L’associazionismo cattolico aretino sostiene la Vita, esprimendo ferma contrarietà alla legge regionale della Toscana sul fine vita. Associazioni, movimenti e singoli cittadini credenti stanno unendo le voci per ribadire l’opposizione nei confronti della nuova normativa ritenuta “eticamente inaccettabile”, avviando un percorso che ha conosciuto la prima tappa nella firma congiunta di un documento per ribadire l’urgenza di promuovere la custodia della Vita sempre e in ogni situazione.
Questa mobilitazione ha già trovato l’adesione di Acli – Associazione Cristiane Lavoratori Italiani, Associazione Difendere la Vita con Maria, Associazione Nazionale Ora et Labora, Associazione Provita Sinodo, Demos, Isvumi – Istituto Sviluppo Umano Integrale, Mcl – Movimento Cristiano Lavoratori, Movimento Focolari, Provita e Famiglia Onlus, e Associazione Difesa dei Valori.
Il primo documento condiviso da queste realtà ha ribadito come la legge, seppur formalmente intervenga “solo” sui tempi procedimentali di realizzazione di un percorso verso il fine vita, in realtà abbia effetti sostanziali che intervengono sulle modalità che i servizi sanitari devono rispettare, sostenendo un più rapido accompagnamento verso il decesso.
La vera criticità è il più profondo valore riconosciuto alla Vita, al senso della Vita e alla presenza della Vita nella società: la legge regionale, in quest’ottica trasmette l’inaccettabile messaggio che in Toscana sia più facile ottenere un’autorizzazione a morire, piuttosto che a conservare la Vita.
“Noi ci dichiariamo a favore della Vita, sempre e in ogni situazione”, riporta il messaggio condiviso dalle associazioni, “Siamo consapevoli che il dolore gravissimo cronico e le malattie attualmente non guaribili rappresentino una sfida per l’intelligenza umana e per la sanità.
La politica non può rispondere con colpi di coda o misure che hanno più il senso della propaganda e della pubblicità che di un’analisi approfondita e misurata su debolezze e solitudini umane, specie in momenti critici della Vita.
Riteniamo inoltre che la questione leda le competenze dello Stato in materia e, quindi, sembra anche violare le prerogative costituzionali riservate al legislatore nazionale. Il Parlamento è l’unica sede in cui si può affrontare compiutamente il tema e, in ogni caso, occorre tenere presente la molteplicità delle diverse posizioni politiche in Italia”.
La posizione comune dell’associazionismo cattolico aretino, dunque, è nel ribadire l’impegno nel rispettare la Vita e nel testimoniare come la Vita sia un bene non disponibile alla volontà soggettiva, con coerenza e in sostegno anche al forte appello levato nei giorni scorsi dal vescovo Andrea Migliavacca.
La preoccupazione, inoltre, è che altre regioni ora possano seguire il percorso tracciato dalla Toscana, con l’Emilia Romagna che ha già approvato una simile delibera di giunta e con l’Abruzzo dove sono ripresi i lavori consiliari su una legge analoga.
“Darsi la morte, favorire la morte o organizzarla non è un tema né privatistico né di organizzazione, ma di significato profondo. La Vita ha un senso per ciascuno”, prosegue il documento, “Associazioni e movimenti cattolici aretini, convinti che la Vita sia un dono, ritengono che essa non possa essere manipolata dalla volontà personale e che il delicatissimo tema che tocca il senso della Vita, il dolore delle persone e la Vita civile debba essere affidato all’approvazione di una legge nazionale, dopo ampio e partecipato dibattito, nonché sostenuta da un consenso vasto e non risicato”.