La verità sul bombardamento dell’Ospedale Pediatrico di Mariupol

Di Andrea Giustini

La verità su ciò che davvero è successo il 9 marzo scorso a Mariupol, durante il bombardamento dell’ospedale pediatrico, è che ancora non la conosciamo.

L’ultimo aggiornamento risale a ieri mattina. La BBC inglese ha intervistato in diretta Sergej Orlov, vicesindaco di Mariupol, il quale ha fatto sapere che per il momento risulterebbero 17 persone ferite e tre morte: fra cui un bambino.

Tuttavia possiamo dire con certezza due cose: la prima è che, soprattutto nella giornata di ieri, vi è stata una vera e propria guerra mediatica, con insinuazioni, errori e bufale (un esempio fra i tanti). La seconda è che ciò che hanno scritto varie testate giornalistiche, cogliendo l’onda emotiva della notizia sull’ospedale, è falso.

Ricostruzione della Notizia e Fonti

E’ stato il presidente Zelensky a far sapere al mondo che i russi avevano colpito l’ospedale pediatrico. Le sue parole, accompagnate da un video che mostrava resti dell’edificio, sono comparse su twitter mercoledì 9 (tradotte):

<< Attacco diretto delle forze russe all’Ospedale di Maternità. persone, bambini sono sotto le macerie. E’ un’atrocità! Per quanto ancora il mondo ignorerà tutto ciò diventandone complice? No fly zone, ora! Dobbiamo fermare queste morti >>.

Nel frattempo però, l’amministratore del Donetsk Oblast, Pavlo Kyrylenko, divulgava in diretta i danni precisi dell’attacco. A quanto si sapeva fino a quel momento, 17 persone erano rimaste ferite ma non vi era nessun morto: né donna né bambino. Un esempio di testata ucraina che ha riportato le sue parole può essere novynarnia. Traducendo, si legge infatti che le indagini parlano di 16 o 17 persone ferite, ma che per il momento non vi è conferma di persone decedute. Quasi sin dall’inizio, abbiamo quindi due versioni un po’ diverse: Zelensky che parla con certezza di donne e bambini sotto le macerie. Kyrylenko e altre istituzioni, come il Comune di Mariupol stesso, che dichiarano come non si sia ancora registrato alcun decesso.

Sparsa la notizia del bombardamento fra i media occidentali, è iniziata la battaglia a suon di smentite dalla parte russa. La più degna di nota, anche perché poco riportata dai mezzi d’informazione italiani, è quella di Dmitry Polyanskiy. Primo deputato e rappresentante permanente russo presso l’ONU, ha accusato i giornalisti occidentali e le stesse Nazioni Unite di aver sparso fake news. Secondo Polyanskiy l’ospedale di Mariupol era stato occupato da forze militari estremiste e la Russia lo aveva detto da tempo (tradotto):

<< E’ così che è nata la fakenews. Noi avevamo avvertito con un comunicato già il 7 di marzo che quell’ospedale era stato trasformato in una base militare da forze estremiste. E’ molto fastidioso che anche le UN spargano informazioni senza verifica. >>

Il comunicato è reperibile sul sito ufficiale della Rappresentanza russa alle UN. Effettivamente, oltre a molti altri dettagli sulla situazione in Ucraina, vi si legge che le Forze Armate ucraine avrebbero da un po’ di tempo occupato l’ospedale pediatrico di Mariupol, rendendolo un appostamento militare per il tiro. Riportiamo il paragrafo originale:

Ukrainian radicals show their true face more distinctly by the day. Locals reports that Ukraine’s Armed Forces kicked out personnel of natal hospital #1 of the city of Mariupol and set up a firing site within the facility. Besides, they fully destroyed one of the city’s kindergartens.

Vi è un’altra fonte russa da segnalare: un articolo di lenta.ru, sito di informazione russo. Sembrerebbe confermare la situazione descritta dalla Rappresentanza russa nel comunicato del 7 marzo. Pubblicato l’8, anche qui si raccontano i segni della guerra sulla città di Mariupol, e a un certo punto si riportano le parole di Igor, un cittadino, secondo cui l’ospedale pediatrico era già stato evacuato e occupato da forze militari non identificate. Qui sotto traduciamo e riportiamo il paragrafo in questione:

Igor ha detto che gli ultimi giorni di febbraio persone in uniforme sono arrivate all’ospedale di maternità, dove lavora sua madre. Riferisce che non sa se fossero combattenti delle Forze Armate ucraine o del battaglione nazionalista “Azov” (bandito nella Federazione Russa ). I militari hanno distrutto tutte le serrature, disperso il personale dell’ospedale e posizionato punti di fuoco, per preparare, come hanno spiegato ai medici, la “fortezza di Mariupol” alla difesa. La reazione dei militari alle obiezioni è standard: colpi con il calcio dei fucili, sparando in aria”.

Questo è quanto. Non essendoci ancora stata alcuna conferma o verifica solida di ciò che è successo, non è possibile dire con certezza quale sia la verità. Il dato di fatto è che ci sono due versioni, quella ucraina e quella russa, che divergono su molteplici aspetti. L’ultima notizia effettiva che si ha sulla questione, è l’aggiornamento già citato a inizio articolo di Sergej Orlov. Sembrerebbe che, oltre alle 17 persone ferite vi siano tre morti, fra cui un bambino. Su questo dato c’è da dire una cosa, in quanto, per il modo in cui alcune testate ne hanno parlato, si può avanzare un’ipotesi. Prima di farlo però, devono essere spese due parole sul comportamento delle testate giornalistiche italiane.

Titoloni e Conclusioni di Parte

Nonostante la situazione non fosse chiara, diverse testate hanno colto l’occasione per cavalcare l’onda emotiva innalzata dalle parole del presidente Zelensky, titolando addirittura che i russi volessero di proposito colpire donne e bambini. Un esempio è la Stampa che, senza alcuna prova, ha scritto “Ucraina, orrore a Mariupol: i bambini nel mirino”. Nel mirino dei russi chiaramente. Nel pezzo non c’è nessun dato che permetta di concludere che i russi volessero colpire di proposito civili, men che meno i bambini. Il titolo dunque, risulta solo un’esagerazione per colpire il lettore. O alla peggio per demonizzare i russi. Un altro esempio da segnalare per comprendere il comportamento poco corretto di molti giornalisti, può essere questo de il Riformista. Prima il quotidiano ripercorre parte degli episodi di disinformazione avvenuti ieri. Dopo però, accennando alla fonte su lenta.ru, scrive questo:

La presenza di militari del battaglione Azov, estremisti di destra che hanno la loro ‘base’ proprio a Mariupol, sarebbe invece denunciata da una fonte anonima al giornale russo Lenta.ru, organo di informazione controllato dallo Stato russo, una circostanza smentita dal governo ucraino di Volodymyr Zelensky e che proveniente da media non indipendenti non può essere considerata attendibile”.

Che il governo di Zelensky abbia smentito quella “circostanza” è falso. Inoltre non si capisce per quale motivo l’articolo su lenta.ru dovrebbe essere una “fonte inattendibile”. L’unico modo per dirlo, sarebbe compiere una verifica, che per un quotidiano italiano sembra al momento difficile. Non si può ignorarla a priori solo perché derivante dalla controparte russa. In questo modo, si giungerebbe alla conclusione che qualsiasi cosa dicano i russi, solo perché russi, è falsa. Ed è un ragionamento sbagliato

Ipotesi sugli Ultimi Aggiornamenti

L’aggiornamento fatto alla BBC dal vicesindaco Segej Olrov, è stato rilanciato da varie testate ucraine. Lb.ua, ad esempio, indica come fonte delle nuove notizie su feriti e morti un account social del Comune di Mariupol. Se si clicca sul link fornito compaiono una serie di condivisioni telegram, fra cui un post, dove il Comune effettivamente parla di tre persone decedute. Tuttavia si specifica che la persona non sarebbe un bambino, ma una bambina. Testate italiane, come l’Adn Kronos, oltre a parlarne, hanno riportato che “aveva 6 anni”. Un altro esempio italiano è fanpage: analogamente titola che “il bambino” avrebbe “6 anni”. Data la notizia, sempre dei scorsi giorni, di una bambina di 6 anni morta per disidratazione a Mariupol, sorge il dubbio se non si tratti della stessa persona e se quindi sia stato commesso un errore.

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