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Lavoratore NO VAX sospeso, per Tar Lazio lo stipendio va restituito

di Stefano Pezzola

Il vaccino sarà pure importante – tutto a tutt’oggi da dimostrare – ma privare una persona che lo rifiuta dello stipendio costituisce un atto vile e vigliacco nonché sproporzionato.

Il Presidente della Quinta sezione del Tar del Lazio dr. Leonardo Spagnoletti ha sentenziato che

non si può privare dello stipendio gli agenti penitenziari non vaccinati” emettendo tre decreti cautelari con i quali è stata sospesa l’efficacia del provvedimento che aveva privato della retribuzione alcuni dipendenti del ministero della Giustizia che continuavano a rifiutare la somministrazione dei farmaci anti-Covid.

Il giudice ha in pratica evidenziato come i ricorsi prospettino “in sostanza profili di illegittimità costituzionale della normativa concernente l’obbligo, per determinate categorie di personale in regime d’impiego di diritto pubblico, di certificazione vaccinale ai fini dell’ammissione allo svolgimento della prestazione lavorativa”.

Aggiungendo inoltre che la privazione dello stipendio crei un “pregiudizio grave e irreparabile”.

Una decisione importante e dettata dal buon senso nonché dall’applicazione delle norme che potrebbe davvero aprire una finestra per tutti i lavoratori del mondo pubblico che si trovano a loro volta a dover scegliere tra lo stipendio e l’obbligo di vaccinazione imposto dal governo.

Da ricordare che per settori come la scuola non viene neppure riconosciuto l’assegno alimentare ai sensi dell’art. 82 del TU 3/1957 a chi non si è sottomesso a questo vile ricatto della politica.

Attendiamo allora con rinnovata fiducia la data del 16 marzo 2022 allorché verrà discussa la questione di legittimità costituzionale dello stesso obbligo vaccinale per un dipendente escluso dall’azienda sanitaria.

Ed attendiamo la Corte di Giustizia europea che dovrà decidere sulla compatibilità dell’obbligo vaccinale con il diritto comunitario per il personale sanitario italiano sollevato dal tribunale del lavoro di Padova.

E’ bene infine ricordare che l’accoglimento dei ricorsi consentirebbe il risarcimento dei mancati stipendi e dei danni subiti e bloccherebbe quell’obbligo vaccinale che qualcuno vorrebbe estendere al di là dello stato di emergenza, ovvero dopo il 31 marzo prossimo.

La partita sul vaccino obbligatorio è tutt’altro che chiusa, nonostante il governo dei migliori persista nelle proprie scellerate decisioni che oggi possiamo affermare NON hanno assolutamente rallentato la curva dei contagi e soprattutto che si sono dimostrate per quello che sono, vergognose scelte politiche che nulla hanno a che fare con la tutela della salute pubblica.

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