Nel nuovo spot di Esselunga la bambina non è di colore e non è nata presumibilmente da una maternità surrogata ma da un atto d’amore tra due genitori etero.
Il pensiero fisso che la bambina ha in auto, mentre la mamma le pone delle domande sulla scuola, non è certo quale sia veramente il suo sesso ma riavvicinare due persone che le hanno dato la vita.
Il papà l’attende sotto casa e sale su una macchina che non è full electric e nel sottofondo musicale non c’è una canzone di Rosa Chemical.
Un intero spot senza traccia di arcobaleni.
Tutto questo per qualcuno è inaccettabile e diventa oggi oggetto di feroce critica.
(Grazie a @IlSanta64 per il contributo)
Ecco alcuni titoli dei maggiori quotidiani italiani.
“Esselunga al centro di una polemica per il suo spot“.
“La pesca, lo spot di Esselunga con i genitore separati fa discutere“.
“Esselunga, la pesca della discordia“.
“Lo spot di Esselunga è il trionfo della famiglia tradizionale che piace a Meloni“.
Avvenire invece titola: “Esselunga, nello spot che fa discutere un inno alla famiglia tradizionale?“.
Mostra una verità, e cioè che i figli, anche in caso di separazione o divorzio, continuano a voler bene sia alla mamma che al babbo e sperano che si vogliano bene anche tra di loro. Si chiama affetto parentale, e non è antiquato nè patriarcale.