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La festa del ringraziamento fa il pieno a Pieve San Giovanni e testimonia il valore della comunità

Incantevole terrazza, che si affaccia su un panorama mozzafiato, Pieve San Giovanni  domenica scorsa è stato teatro della Festa del Ringraziamento, che si è distinta per l’elevata partecipazione di fedeli e di tanti paesani che hanno preso parte alla giornata di festa, in un clima caldo ma tipicamente autunnale per i sapori con le caldarroste protagoniste assolute.

Certo, questo Paesino con poco più di duecento anime è noto per la sua vitalità e il suo spiccato senso di comunità, che lo rendono insieme alla sua bellezza paesaggistica, panoramica e alla sua accoglienza una meta gradita durante le sue feste e per le passeggiate ed escursioni domenicali.

Le gite fuori porta sono un’occasione diffusa per molti per godere del paesaggio che tale località riserva e per coniugarla al buon cibo che offre anche la presenza della storica “bottega”, che nella sua veste rinnovata è ormai un consolidato ed apprezzato punto di ritrovo e di  degustazione conosciuto in tutta la zona, città di Arezzo compresa.

Da 50 anni va in scena lo storico Carnevale Campagnolo, il cui successo dovuto alla semplicità e alla generosità derivante dalla cultura contadina, è testimoniato dalle tantissime presenze che ogni anno animano la festa e la colorano ed accalorano nella Piazza del piccolo centro storico.

La Piazza diventa protagonista della festa con la sua accogliente bellezza che la rende una suggestiva terrazza a cielo aperto che si  affaccia su un panorama unico e fiabesco.

Neppure l’atmosfera festosa, il chiasso scherzoso e il fascino delle maschere artistiche dei Figli di Bocco riescono a far passare inosservato quel quadro dipinto dalla natura, che cattura la vista e il cuore, con lo sguardo che si perde sull’orizzonte sedotto dalla malia  romantica che tal paesaggio sa suscitare in ogni stagione.

Se la vicina Rondine, prestigiosa Cittadella della Pace, è testimone e portavoce universalmente riconosciuto del messaggio di pace, mi perdonino per il parallelismo, ma Pieve San Giovanni, in ambito locale, lo è per quel senso di comunità che esprime.

Un valore che va recuperato ed incentivato, essendosi preoccupantemente affievolito negli anni.

Ebbene, quando andate a Pieve San Giovanni, ricordatevi che non sarete semplicemente in una piccola ed accogliente frazione del Comune di Capolona, apprezzabile per il suo suggestivo panorama e per la bellezza paesaggistica in cui è ambientata ed ammirabile lungo tutto il percorso che vi accompagna salendo fino ai suoi 360 mt di altezza sul livello del mare.

Incontrerete una comunità sana, socievole e dinamica, fortemente radicata alle sue tradizioni agricole, ma civilmente aperta come testimonia anche lo sviluppo abitativo.

Un autentico esempio di convivenza armoniosa, in cui si incontrano ed edificano esperienze generazionali diverse, ma coese e rispettose.

Un paesaggio meraviglioso, tra uliveti e cipressi, che dona una vista mozzafiato che si perde all’orizzonte

Il ridente borghetto si mette in mostra per  la profondità dei valori che esprime e la bellezza dello scenario che offre, con la collina coperta da uliveti che scende verso sud, incontrando prima l’incantevole e sinuosa Valle delle Piagge,  per arrivare laddove scorre l’Arno, in quel luogo di rara bellezza naturalistica che persino il grande Leonardo Da Vinci apprezzò e rese celebre.

Ma la vista va oltre, fino ad Arezzo, visibile in tutta la sua estensione, con il Duomo che emerge in tutto il suo splendore e per la sua maestosità che si scorge anche a distanza, per perdersi insieme allo stupore che offre, laggiù, nell’orizzonte dove prendono forma le terre di confine.

Il Prete Campagnolo, anima ispiratrice e regista della comunità 

Un plauso agli abitanti della Pieve e a Don Adriano, il “prete campagnolo” dall’immensa cultura custodita ed espressa con grande umiltà, che con grande amore per la sua terra e per la comunità mantiene viva la partecipazione, le tradizioni e un’armoniosa e vivace vita sociale.

Bravo Don, il tuo esempio infinito si riflette anche nei ringraziamenti, che non manchi mai a chi condivide insieme a te l’organizzazione e il lavoro e ai tanti ospiti che partecipano alle feste e alle ricorrenze della tradizione: “grazie a tutti per la collaborazione che crea amicizia e radici per il futuro”.

Quel futuro che deve passare anche da quello spirito di appartenenza che matura proprio nella partecipazione alla vita sociale e di comunità, che si sviluppava fino al recente passato soprattutto nelle Piazze con il loro ruolo aggregante.

A tal proposito, vale la pena di visitare la Piazza pedonale recentemente “restaurata” e con al centro uno stupendo pozzo, sulla quale si affaccia il “Palazzo” e a pochi metri di distanza dalla Chiesa del Paese.

Sarà l’occasione per ammirarla da un punto di vista architettonico, ma anche per calarsi in  quell’atmosfera di semplicità che rallenta i nostri ritmi sempre più frenetici, con la consapevolezza che le Piazze vanno rivalutate come occasione di incontro.

Un bene prezioso dimenticato e sempre meno vissuto, a scapito della “salute” delle stesse comunità e della loro vita sociale.

Un simbolo ormai perduto con l’avanzata delle relazioni virtuali, che rischiano di rendere sempre più aridi i rapporti umani e più fragili le connessioni fisiche alla base di una sana convivenza civile e per rendere saldo quello spirito di comunità che dia valore ad una società meno individualista ed egoista.

Pieve San Giovanni è un esempio concreto di chi non vuol resistere all’innovazione o demonizzare il nuovo che avanza, ma crede, con i valori della tradizione, che vada vissuta ed accompagnata con quello spirito di partecipazione che non può non prescindere dal coltivare relazioni reali, rivalutando la vita sociale che si sviluppa anche nelle Piazze e all’interno delle comunità.

 

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