamo risposte concrete. Se una delle cause è il proliferare dei treni dell’alta velocità, la Regione dovrà farsi sentire con Trenitalia a Roma, nelle sedi opportune, chiarendo che un territorio non può essere danneggiato in questo modo”.