L’Abruzzo piange l’orsa Amarena: uccisa a fucilate. Identificato l’uomo che ha sparato

L'orsa simbolo del Parco nazionale aveva due cuccioli. È stata uccisa a San Benedetto dei Marsi. Il governatore Marsilio: "Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente"

L’orsa Amarena è stata uccisa a fucilate. Era di appena pochi giorni fa il video che spopolava sul web dell’amabile passeggiata tra i borghi abruzzesi dell’orsa simbolo del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise: un animale che non aveva mai creato problemi all’uomo. La persona che ha sparato è stata identificata dai Guardiaparco e consegnata ai carabinieri.

IL RESOCONTO DEL PARCO NAZIONALE

“Alle 23:00 circa di questa sera l’Orsa Amarena è stata colpita da una fucilata esplosa dal signor LA alla periferia di San Benedetto dei Marsi, fuori dal Parco e dall’Area Contigua- riporta il post social pubblicato nella notte-. Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco, in servizio di sorveglianza, vista l’area in cui Amarena era scesa coi suoi cuccioli. Sul posto è intervenuto il veterinario del Parco con la squadra di pronto intervento, che però ha potuto accertare solo la morte dell’orso vista la gravità della ferita. L’uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi a cura dei Carabinieri della locale stazione, intervenuti a seguito della chiamata dei Guardiaparco. I rilievi per accertare la dinamica dei fatti sono in corso e andranno avanti tutta la notte, così come il personale del Parco è impegnato a individuare i due cuccioli dell’orsa per valutare il da farsi. L’episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco. Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo“.

MARSILIO: PRONTO A COSTITUIRE REGIONE PARTE CIVILE

“La notizia dell’uccisione a colpi di fucile dell’orsa Amarena rappresenta un atto gravissimo nei confronti dell’intera Regione che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile. In tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini– è interventuo il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio-. Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l’uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L’atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione. Confidiamo nelle indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine e dai vertici del parco, che hanno già individuato il responsabile, affinché la giustizia faccia il suo corso. Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l’immagine e l’onorabilità della nostra gente. Invito le comunità locali e tutti i turisti a continuare ad osservare tutte le norme prescritte affinché gli animali presenti sul territorio possano vivere indisturbati nel loro habitat”.

(Foto credits wwf)

ORA A RISCHIO I CUCCIOLI DI AMARENA, WWF SARÀ PARTE CIVILE

 “Una notizia terribile e un evento che rischiano di vanificare gli sforzi per la conservazione dell’orso bruno marsicano, il plantigrado più raro d’Europa“. La notizia dell’uccisione di Amarena, orsa diventata suo malgrado prima star dei social “e oggi simbolo della violenza insensata con cui qualcuno si rapporta alla natura, rappresenta un duro colpo per le speranze di sopravvivenza dell’orso in Appennino”. Così il WWF.

“Quest’estate Amarena era stata avvistata e ripresa con due cuccioli dell’anno, ad oggi non ancora autosufficienti e il cui destino è dunque a forte rischio (i cuccioli di orso restano generalmente circa un anno e mezzo con la madre)”, prosegue il WWF, “per questo il Parco si è già attivato per la loro ricerca ma non sarà facile ottenere risultati”. Oggi quindi “ad essere uccisa da un colpo di fucile e dall’ignoranza è una delle femmine di orso più prolifiche della storia recente della residua popolazione di orso marsicano”. Un’orsa confidente, ma del tutto pacifica, “Amarena era entrata nell’immaginario collettivo ed era divenuta orgoglio di una terra che ha nell’orso un simbolo della sua natura e della ricchezza del suo territorio”, aggiunge il WWF.

È ora necessario che “le indagini di magistratura e forze dell’ordine accertino rapidamente come si sono svolti i fatti”, chiede il WWF, “nel nostro Paese, purtroppo, le leggi non sono idonee a punire in maniera adeguata i responsabili di gesti tanto efferati, e anche quelle esistenti non vengono quasi mai applicate rigorosamente. È tempo di adeguare l’efficacia del sistema sanzionatorio e di investire sulla vigilanza del territorio in funzione preventiva e repressiva”.

L’associazione del Panda sta “lavorando con forza per la conservazione di questa popolazione unica al mondo, attraverso la campagna Orso 2×50, la sua Oasi delle Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi e il Progetto Life Arcprom, intende costituirsi parte civile”. Questo drammatico atto di bracconaggio “è anche conseguenza di un’azione sistematica di disinformazione che riguarda la convivenza tra uomo e grandi carnivori e più in generale tra uomo e natura” dichiara Luciano Di Tizio, Presidente del WWF Italia che aggiunge: “Siamo di fronte ad un’operazione che sta entrando sempre più spesso nell’arena della propaganda politica, con tutte le distorsioni che ne conseguono. Oltre a quelle dell’autore di questo atto è dunque necessario individuare anche le responsabilità di chi, quotidianamente, in settori del mondo politico, venatorio e agricolo, alimenta irresponsabilmente e strumentalmente sentimenti di paura e giustifica o istiga all’uso del fucile come unica soluzione. Dobbiamo reagire a tutto questo e lanciamo un appello affinché tutti gli amanti della natura e della convivenza tra attività umane e fauna selvatica si diano appuntamento già la prossima settimana nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise per ribadire la necessità di tutelare il nostro straordinario patrimonio di biodiversità”.

“L’Italia, ce lo dicono i tanti sondaggi, le manifestazioni e anche le comunicazioni che riceviamo ogni giorno, è un Paese ricco di persone che credono nell’importanza e nella bellezza della natura”, prosegue il WWF. “È necessaria un’azione forte per rilanciare il messaggio di tutela del nostro territorio e dei suoi abitanti, umani e non, i cui destini sono legati in modo imprescindibile, come ormai ampiamente dimostrato”, conclude l’associazione del Panda, “e questa è una specifica responsabilità non solo delle associazioni ambientaliste ma in primis dello Stato, in tutte le sue articolazioni”.

FONTE
Agenzia Dire
www.dire.it

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