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“La Malinconia della Luna a Mezzogiorno” apre al Rock Heat: intervista a Nunzio Di Maria

di Andrea Giustini

Il weekend è vicino, e al Rock Heat di Arezzo sta per aprirsi la nuova stagione di concerti. Sarà il progetto “La Malinconia della Luna a Mezzogiorno” a dare il via alle danze: questo sabato 15 ottobre, alle 23:00. «La responsabilità è immensa – si può leggere sulla pagina Facebook della band – dunque non possiamo che promettervi fuoco e fiamme su quel palco». Un anticipo della serata che sta per accendersi ArezzoWeb Informa lo ha avuto a parole, intervistando Nunzio Di Maria.

Leader del progetto musicale, cantante e bassista sul palco, Di Maria è un po’ il cuore del gruppo aretino. E’ a lui che si deve questo nome particolare: “La Malinconia della Luna a Mezzogiorno”. Lungo rispetto ad altri, ma originale, poetico. “Visivo”, per le immagini che racchiude. Fa pensare a qualche elevato riferimento letterario, o a una session artistica particolarmente ispirata. «In realtà – ha spiegato il cantante – nasce da un post casuale e fortuito che avevo lanciato nell’iperuranio di Twitter, ben prima che la band attuale si formasse. Sbloccò l’empasse di una fase di passaggio dalla scrittura di brani in inglese a quella in italiano». 

Attorno al 2015 infatti la band era composta da 4 elementi, e si chiamava Drawing the End. Di Maria era l’unico a voler cambiare, iniziando a proporre brani cantati in italiano, ma in un primo momento l’idea gli fu bocciata. Il nuovo nome, un po’ come una fenice, fece rinascere l’intero progetto dalle sue ceneri, che adesso è un trio: oltre a Di Maria suonano ne “La Malinconia” Linda Matteini, alla tastiera e ai cori, e Nico Berretti, alla batteria.  

E’ un nome che evoca ambivalenza, contrasto: riflette la vostra musica?

«Mi piace che ci sia corrispondenza fra questo nome e quello che proponiamo: in quello che scriviamo c’è sempre ambivalenza, dolce-amaro, più di una chiave di lettura. Quando parliamo di sconfitta, di tristezza, o anche depressione, in realtà lo facciamo come in modo “distaccato”. La sconfitta, ad esempio, viene accettata, ma non prevale. Si riconosce che il fallimento o la tristezza ci sono, ma l’essere umano li affronta e va oltre. Anche nei brani più “chiusi” non si è mai vittima di questi elementi della vita».

Di Maria ha scritto personalmente molte delle canzoni che la band ha in scaletta sabato. Su Youtube è possibile ascoltare “Intro”, l’ultima pubblicata, che La Malinconia utilizza spesso come brano di apertura ai concerti. “La mia solitudine”, una sorta di inno, di celebrazione della stessa. E “Bipolare”, brano che affronta l’amore e la relazione fra due persone nella sua complessità. Accettando l’esistenza di giorni bianchi e neri, di alti e bassi: di dolce e amaro.  

«Ho avuto sempre difficoltà a parlare di amore. Più che altro perché c’è sempre il rischio di venir preso con superficialità, che mi terrorizza. E’ difficile parlare di amore in senso profondo. Bipolare parla di entrambe le sfaccettature che devono esserci nell’amore: degli alti dei bassi. C’è la giornata dove non ti sopporto e quella dove sei la mia vita e non avrei saputo cosa fare senza di te. E’ una montagna russa “Bipolare”. Solo alla fine ti fermi e puoi dire “wow”: ma fino a quel momento è un susseguirsi di emozioni e urli che ti trasportano tu non sai neanche dove».

Cos’è che ti spinge a scrivere queste canzoni?

«Mi spinge la vita, il quotidiano. C’è tanto da dire e raccontare. Un quotidiano però non collettivo e generale, ma soggettivo, personale. Non troverete mai un testo de “La Malinconia della Luna a Mezzogiorno” in terza persona. Se parlo in prima persona mi è più facile sentirlo mio, aggiungerci tutte le sfumature che ritengo opportune. Lo scopo è far immedesimare le persone però: spingere il pubblico a dire “questo l’ho pensato, sentito o vissuto anche io”. Penso che molto di ciò che scriviamo sia condivisibile». 

Ma non sono solo inediti quelli a cui la band lavora: il concerto al Rock Heat sarà anche l’occasione per ascoltare una cover molto particolare di “In The End” dei Linkin Park. «Le poche cover che facciamo ci piace “distruggerle” – ha spiegato Di Maria – per poi rimontarle e quella l’abbiamo smontata di tutto: è una versione interessante quella che ci è venuta fuori»

Sabato sera verranno proposti tutti i brani che “La Malinconia della Luna a Mezzogiorno” tiene nel cassetto, e che andranno a comporre il prossimo EP, in arrivo entro la fine del 2022. Stanno già lavorando ai videoclip. «Sono brani molto forti, e in alcuni in particolare penso molte persone si rivedranno, perché racchiudono emozioni, esperienze e pensieri che pur nascendo nell’individuale, si rispecchiano nel collettivo».

Abbiamo chiesto a Nunzio Di Maria se può rivelare almeno il nome di uno di questi brani pronti per essere suonati. «E va bene – ha risposto alla Redazione sorridendo – ma si tratta proprio di un’esclusiva: uno dei brani che proporremo, e di cui proprio in questi giorni stiamo girando il video, si chiama “Spine”».

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